lamberto dini

HANNO SFRATTATO LAMBERTO DINI - LA BANCA D’ITALIA HA CACCIATO L’EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DALL’ATTICO DI 800 MQ (E 360 MQ DI TERRAZZO) DEL PALAZZO DI PIAZZA FONTANELLA BORGHESE, NEL CENTRO DI ROMA - IL CONTRATTO DI AFFITTO È SCADUTO NEL 2018 E DOPO UNA LUNGA TRATTATIVA, A MARZO 2020, A DINI E’ ARRIVATA UNA LETTERA CHE ANNUNCIAVA L’INIZIO DELLA CAUSA PER IL RILASCIO DEI LOCALI - IL CASO E’ ARRIVATO IN TRIBUNALE MA…

Filippo Caleri per “Il Tempo”

 

lamberto dini

La Banca d’Italia sfratta Lamberto Dini, ex direttore generale di Palazzo Koch ed ex premier, dall’attico del palazzo di Piazza Fontanella Borghese nel pieno centro di Roma. Nessuna persecuzione ma solo un atto dovuto. Il contratto di affitto è scaduto nel 2018. E dopo un’interlocuzione durata qualche anno, a marzo 2020, all’inquilino di rango è stata inviata una lettera che annunciava l’inizio della causa per il rilascio dei locali per finita locazione.

 

Dini ha resistito, motivando il rifiuto con la successione di contratti a partire dal 1980. Così il caso è arrivato in Tribunale che, nella prima udienza tenuta alla fine di dicembre, ha rinviato la decisione. All’ex presidente del consiglio l’idea di lasciare l’ultimo piano del palazzo con 800 metri quadrati di superficie e 360 metri di terrazze non garba proprio.

 

BANKITALIA 3

Ed è anche normale per un uomo che, a quasi 90 anni, dovrebbe affrontare un trasloco e un cambio di domicilio. In realtà non si tratta di uno sgarbo istituzionale da parte di Via Nazionale ma della necessità di lasciare libero il palazzo al cantiere di riqualificazione per un nuovo utilizzo.

 

Il bene che è nella disponibilità della società Sidief, di proprietà al 100% di Palazzo Koch e che dal 2013 gestisce e valorizza il patrimonio immobiliare di Bankitalia, è oggetto di un progetto integrale di risanamento conservativo che ha un obiettivo innovativo nel panorama immobiliare italiano. E cioè quello di riportare la vita di comunità in un’area centrale di Roma che è attualmente è snobbata da cittadini e commerci.

 

lamberto dini

I lavori sono già iniziati. Gli appartamenti, che nel ’600 ospitavano il personale di servizio della famiglia Borghese, sono già soggetti alla rimozione di pavimenti e massetti per capire, in accordo con la Soprintendenza, se sotto gli intonaci più recenti, ormai cadenti, siano celate evidenze artistiche del passato. Un primo passo per avviare un lavoro più profondo che, secondo il calendario, dovrebbe partire entro gli inizi del 2022 e concludersi nel 2024.

 

Per ora è stata bandita la gara di progettazione per elaborare il cosiddetto «concept» ovvero la linea comune che dovrà unire il restauro e l’arredamento delle unità immobiliari. Ora sono 26 gli appartamenti destinati a usi residenziali e uffici mentre al piano terra le parti destinate al commercio sono 13. La novità sta nella finalità del progetto che la Sidief sta portando avanti. «Si tratta di un nuovo modello che persegue la riscoperta della funzione sociale dell’affitto» spiega il presidente Mario Breglia.

LAMBERTO DINI A PORTA PORTESE

 

«C’è un pubblico importante che cerca case di prestigio in locazione in zone centrali. Sidief sta ristrutturando il palazzo della famiglia Borghese per mettere sul mercato questo tipo di alloggio. Nessuna vendita, ma riqualificazione e offerta a canoni di mercato garantiti da contratti certi e ben definiti». Una sperimentazione che incontra il favore del primo municipio.

 

«L’affitto è una soluzione che può ripopolare questa fetta di centro storico un po’ trascurata e riconnetterla alle zone più vitali della città» spiega Breglia. Insomma quasi un esperimento sociale per ricreare il senso della cittadinanza in aree che hanno perso identità per lo spopolamento e il turismo di massa. Anche le nuove attività commerciali (quelle vecchie hanno accettato destinazioni alternative proposta dalla società) saranno scelte per riportare qualità e attrazione nella piazza come ad esempio gallerie d’arte e antiquari stile via dei Coronari.

LAMBERTO DINI

 

Certo la funzione sociale si scontra anche con le esigenze dei vecchi inquilini come nel caso di Dini. Che per ora resiste allo sfratto tra polveri di cantiere e picconate che, nel prossimo futuro, diventeranno sempre più invasive. Un compromesso è sempre possibile. La Sidief ha già offerto soluzioni alternative di pari valore e pregio a Dini. Che le ha però finora rifiutate ritenendole non vantaggiose. E sperando che l’interrogazione in Parlamento presentata da Gasparri (Fi) sulle attività immobiliari di Banca d’Italia produca effetti.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)