truffa casa banda della magliana

LA MALAVITA ERA DI CASA - TRA GLI ARRESTATI PER LA TRUFFA DELL'APPARTAMENTO VENDUTO A ROMA C'È ANCHE MARIO MATTEI, GIÀ FINITO NEI CASINI COME PRESTANOME DI MASSIMO NICOLETTI, FIGLIO DELLO STORICO CASSIERE DELLA BANDA DELLA MAGLIANA - ORA IL GRUPPO DI PRESUNTI CRIMINALI È ACCUSATO DI AVER RAGGIRATO UNA GIOVANE COPPIA, CONVINTA A SBORSARE 245 MILA EURO PER UN APPARTAMENTO CHE ERA DI ALTRI - NELLA FRODE È CASCATA ANCHE UNA BANCA CHE AVEVA CONCESSO IL MUTUO...

Michela Allegri per "Il Messaggero"

 

truffa della casa

Una messinscena degna di un Oscar: un annuncio su Immobiliare.it, documenti falsi, visite guidate, atti di compravendita vistati addirittura da un notaio, un mutuo concesso da un istituto di credito.

 

In tanti sono stati raggirati da Mario Mattei, 58 anni, e Nagla Alagrebi, 45 anni. Nel 2019, i due sarebbero riusciti a vendere a una giovane coppia un appartamento che non era nella loro disponibilità. Una volta incassati i soldi, 245mila euro in tutto, in parte ottenuti tramite un mutuo intestato ai coniugi raggirati, sarebbero riusciti a fare sparire ogni centesimo, riciclando il denaro con l'aiuto di tre complici: Massimo Mannarà, Francesco Carpentieri e Mario Bazzurri.

 

truffa della casa a roma 3

È l'ipotesi della Procura di Roma, che ha chiesto e ottenuto l'arresto di tutta la banda, con accuse che vanno dalla truffa al falso, fino al riciclaggio. All'appello, però, mancano altre persone che avrebbero aiutato gli indagati.

 

Intanto i 5 sono in carcere. Per Mannarà e Mattei non sono i primi guai con la giustizia: la Guardia di finanza, che ha svolto gli accertamenti, ha scoperto che il primo ha diversi precedenti per bancarotta, furto, appropriazione indebita, mentre il secondo era già stato arrestato in un'altra inchiesta: l'accusa era trasferimento fraudolento di valori come «prestanome di Massimo Nicoletti, figlio di Enrico, storico cassiere della Banda della Magliana», annota il gip Valerio Savio.

massimo nicoletti

 

Ora Mattei sarebbe il protagonista di quella che il giudice definisce un'«odiosa truffa, in grado di rovinare il futuro di una giovane famiglia che si appresta ad acquisire la prima casa», con un «meccanismo capace di trarre in inganno, oltre che le vittime, un notaio e un istituto di credito».

 

IL RAGGIRO

È il 2019 quando - secondo la ricostruzione dei pm - Mattei inserisce un annuncio sul portale Immobiliare.it, pubblicizzando la vendita di un appartamento in via Mario Ridolfi 20, periferia ovest della Capitale. La giovane coppia risponde e lui organizza le visite.

 

enrico nicoletti storico cassiere della banda della magliana 3

Dentro alla casa c'è un'inquilina che mostra l'immobile e descrive le recenti opere di ristrutturazione. Presentandosi un giorno a sorpresa, gli acquirenti scoprono che non si tratta della proprietaria, ma di una donna che risiede lì in comodato d'uso gratuito. Mattei organizza quindi un incontro, nell'appartamento, con una donna che viene presentata come la proprietaria: Giada G. che, in realtà, è l'Alagrebi, munita di un falso documento.

enrico nicoletti storico cassiere della banda della magliana 1

 

Quel giorno, l'appartamento di via Ridolfi è pieno di valigie e scatoloni: agli acquirenti viene detto che l'inquilina sta organizzando il trasloco. Si procede quindi con la vendita. Il documento falso della Alagrebi riesce a ingannare sia i dipendenti della banca che concedono il mutuo, sia il notaio che stipula l'atto. Quando la coppia arriva a casa, però, trova nuovamente l'inquilina, che dice di essere stata a sua volta raggirata: per andarsene le sarebbero stati promessi 170mila euro, mai ottenuti.

 

enrico nicoletti storico cassiere della banda della magliana 2

La sua versione non convince gli inquirenti: sostiene di essere stata indotta a vendere mesi prima quella casa, di avere firmato tutti gli atti per la cessione a Giada G. e di non avere mai ricevuto il denaro.

 

Dice anche di essersi accodata per cedere la nuda proprietà dell'immobile, ma di avere firmato, a sua insaputa, gli atti per la vendita. La proprietaria, quindi, le avrebbe fatto il contratto di comodato d'uso. Da qui le denunce, le indagini, la scoperta del raggiro, del riciclaggio e dei documenti falsi.

 

truffa della casa a roma 4truffa della casa a roma 2truffa della casa a roma 5truffa della casa a roma 1

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)