elena aubry moto ostiense incidente

“PER ME È COME UNA DROGA, NON RIESCO A FRENARMI” – L’INQUIETANTE CONFESSIONE DEL LADRO DELLE CENERI DI ELENA AUBRY CHE RUBAVA FOTO DI RAGAZZE MORTE DALLE LORO LAPIDI: NEL DIARIO TROVATO DAI CARABINIERI IL NECROFILO 48ENNE HA ANNOTATO 375 FURTI AL CIMITERO CON DATE DI NASCITA E DEI DECESSI. LE IMMAGINI FINIVANO ALLESTITE NELLA SUA CAMERA DA LETTO TRASFORMATA IN UN CAMPOSANTO PRIVATO...

Adelaide Pierucci per “il Messaggero”

 

elena aubry 77

L' appunto con il giorno del furto. E poi il nome, la data di nascita e di morte delle defunte, tutte giovani e belle, di cui rubava le foto al cimitero. Il necrofilo che ha sottratto al Verano le ceneri di Elena Aubry nascondeva un diario sui furti proibiti. Un taccuino in cui annotava i dati delle tombe violate, riportando in maniera metodica l' elenco delle foto in ceramica strappate dalle lapidi, di giovani affascinanti e per lo più con aspetto vintage, che finivano allestite nella sua camera da letto trasformata in un camposanto privato.

 

elena aubry

LA COLLEZIONE «Per me è come una droga, non riesco a frenarmi. Devo rubarle», ha poi spiegato. Chi indaga ha conteggiato 375 violazioni corrispondenti ad altrettante immagini, storie e cimeli. Compresa quella di Elena Aubry, la centaura dagli occhi grandi e dai capelli lunghi, morta a 26 anni a causa dell' asfalto dissestato sull' Ostiense. Il collezionista delle defunte, un quarantottenne di Casal Bertone, solitario e innamorato dei volti delle ragazze morte, con lei aveva fatto un passo avanti. Non si era limitato a ritagliarne la foto attaccata alla lapide, ma direttamente i resti facendo sprofondare la madre nella disperazione e costringendo i carabinieri, che li hanno recuperati il 26 maggio, a una indagine in salita e a tutto campo.

LE CENERI DI ELENA AUBRY TRAFUGATE

 

LA DATA Ora con l' apertura del diario si scopre anche il giorno del furto delle ceneri di Elena. Il 4 marzo 2020, poco prima del lockdown.

«4.3.20 Presa Elena Aubry. Nata 28.10.1992 Morta 6.5.2018», annota il necrofilo nel suo diario feticista. Il successivo aggiornamento è del 5 maggio 2020, dopo la riapertura del Verano, il giorno in cui Graziella Viviano, la madre di Elena, si accorge della sparizione delle ceneri della figlia.

 

«Presa Licia Perla», morta nel 65 a trent' anni. E, stessa data, «Presa Alberta Mostacci, nata 14.5.1939 morta 22.9.1970, a 31 anni». L' elenco è lungo, lunghissimo, da brivido. Eppure il necrofilo indagato per violazione di sepolcro, vilipendio di tomba, sottrazione e occultamento di cadavere per le ceneri della motociclista, ma anche della ricettazione delle centinaia di foto di ragazze morte rubate al Verano, assistito dall' avvocato Daniele Bocciolini, potrebbe presto finire a processo.

 

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LA PERIZIA Dietro alla pulsione irrefrenabile, ha stabilito una perizia, nessuna malattia mentale. «Ogni tanto ho cambiato genere di sottrazione nel camposanto - ha deto l' indagato per giustificare il furto delle ceneri di Aubry - ma mi interessano le fotografie». Rubate con la massima accortezza.

 

Per non essere notato, per eludere la sorveglianza, ha specificato ad Angelo Giannetti, lo psichiatra che lo ha esaminato, «sceglievo giorni e orari e portavo, come escamotage, cibo ai gatti tra le tombe». Le fotografie diventavano pegni per arricchire collezione. «Le più belle - ha sottolineato l' indagato - le tenevo esposte, con le cornici. Per me erano sacre. Altre le nascondevo per non farle vedere troppo». «Il mio assistito - ha dichiarato Bocciolini - risulta pienamente capace di intendere e di volere.

ELENA AUBRY CON LA MAMMA GRAZIELLA

 

Pertanto, sempre nel pieno rispetto delle famiglie dei defunti, sto cercando di approfondire i contorni di questa inquietante vicenda col mio assistito». Una ferita senza fine per Graziella Viviano, la mamma di Ellena.

 

«Mia figlia, ieri, il 28 ottobre, avrebbe compiuto 28 anni. Abbiamo lanciato una lanterna verso il cielo». Quando, l' 11 luglio, ha riavuto i suoi resti, «l' ho riportata su una moto al mare, ma anche sul punto in cui è volata via. C' era un cantiere. Non è morta invano».

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