I MIGRANTI DELLA SALUTE - POCHE STRUTTURE E SEMPRE MENO LETTI NEGLI OSPEDALI: ALMENO UN MILIONE DI PERSONE SCAPPA DAL SUD PER LE CURE MEDICHE - PER LA RIABILITAZIONE NEUROLOGICA PER IL RECUPERO DI CHI HA SUBITO GRAVI DANNI SPINALI O ICTUS INVALIDANTI, IL FABBISOGNO SAREBBE DI 6.125 LETTI MA CE NE SONO SOLO 2.328 - IN CAMPANIA CI SONO 32 LETTI ANZICHÉ 595…

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Paolo Russo per “la Stampa”

 

Sempre meno letti negli ospedali e poche strutture alternative nel territorio soprattutto al Sud fanno lievitare le fila dei migranti della salute. Sono 713mila i pazienti dal Lazio in giù costretti a fare le valigie per trovare un posto in reparto. I ricoveri fuori regione erano il 7,6% di quelli complessivi nel 2010, sono cresciuti all' 8,8%. Un esercito che sale a un milione, se si considera anche chi emigra per accertamenti diagnostici complessi.

operazione chirurgica 2 operazione chirurgica 2

Flusso generato in particolare da chi cerca un posto in reparti di ortopedia, chirurgia generale e riabilitazione.

 

A disegnare la nuova mappa dei viaggi della speranza è un rapporto dell' Università Bocconi presentato oggi a Bari, in occasione dell' inaugurazione del nuovo ospedale di ricerca, ricovero e medicina riabilitativa del gruppo Maugeri. Grafici e tabelle che rilevano una volta per tutte la correlazione tra tagli ai posti letto e migrazioni sanitarie. Sedici regioni su ventuno sono al di sotto dei 3,7 posti letto ogni mille abitanti, standard stabilito da un decreto ministeriale del 2015 e che è il più basso d' Europa.

 

A salvarsi e di poco sono le province autonome di Trento e Bolzano, Emilia Romagna, Molise, Valle d' Aosta, Piemonte e Lombardia. Mentre a scendere sotto la già scarsa media nazionale sono Marche, Basilicata, Abruzzo, Sicilia, Campania, Puglia, Calabria e Toscana. Fatta eccezione per quest' ultima, che vanta però un' ottima rete di servizi territoriali, tutte regioni che esportano pazienti. Lo stesso gruppo di regioni lo si ritrova anche nella bassa classifica dei posti letto per le lungodegenze.

formiche sul corpo di una donna in ospedale 1 formiche sul corpo di una donna in ospedale 1

 

Per non parlare della riabilitazione, dove per quella neurologica di alta specialità indirizzata al recupero di chi ha subito gravi danni spinali o ictus altamente invalidanti, il fabbisogno sarebbe di 6.125 letti, mentre i dati del Ministero della salute dicono che ce ne sono solo 2.328. Con le solite grandi disparità regionali: Sicilia e Molise coprono quasi il loro fabbisogno, in Campania ci sono 32 letti anziché 595.

 

In Sardegna la dotazione di letti è del 443% inferiore al necessario e anche in Piemonte, Calabria e Friuli si registrano carenze del 300 e più per cento. Anche se si parla di riabilitazione neurologica a minor tasso di complessità la carenza di letti è palesata dai numeri.

 

ospedale 3 ospedale 3

Secondo le società scientifiche dovrebbero essere oltre 29mila, non arrivano a 23mila. Dove le dotazioni sono più insufficienti, maggiore è il numero di migranti sanitari. Che alla fine creano un circolo vizioso, perché le regioni che li accolgono fatturano le prestazioni fornite a quelle di provenienza per un conto di 4,3 miliardi. Soldi che sarebbe stato meglio spendere per creare quello che non c'è.

 

Ma il fenomeno delle migrazioni sanitarie è anche figlio della discriminazione sociale.

Perché al centro-nord quando il servizio pubblico non soddisfa le esigenze degli assistiti, soprattutto per i tempi di attesa, si sopperisce aprendo il portafoglio. Al Sud si fanno le valigie. Magari finendo per intasare ancor di più le liste d' attesa. Ad eccezione di Marche e Umbria infatti a nord della Campania le famiglie spendono per le cure nel privato più della media nazionale di 604 euro l' anno. Con la Valle d' Aosta che tocca i 1.030 euro di spesa, seguita dalla Lombardia con 793 euro, mentre la Campania, terra di migranti, si ferma a 374 euro.

ospedale 2 ospedale 2

 

Per uscire da questa situazione il Ministro della salute, Roberto Speranza, ha portato a casa con la manovra due miliardi in più per l'edilizia sanitaria. «Ma occorre anche invertire la rotta del privato, che oggi investe poco al Sud, dove serve creare strutture ma anche competenze e organizzazione.

 

Perché se la prima causa di esodo sanitario dalla Puglia è l' intervento all' alluce valgo, vuol dire che non è questione di carenza di alta specializzazione ma di offerta che non soddisfa la domanda», afferma Paolo Migliavacca, direttore generale degli Istituti clinici scientifici Maugeri, che a Bari hanno investito 30 milioni per un nuovo ospedale di alta specialità da 246 posti letto, tirato su in 15 mesi. Esempio di come al Sud si possa invertire il senso di marcia.

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