GRATTA GRATTA E TROVI LA FREGATURA - UNA 40ENNE RISCHIA DI FINIRE A PROCESSO PER AVER RUBATO GRATTA E VINCI PER UN VALORE DI 150MILA EURO ALLA TABACCHERIA DOVE LAVORAVA AD ACILIA, IN PROVINCIA DI ROMA – PIZZICATA MENTRE METTEVA I TAGLIANDI NELLO ZAINO, SI LICENZIA MA IL TITOLARE, INVECE DI DENUNCIARLA, TENTA DI VENIRLE INCONTRO: LEI GLI PARLA DELLE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE E LUI LE PROPONE DI CHIEDERE UN PRESTITO PER RIPAGARE IL DANNO. MA DOPO AVER RESTITUITO 16MILA EURO, LEI GLI FA ARRIVARE LA LETTERA DELL’AVVOCATO IN CUI…

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Erika Chilelli per “il Messaggero”

 

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Sperava di diventare una Turista per sempre e sbarcare il lunario con i Gratta e Vinci. Ogni giorno, una quarantenne di Fiumicino aveva una missione da compiere: prendere quanti più biglietti fortunati possibile, dividerli in piccoli mazzetti e riporli nel suo zaino all'interno di una sporta rosa. Il desiderio di cambiare vita, però, le si è ritorto contro. Sara I. non comprava i Gratta e Vinci: li rubava in una tabaccheria ad Acilia, dove lavorava da tre anni e, ora, è accusata di furto: la Procura ha appena chiuso le indagini a suo carico e il prossimo passo potrebbe essere una richiesta di rinvio a giudizio. Mega Miliardario, Turista per sempre, Tutto per Tutto, Il Miliardario Maxi. Sono solo alcuni dei tagliandi fortunati che la 40enne ha sottratto, durante i suoi turni, per almeno un mese riponendoli con cura nel suo zaino. Il valore totale si aggira intorno ai 150mila euro.

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LA CONFESSIONE È il 17 giugno del 2020, la donna si reca a lavoro e cerca di capire quale sia il momento migliore per aggiungere nuovi tagliandi al suo tesoretto nascosto. Qualcosa, però, quella mattina non va come previsto: viene vista mentre prende una manciata di ticket, da dietro il bancone, per poi nasconderli nella sporta rosa.

 

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Degli ammanchi il titolare dell'attività si era reso conto già prima, ma non aveva prove contro nessun dipendente. Fino a quel giorno. Alla fine del turno, l'uomo convoca la dipendente nel suo ufficio, in presenza di alcuni testimoni, per chiedere spiegazioni. «Sono aumentate le spese risponde la donna appellandosi alle difficoltà legate alla pandemia dovevo trovare una soluzione per la mia famiglia». Confessa tutto, anche che i biglietti, non sono più in suo possesso. Poi, si licenzia.

 

Una volta visionate le telecamere di sorveglianza, il titolare si rende conto che il danno è maggiore di quanto si aspettasse. In una sola settimana, dal 10 al 14 giugno, la 40enne aveva sottratto una quantità considerevole di biglietti. La invita a un incontro, per discutere delle conseguenze e lei si presenta in compagnia del marito. I due confessano che i furti dei Gratta e vinci andavano avanti da almeno 30, 45 giorni. Oltre a ribadire le difficoltà economiche, non dicono altro. La coppia ha dei figli, entrambi minorenni, e il titolare vuole evitare di procedere per vie legali.

 

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Propone loro di chiedere un prestito per riparare al danno economico subito dall'azienda che si aggira attorno ai 150mila euro. A questo punto, i due assicurano la restituzione di 16mila euro.

 

LA LETTERA Qualche giorno dopo, però, al tabaccaio arriva una lettera di un avvocato. La donna ha ritirato le dimissioni, sostenendo che le erano state estorte. L'azienda, a questo punto, sporge denuncia contro di lei, ma anche contro suo marito, accusato di essere a conoscenza della condotta della moglie. Il pm, però, ha chiesto l'archiviazione per l'uomo. Una decisione che i legali della vittima, gli avvocati Emilia e Pierluigi Pernisco, hanno contestato. Sulla richiesta dei legali il giudice si è riservato di decidere, mentre sulla condotta della signora la Procura non ha dubbi: tra le prove, le riprese delle telecamere di sorveglianza del locale.

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