MASCHERINE E SMASCHERATI – MILIONI DI MASCHERINE SENZA CERTIFICAZIONE INTRODOTTE SUL MERCATO A PREZZI ESORBITANTI PER FREGARE ENTI PUBBLICI NEL MOMENTO PEGGIORE DELLA PANDEMIA: LA PROCURA DI ROMA HA APERTO QUATTRO FASCICOLI PER VERIFICARE SE ALL’INTERNO DELLE AMMINISTRAZIONI CI SIANO FUNZIONARI CHE ABBIANO AGEVOLATO AZIENDE IN CAMBIO DI SOLDI - AL MOMENTO  CI SONO UNA DECINA DI INDAGATI PER FRODE, MA IL NUMERO È DESTINATO A IMPENNARSI VISTO LA MOLE DEI SEQUESTRI

Condividi questo articolo


Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

 

sequestro mascherine 8 sequestro mascherine 8

Milioni di mascherine immesse sul mercato senza la certificazione oppure pagate a prezzi da capogiro. Intere partite reperite nel momento peggiore della pandemia da coronavirus con finte fideiussioni e vendute agli enti pubblici a costi esagerati, anche dieci, cento volte più del valore reale. Con un esborso di soldi da parte dello Stato per centinaia di milioni di euro.

 

sequestro mascherine 9 sequestro mascherine 9

Passata la fase dell'emergenza più grave, la Procura di Roma si concentra sulle forniture dei dispositivi ritenuti indispensabili per proteggere il personale sanitario e i cittadini. Sono quattro i fascicoli aperti dal gruppo di magistrati guidati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, una decina gli indagati per frode in commercio.

 

sequestro mascherine 13 sequestro mascherine 13

Primo passo di un'indagine che mira pure a verificare se all'interno delle amministrazioni (Regione, aziende sanitarie, Protezione civile) ci siano funzionari infedeli che abbiano agevolato aziende in cambio di soldi. Dunque se dietro il grande affare che ha segnato i primi mesi dell'epidemia ci siano episodi di corruzione.

 

sequestro mascherine 12 sequestro mascherine 12

Mazzette versate a chi doveva stilare la lista dei fornitori per riuscire a essere inseriti. Un lavoro capillare svolto dai pubblici ministeri anche grazie all'impegno dell'Agenzia delle Dogane guidata da Marcello Minenna che ha bloccato numerosi carichi, segnalando tutte le irregolarità compiute e consentendo di ricostruire il percorso dalla produzione all'estero sino all'arrivo alla frontiera e - quando è accaduto - alla consegna.

 

sequestro mascherine 7 sequestro mascherine 7

I numeri dei sequestri effettuati forniscono il quadro di quanto accaduto in questi mesi dimostrando che la speculazione era ben più ampia, visto che oltre al blocco di 4 milioni e 800 mila mascherine nei magazzini sono rimasti 65 mila e 800 dispositivi per la terapia intensiva, oltre 26 milioni di guanti monouso, 216 mila tute, più di 47 mila occhiali e persino 86 mila confezioni di alcool.

 

Prodotti non conformi alle norme, la maggior parte con una certificazione fasulla. Sin dalla fine di febbraio scorso era apparso chiaro quanto il reperimento di mascherine potesse trasformarsi in una svolta economica per le aziende, ma pure per gli intermediari. L'Italia, infatti, non produceva questo tipo di dispositivi di protezione e per ovviare alle carenze negli ospedali, nelle Rsa, nelle strutture private e anche per consentire ai cittadini di uscire di casa, è scattata la corsa all'accaparramento.

sequestro mascherine 4 sequestro mascherine 4

 

Così, mentre alcune società chiedevano al ministero della Salute il via libera per riconvertire la propria attività, altri si concentravano sui contatti con ditte estere, soprattutto cinesi. E si affidavano a mediatori per riuscire ad aggiudicarsi le forniture. Alcuni sono stati indagati per aver preteso milioni di euro per favorire il contatto che in realtà si è rivelato inesistente.

 

sequestro mascherine 5 sequestro mascherine 5

Altri si sono adoperati per far elargire fideiussioni oppure polizze a garanzia agli enti pubblici - è il caso delle mascherine vendute alla Regione Lazio - che si sono poi rivelate false. Il caso più eclatante agli inizi di aprile ha portato all'arresto di un imprenditore che si era aggiudicato una gara Consip da 253 milioni di euro per 24 milioni di mascherine che dovevano essere consegnate entro tre giorni e invece non esistevano. In alcuni casi si è scoperto invece che le mascherine ordinate non erano conformi agli standard. Milioni di pezzi sono stati buttati perché una volta arrivati in dogana si è accertato che non avevano alcuna certificazione.

sequestro mascherine 10 sequestro mascherine 10

 

Ed è scattata l'indagine penale perché la fornitura era stata pagata nel timore di non riuscire ad ottenerla. Alcuni imprenditori - quando esisteva uno standard minimo di requisiti - hanno preferito optare per la declassificazione da «filtranti» a «generiche». Sono le mascherine di stoffa che non possono essere utilizzate dalle strutture sanitarie e sono state riciclate. Altri, infine, sono stati indagati perché hanno consegnato prodotti differenti da quelli acquistati, nonostante ne avessero garantito la funzionalità.

sequestro mascherine 2 sequestro mascherine 2 sequestro mascherine 11 sequestro mascherine 11 MASCHERINE SEQUESTRATE MASCHERINE SEQUESTRATE MASCHERINE SEQUESTRATE MASCHERINE SEQUESTRATE sequestro mascherine 3 sequestro mascherine 3 sequestro mascherine 1 sequestro mascherine 1 sequestro mascherine 6 sequestro mascherine 6

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…

DAGOREPORT –  PER SALVARE IL "CAMERATA" ROSSI, PROSSIMO A.D. RAI, UNA MELONI INCAZZATISSIMA VUOLE LA TESTA DEL COLPEVOLE DEL CASO SCURATI PRIMA DEL 25 APRILE: OGGI SI DECIDE IL SILURAMENTO DI PAOLO CORSINI, CAPO DELL'APPROFONDIMENTO (DESTINATO AD ESSERE SOSTITUITO DOPO LE EUROPEE DA ANGELA MARIELLA, IN QUOTA LEGA) – SERENA BORTONE AVEVA PROVATO A CONTATTARE CORSINI, VIA TELEFONO E MAIL, MA SENZA RICEVERE RISPOSTA - ROSSI FREME: PIÙ PASSA IL TEMPO E PIU’ SI LOGORA MA LA DUCETTA VUOLE LE NOMINE RAI DOPO IL VOTO DEL 9 GIUGNO SICURA DEL CROLLO DELLA LEGA CON SALVINI IN GINOCCHIO…)