“LORO HANNO LE ARMI, MA LE ABBIAMO ANCHE NOI” – L’UCCISIONE DI GEORGE FLOYD COME PREVEDIBILE SCATENA LA RIVOLTA DEGLI AFROAMERICANI: “SI RISCHIA LA GUERRA RAZZIALE, MA NON ABBIAMO PAURA DEI SUPREMATISTI” – E NON CE L’HANNO SOLO CON TRUMP: “BIDEN HA DIMOSTRATO QUANTO SIA FUORI. HA PURE LAVORATO CON I SEGREGAZIONISTI, NON PUÒ RAPPRESENTARCI. DOBBIAMO FARLO DA SOLI, CON LA FORZA” – VIDEO

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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

caos a minneapolis per la morte di george floyd 31 caos a minneapolis per la morte di george floyd 31 george floyd 41 george floyd 41

I lacrimogeni, i proiettili di gomma, persino gli slogan, sono identici a quelli che sentivamo a Ferguson, New York, Baltimora, quando nel mezzo del mandato del primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti era scoppiata la rabbia del movimento Black Lives Matter.

 

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Ora resta solo da capire se gli scontri di Minneapolis in morte dell' afro americano George Floyd, soffocato da un poliziotto bianco, sono una reazione istintiva ma passeggera, oppure la scintilla di una nuova stagione di proteste che minaccia di trascinarsi fino alle presidenziali di novembre. E magari scontrarsi coi sovranisti, scesi in piazza con i fucili per opporsi alle quarantene del coronavirus: «Loro hanno le armi, ma le abbiamo anche noi», avverte Hawk Newsome, presidente di Black Lives Matter a New York. «Il nostro Paese - aggiunge la candidata al Congresso nel Bronx Chivona Newsome - sta scivolando verso la guerra razziale».

black lives matter movement in new york black lives matter movement in new york

 

Lunedì sera quattro poliziotti di Minneapolis, Dereck Chauvin, Thomas Lane, Tou Thao e Alexander Kueng, avevano fermato Floyd, nero di 46 anni nato a Houston, buttafuori al ristorante Conga Latin Bistro. L' accusa era di aver usato un biglietto falso da 20 dollari in un negozio. Gli agenti lo avevano ammanettato e steso a terra, davanti al Cup Foods all' angolo tra Chicago Avenue e East 38th Street. Chauvin lo teneva bloccato col ginocchio sul collo, quando alcuni passanti si erano messi a riprendere la scena.

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George chiedeva aiuto: «Non posso respirare». Ma Chauvin non aveva mollato, fino a quando lo aveva soffocato a morte. Il video è diventato virale, e martedì sera quell' angolo di Minneapolis si è trasformato in un campo di battaglia, con lacrimogeni, proiettili di gomma, scontri. La gente ha marciato verso il 3rd Precint, il commissariato di Chauvin, lanciando pietre e ripetendo il grido di Floyd: «Non posso respirare!». Il capo della polizia ha licenziato i quattro agenti, ora sotto inchiesta da parte dell' Fbi e della procura della Hennepin Country.

il post instagram di lebron james su george floyd il post instagram di lebron james su george floyd

 

«Devono incriminarli per omicidio», ha chiesto la sorella di George, Bridgett, rappresentata dall' avvocato dei diritti civili Benjamin Crump. Il caso ha mobilitato il campione di basket LeBron James, che ha pubblicato una foto di Chauvin col ginocchio su collo di Floyd, vicino a quella di Colin Kaepernick, quarterback dei San Francisco 49ers, cacciato perché si inchinava durante l' inno prima delle partite, per protestare contro la brutalità dei poliziotti: «Ecco perché lo faceva. Adesso capite?».

trayvon martin trayvon martin

 

George Zimmerman Trayvon Martin George Zimmerman Trayvon Martin

Queste scene ricordano le proteste di Black Lives Matter, fondato nel 2013 dopo l' assoluzione di George Zimmerman, guardia giurata che aveva ammazzato il giovane nero Trayvon Martin, mentre andava a trovare il padre nel suo condominio in Florida. Poi la polizia aveva soffocato Eric Garner a New York, sparato contro Michael Brown a Ferguson, fatto morire Freddie Gray a Baltimora mentre lo trasportava al commissariato, e le rivolte avevano incendiato l' America. Con Trump alla Casa Bianca sono stranamente finite, a parte gli scontri di Charlottesville dell' agosto 2017, quando il neonazista James Fields aveva investito e ucciso Heather Heyer.

 

hawk newsome hawk newsome

Per capire se quella rabbia sta riesplodendo cerco al telefono Hawk Newsome, presidente di Black Lives Matter a New York. Mi risponde da Minneapolis, tra i manifestanti: «In America uccidere i neri in strada è legale. La gente è così a favore della polizia, da essere contro la giustizia». La ragione è sempre il razzismo: «Viviamo in un Paese fondato sulla supremazia bianca, che continua a reggersi sul suprematismo, dalla Casa Bianca ai commissariati. I poliziotti occupano le nostre comunità, come i guardiani degli schiavi occupavano le piantagioni. E l' America bianca non ha alcun desiderio di cambiare».

agente di polizia preme il ginocchio sul collo di george floyd minneapolis agente di polizia preme il ginocchio sul collo di george floyd minneapolis

 

Gli chiedo se la prima presidenza nera non è servita a nulla, e allora mi passa la candidata al Congresso Chivona Newsome: «Obama ha ispirato i neri a credere che potevano avere di più, ma non ha fatto nulla per fermare la brutalità della polizia. Restiamo prede, vittime di crimini di guerra. Se uno di noi viene assalito, la gente si chiede cosa ha fatto per meritarselo».

eric garner eric garner

 

La situazione è peggiorata con Trump: «Come può non essere razzista, uno che dopo gli attacchi dei suprematisti a Charlottesville ha detto che c' erano brave persone da entrambe le parti? L' America è un Paese razzista, è giusto che il mondo lo veda. Hanno tolto i cappucci del Ku Klux Klan, e indossato i cappelli rossi di "Maga", lo slogan elettorale di Trump. Hanno cambiato vestito, non politica».

 

Ma perché le proteste erano esplose con Obama, e sono quasi finite con Trump? «Dopo un po' ti stanchi di marciare. Abbiamo perso la speranza». Allora interviene Hawk: «Per tre anni si è parlato solo di diritti delle donne e immigrati. Ora che ci sono le presidenziali e riscoprono i neri, perché noi reggiamo in piedi il Partito democratico. Ma non ci stiamo più.

omicidio di george floyd 1 omicidio di george floyd 1

 

donald trump si toglie la mascherina 1 donald trump si toglie la mascherina 1

Alzeremo la testa: se un fratello nero vedrà un altro fratello aggredito, interverrà fisicamente a difenderlo. Minneapolis è la sveglia. Torneremo a combattere, per prenderci il potere che l' America non vuole dare». Sono parole dure, che sembrano annunciare lo scontro con i sovranisti: «Loro hanno le armi, ma le abbiamo anche noi». Chivana lo interrompe: «Questo dimostra che presidente è Trump. Tutti vedono che il clima di ingiustizia sociale ci sta portando verso la guerra razziale, ma invece di fingere almeno di riunificare il Paese, lui punta a spaccarlo per aizzare la sua base».

OBAMA BIDEN OBAMA BIDEN

 

Non c' è speranza neanche nell' alternativa: «Biden ha dimostrato quanto sia fuori, con i suoi commenti dell' altro giorno sui neri che non sono neri se non lo votano. Lui ha lavorato pure con i segregazionisti, non può rappresentarci. Dobbiamo farlo da soli, con la forza».

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