silvio berlusconi sergio de gregorio

“CARATURA CRIMINALE ECCEZIONALE” - PER I PM L’EX SENATORE SERGIO DE GREGORIO E’ UN PEZZO DA NOVANTA DEL MALAFFARE - LO “STRATEGA” DI UN GRUPPO DEDICATO ALLE ESTORSIONI E AL RICICLAGGIO, TRAMITE MINACCE, PRESSIONI E INTIMIDAZIONI - GLI 80 MILA EURO ESTORTI A UN BARISTA BENGALESE E AL TITOLARE INDIANO DI UNA TAVERNA A ROMA - IL RITRATTONE BY RONCONE: “UN VECCHIO PESCIACCIO DELLA POLITICA CHE FECE CADERE IL GOVERNO PRODI PER 3 MILIONI DI EURO…”

1 - «CARATURA CRIMINALE ECCEZIONALE» IN CELLA L'EX SENATORE DE GREGORIO

Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera”

 

OPERAZIONE DELLA POLIZIA - ARRESTO SERGIO DE GREGORIO 1

«Stratega» e «punto di riferimento indiscusso» di un gruppo dedicato alle estorsioni e al riciclaggio, l' ex senatore Sergio De Gregorio (prima eletto con l' Italia dei Valori quindi con il Popolo delle Libertà) finisce a Regina Coeli con altre otto persone, inclusi alcuni suoi prestanome.

 

Dietro l' apparenza di una seconda vita ordinaria, lontano dai palazzi istituzionali, De Gregorio avrebbe veicolato minacce, intimidazioni e pressioni su piccoli imprenditori locali ai quali avrebbe estorto decine di migliaia di euro poi reinvestiti - riciclati per i pm - in sue società. Coadiuvato da amici avrebbe estorto ottantamila euro a un barista bengalese e al titolare indiano di una taverna nel centro storico di Roma, subito dirottando i proventi verso la Apron srl e l' Italia Global Service srl.

SERGIO DE GREGORIO IN QUESTURA

 

Le intercettazioni restituiscono colloqui significativi e la diffusa consapevolezza da parte dell' ex senatore di aver messo in piedi una «efficiente, collaudata e riservata rete di comunicazioni e connivenze». In qualche caso i colloqui registrati sembrano alludere all' eliminazione di prove a suo carico: «Sì Piero - dice - ma io chi sono te l' ho dimostrato in un' altra occasione che tu ricorderai sicuramente. Io quando mi devo assumere le responsabilità me le assumo ma per le ca... non voglio rimanere con il piede dentro quindi oggi ho fatto una cosa importante... ho tolto di mezzo le cose che non era giusto che andassero di mezzo per tutti quanti noi... poi capirai a seguire quanto era importante».

sergio de gregorio il valore del coraggio

 

Eccezionalmente per una città nella quale si contano pochissime denunce per fatti di estorsione, l' inchiesta del pm della Dda Francesco Minisci è partita dall' esposto di un imprenditore, Rasol Ghavidelazar, il quale ha successivamente riconosciuto in foto l' ex senatore.

 

Gli agenti della squadra mobile hanno eseguito anche il sequestro di 480 mila euro sui conti delle società riconducibili a De Gregorio. Quest' ultimo, secondo la gip Antonella Minunni, si conferma una figura di primissimo piano che «risolve le questioni sorte all' interno del gruppo» e «suggerisce ogni volta le strategie difensive». Non solo: «Recidivo, avendo riportato condanne per corruzione in atto contrario ai doveri d' ufficio ha una caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionale». Con lui sono finiti agli arresti Giuseppina De Iudicibus, Corrado Di Stefano, Antonio Fracella, Vito Frascella, Vito Melioto, Michela Miorelli, Pietro Schena e Michelina Vitucci. Per tutti da domani partiranno gli interrogatori di garanzia.

OPERAZIONE LIBERTA

 

2 - LA CADUTA DI PRODI (PER TRE MILIONI) LA CONFESSIONEE LE DIETE INGRASSANTI

Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”

 

Hanno arrestato di nuovo Sergio De Gregorio (qualcuno avverta il Cavaliere: poi capirete perché). De Gregorio è un vecchio pesciaccio della politica e del giornalismo. Tipo pesce palla: all' apparenza innocuo, e invece velenosissimo.

Stavolta sarebbe il perno di alcune società create appositamente per nascondere tir di denaro. Il gip Antonella Minunni: «Uomo di eccezionale caratura criminale».

 

SERGIO DE GREGORIO SILVIO BERLUSCONI resize

Non è che li beccano proprio sempre: ma quelli come lui, sì. Li frega l' ambizione, l' ingordigia. Per far cadere il secondo governo guidato da Romano Prodi - proprio mentre stava per diventare presidente della commissione Difesa - il prezzo fissato da De Gregorio fece epoca: 3 milioni. Poi passò - era il 2007 - dall' Italia dei Valori di Antonio Di Pietro («Se lo prendo - urlava Tonino con le vene sul collo - ci faccio quattro prosciutti!») al centrodestra. Memorie.

 

Anni dopo. Il primo giorno di marzo del 2013, le dieci del mattino. Eccolo venire avanti nel corridoio dei busti di Palazzo Madama - abito di sartoria napoletana, le spalle a camicia, il nodo della cravatta nascosto dal doppio mento.

sergio de gregorio a servizio pubblico

 

Le agenzie avevano appena battuto la notizia: Silvio Berlusconi indagato dalla Procura di Napoli per corruzione e finanziamento illecito dei partiti e lui, De Gregorio, era un senatore del Pdl con i giorni contati, i modi delicati intatti, il solito spaventoso tasso di spregiudicatezza. «Sa, devo prendere atto che un' epoca è cambiata e il carcere è la medicina da bere». Sorrise come sanno sorridere i tipi come lui. «E comunque io non scappo: adoro la mia famiglia, amo mia moglie e ho tre figli che sono la mia felicità... ci prendiamo un caffè alla buvette?».

 

SILVIO BERLUSCONI E SERGIO DE GREGORIO

La solita ciofeca, il fioretto di berla, anche se poi lui, nelle settimane precedenti, aveva già detto parecchio ai magistrati. «Sì, è vero: sono stato comprato da Berlusconi.

L' obiettivo era sabotare Palazzo Chigi, far cadere Prodi. Due milioni li ho avuti in nero, il resto come sostegno al mio movimento. Non mi voglio giustificare, so che è un reato.

Ma, all' epoca, diciamo tra il 2006 e il 2007, avevo debiti fino al collo» (intermediario e «postino», Walter Lavitola, un faccendiere che frequentava anche Palazzo Grazioli).

Al termine del colloquio, De Gregorio volle pagare la ciofeca. Sulla porta della buvette, la sua stretta di mano molle. «La saluto: temo non ci rivedremo presto».

 

SERGIO DE GREGORIO E SIGNORA resize

(Aveva una buona conoscenza del codice penale, un curriculum già sostanzioso: riciclaggio e favoreggiamento della camorra - Napoli, 2007; corruzione - Roma, 2008; concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzato al riciclaggio - Reggio Calabria, 2008; truffa e fatturazioni false nelle indagini sul quotidiano L' Avanti - Roma, aprile 2012).

 

Era a metà del salone Garibaldi, il transatlantico del Senato: ma all' improvviso si voltò e tornò indietro, i passi leggeri, nonostante il parquet scricchiolasse: «Spero abbia chiaro qual è il titolo di domani: la stagione di Berlusconi è finita».

Gli era rimasto il senso della notizia.

 

sergio de gregorio a servizio pubblico

De Gregorio comincia a fare il cronista a 19 anni, nella redazione napoletana di Paese Sera , un quotidiano che resta nella leggenda del giornalismo italiano e che, non casualmente, lo arruola: il ragazzo ha talento, diventa un formidabile «pistarolo» e un grande inviato speciale come Joe Marrazzo lo prende in simpatia, lo chiama affettuosamente o' guaglione . Nel 1980, De Gregorio fonda una propria agenzia: la Alfa Press Service. Poi inizia a collaborare con L' Espresso , con Tg2 Dossier, con Oggi . Viaggia, sceglie teatri di guerra: Ruanda, Libano, Nicaragua, Iraq.

 

ANTONIO DI PIETRO FOTO LAPRESSE

«Sono stato il primo ad entrare in Iraq travestito da medico della Croce Rossa». Ma è fingendosi un turista che gli riesce il colpaccio (non si è mai ben capito chi fu a dargli l' imbeccata, forse i nostri servizi segreti, forse - per un giro strano che sarebbe lungo ricostruire - qualcuno del Mossad, i servizi israeliani): De Gregorio sale a bordo della stessa nave da crociera, la Monterey, dove - con nome e documenti di copertura - è in vacanza Tommaso Buscetta, e riesce a farci amicizia. Una sera finiscono addirittura al piano bar e, insieme, cantano «Guapparia». Scoop planetario.

 

Ma la vita da inviato è faticosa. E, soprattutto, non si diventa ricchi. Così s' avvicina alla Rai e a Mediaset. Collabora con Enzo Biagi, Enzo Tortora e Rita Dalla Chiesa. Il giornalismo è molto presto una scusa.

romano prodi

 

Il suo nuovo orizzonte: la politica. Nel 2005 sta per candidarsi con Forza Italia alle Regionali, i manifesti sono già affissi, ma all' ultimo l' accordo salta: lui prima s' infuria, poi decide di fare il giro largo. Va a bussare alla porta di Di Pietro, e Di Pietro gli apre e lo candida. Un trionfo: o' guaglione si presenta con 80 mila voti e viene eletto in carrozza (festeggiamenti memorabili, con Peppino Di Capri in concerto e simil Oba-Oba, in realtà quattro ragazzone di Ercolano, sul palco con piume e paillettes).

 

Il piano ha funzionato: sì, è dentro, è in Parlamento. Adesso può puntare al Cavaliere. Dirà la segretaria di De Gregorio: «Era alla continua ricerca anche di mezzo euro. Ma, nel luglio del 2007, alla vigilia del suo passaggio nel centrodestra di Berlusconi, tutto cambiò: l' onorevole cominciò ad avere una grande disponibilità di denaro...».

L' ultimo libro scritto da Sergio De Gregorio è D iete dimagranti, diete ingrassanti (Ed. Sarva).

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…