meme giorgia meloni matteo salvini curling

GIRAMENTO DI MELONI PER SALVINI – AL NORD IL SORPASSO DELLA DUCETTA CHE SI PORTA VIA UN VOTO LEGHISTA SU TRE - IN TUTTE LE CITTÀ DEL SETTENTRIONE, CON L'ECCEZIONE DI LODI, LE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA HANNO RICEVUTO PIÙ VOTI DI QUELLE DELLA LEGA – NEL MEZZOGIORNO GIORGIA VOLA, SALVINI RICEVE SCARSI CONSENSI - IL SONDAGGISTA NOTO: “LA LEGA OGGI VIENE DATA SUL 15% A LIVELLO NAZIONALE CONTRO IL 22% DI FDI. UN ANNO FA ERANO GROSSO MODO PARI, INTORNO AL 19/20%. LA DIREZIONE DEL FLUSSO È CHIARA”

Diodato Pirone per il Messaggero

 

 

matteo salvini giorgia meloni federico sboarina

Che l'elettorato italiano sia il più fluido del mondo è noto. Da noi vanno di moda i cicli brevi. Quelli per cui un leader politico e il suo partito si gonfiano improvvisamente di consensi, stanno sugli scudi per un paio d'anni, e poi assistono, sgomenti, all'inesorabile riflusso dell'ondata di voti che si erano appena abituati a cavalcare.

 

Queste amministrative segnalano nero su bianco, ovvero con voti veri e non con i sondaggi, la predominanza nello schieramento di centro-destra di Fratelli d'Italia guidata da Giorgia Meloni sulla Lega di Matteo Salvini. La notizia sta nel fatto che il sorpasso è avvenuto nel territorio della Lega, in quel Nord che ha dato i natali al Carroccio e che tre anni fa, alle europee del 26 maggio 2019, aveva regalato a Salvini percentuali da capogiro: il 40,7% nelle Regioni Nord-Occidentali e il 41,9% in quelle Nord Orientali. All'epoca Fratelli d'Italia in quest' area del Paese aveva raccattato briciole: il 5,6% dei consensi.

 

matteo salvini giorgia meloni federico sboarina

IL VOLTO DEL NORD Dalle urne di domenica il Nord ha cambiato volto. «L'elettorato leghista per la prima volta si è mosso in libertà e non ha ascoltato le indicazioni del Carroccio - dice il sondaggista Antonio Noto - Forse il caso più eclatante è quello di Verona dove si presentavano due candidati di centro-destra: Sboarina appoggiato dalla Lega, e da Fdi, e Tosi vicino a Forza Italia.

 

Ebbene i flussi sono chiarissimi: i veronesi che avevano votato Lega alle europee il 12 giugno si sono spaccati a metà fra i due candidati».

 

Secondo i sondaggisti il principale beneficiario del rompete le righe leghista nel Nord è il partito di Giorgia Meloni. Impossibili calcoli esatti poiché il voto era spezzettato fra moltissimi comuni ma secondo gli addetti ai lavori almeno un elettore della Lega su tre ha preferito FdI, molti altri si sono diretti alle liste civiche di destra o al non voto.

 

I conteggi finali delle schede parlano da soli. A Genova Fratelli d'Italia è passata dagli 11.490 consensi del 2017 ai 17.800 di domenica scorsa. Oltre 6.000 voti in più.

 

matteo salvini giorgia meloni federico sboarina

Da dove arriva questa manna? In gran parte proprio dal Carroccio. Cinque anni fa, la lista di Salvini aveva raggranellato a Genova ben 28.194 voti e ne ha persi oltre 15.000 poiché gliene sono rimasti in cascina solo 12.886. A Verona le vele di FdI sono state gonfiate anche da altre fette di elettorato poiché se la lista della Lega ha perso 2.900 voti, Fratelli d'Italia è passata da 3.000 consensi a quasi 12.300. Anche se la presenza alle comunali di molte liste civiche di centrodestra rendono difficili i confronti, resta il fatto che in tutte le città del Nord, con l'eccezione di Lodi, le liste di FdI hanno ricevuto più voti di quelle della Lega.

 

giorgia meloni matteo salvini

In alcuni casi con distanze sorprendenti: a Como e a Parma (vedi tabella) la lista FdI ha ricevuto grosso modo il doppio dei consensi della Lega. A Monza ed Alessandria la differenza fra i due partiti è nell'ordine del 50% a favore di Meloni. E fuori dal Nord? Nel Mezzogiorno FdI ha mantenuto il suo tradizionale bacino elettorale mentre anche qui le performance della Lega lasciano a desiderare: 1,9% a Barletta; 2,8 a Taranto, 4,3 a Frosinone, 6,4 a Catanzaro. Fa eccezione il più che buono 12,5% raccolto a L'Aquila.

 

«In fondo le amministrative non hanno fatto altro che fotografare quanto i sondaggi hanno raccontato negli ultimi 12 mesi - spiega Noto - La Lega oggi viene data sul 15% a livello nazionale contro il 22% di FdI. Un anno fa erano grosso modo pari, intorno al 19/20%. La direzione del flusso era ed è chiara».

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini salvini meloniSALVINI MELONI BERLUSCONIgiancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…