frances haugen

LA MISTERIOSA “TALPA” DI FACEBOOK, CHE STA FACENDO TREMARE IL SOCIAL NETWORK, È USCITA ALLO SCOPERTO: SI CHIAMA FRANCES HAUGEN, HA LAVORATO PER DUE ANNI COME INGEGNERE INFORMATICO ADDETTO AI DATI ALL’INTERNO DELL’AZIENDA - FACEBOOK HA SEMPRE MOSTRATO DI PREFERIRE IL PROFITTO RISPETTO ALLA SICUREZZA DEGLI UTENTI. PENSAVA CHE SE FOSSERO CAMBIATI GLI ALGORITMI PER RENDERE IL SISTEMA PIÙ SICURO, LA GENTE AVREBBE SPESO MENO TEMPO SUI SOCIAL, AVREBBERO CLICCATO MENO LE INSERZIONI PUBBLICITARIE E FATTO MENO SOLDI"

Ilaria Betti per https://www.huffingtonpost.it

 

frances haugen

La misteriosa “gola profonda” di Facebook, la “talpa” che sta facendo tremare il gigante dei social network è uscita allo scoperto. Si chiama Frances Haugen, ha lavorato per due anni come ingegnere informatico addetto ai dati all’interno dell’azienda, e non ne poteva più delle ingiustizie che vedeva consumarsi sotto i suoi occhi. Così ha raccolto decine di documenti, li ha passati al Wall Street Journal e infine “ci ha messo la faccia” in un’intervista a “60 Minutes” in onda su CBS News.

 

frances haugen 3

Lì ha sganciato la bomba: “Facebook ha sempre mostrato di preferire il profitto rispetto alla sicurezza degli utenti”, ha dichiarato. Secondo quanto riportato dall’ex dipendente, il social media aveva adottato sistemi di sicurezza per controllare la disinformazione prima delle elezioni presidenziali del 2020, ma poi li aveva allentati di proposito dando priorità “alla crescita piuttosto che alla sicurezza”.

 

Proprio l’abbandono di tali sistemi di sicurezza sarebbe corresponsabile anche dell’assalto al Congresso del 6 gennaio scorso. “Avevano pensato che se avessero cambiato gli algoritmi per rendere il sistema più sicuro, la gente avrebbe speso meno tempo sui social, avrebbero cliccato meno le inserzioni pubblicitarie” e Facebook “avrebbe fatto meno soldi”, ha dichiarato la Haugen.

 

zuckerbeRG SOLDI

Tutto è cominciato quando John Tye, fondatore dell’organizzazione nonprofit “Whistelbower Aid”, è stato contattato da una donna che sosteneva di aver lavorato a Facebook. Che non fosse una cliente qualunque Tye e il suo team lo hanno capito subito: aveva avuto accesso a centinaia di pagine di documenti interni e fino a quel momento “segreti”, custoditi gelosamente dal più influente social network del mondo. Tye ha deciso di rappresentarla e le ha consigliato di utilizzare uno pseudonimo: “Sean”. “Una persona coraggiosa - così la descrive oggi l’avvocato al New York Times -. Si è presa un rischio personale e si è schierata contro un’azienda da trilioni di dollari”.

 

frances haugen 4

Ma chi è davvero Frances Haugen? Trentasette anni, di professione product manager, ha lavorato per circa due anni nel “civic misinformation team” di Facebook prima di lasciare il suo posto di lavoro a maggio. Prima di rivelare la sua identità al pubblico, il team che l’assiste le ha consigliato di creare un account Twitter e un sito web personale. Sul sito viene descritta come “un avvocato per la sorveglianza pubblica dei social media”.

 

Nativa di Iowa City, ha studiato ingegneria elettronica all’Olin College e ha ottenuto un MBA ad Harvard. Ha poi lavorato con gli algoritmi in aziende come Google, Pinterest e Yelp. A giugno 2019 si è spostata a Facebook.

 

zuckerbeRG SOLDI

Lì ha iniziato ad avere dei problemi: nell’intervista a “60 Minutes” spiega di aver lavorato in diversi social network nella sua carriera ma di non aver mai trovato una situazione peggiore di quella di Facebook. Era atterrita da quello che vedeva ogni giorno con i suoi occhi: l’azienda metteva ripetutamente i suoi interessi prima di quelli del pubblico. Quindi ha iniziato a copiare pagine e pagine di ricerche interne per avere dei documenti concreti da mostrare eventualmente in un’aula di tribunale.

 

Molti dei documenti segreti sono stati, pian piano, passati al The Wall Street Journal che ha potuto pubblicare inchieste interessanti, come quella del potere di Instagram sulle teenager. Stando alle ricerche interne, il social network era ben consapevole dell’influsso negativo sulla salute mentale dei più giovani.

 

frances haugen

“Noi peggioriamo i problemi di immagine corporea per una ragazza adolescente su tre - si leggeva in una slide del 2019 -. Il 32% delle adolescenti afferma che quando si sente male con il proprio corpo, Instagram le fa sentire peggio”. Un’altra spiegava che “gli adolescenti incolpano Instagram per gli aumenti del tasso di ansia e depressione”. Da un altro studio emerge come per oltre il 40% la percezione di non essere abbastanza attraenti sia nata proprio con l’utilizzo di Instagram.

 

Non ha avuto paura di parlare, Frances. Nell’intervista a “60 Minutes” Haugen racconta di aver presentato diverse denunce alla Sec, la Consob americana, nelle quali accusava il social di aver nascosto le sue ricerche e i suoi studi agli investitori e al pubblico.

zuckerbeRG SOLDI

 

Ogni lettera indirizza all’organismo faceva un paragone tra le prese di posizione pubbliche di Mark Zuckerberg e i dati interni che l’azienda possedeva. Facebook avrebbe contribuito anche alla diffusione di fake news durante le elezioni e l’assalto a Capitol Hill. “Mentre pubblicizzava il suo impegno contro la disinformazione e gli estremismi nati dalle elezioni del 2020 e la relativa insurrezione, in realtà Facebook sapeva benissimo che i suoi algoritmi e le sue piattaforme promuovevano questo tipo di contenuti”, si legge in una di queste cover letter. “Facebook ha fallito nel prendere contromisure interne”.

 

frances haugen

L’ex dipendente ha poi parlato con diversi senatori, come Marsha Blackburn del Tennessee e Richard Blumenthal, democratico del Connecticut e anche con loro ha condiviso i documenti. Blumenthal dice che fin dall’inizio la Haugen si è mostrata una fonte attendibile e solida. Ma non si è fermata qui. Si è confrontata anche con avvocati in Francia e Gran Bretagna, così come con membri del Parlamento Europeo.

 

Perché fa tutto questo? In un video postato su Whistleblower Aid, Haugen afferma che il suo scopo non è quello di far fallire Facebook o di assestargli un duro colpo, anche perché quest’ultimo comunque non risolverebbe i tanti problemi dell’azienda. Afferma che il suo obiettivo ha a che fare solo con la trasparenza. “Credo che potremmo fare di meglio - si legge nel suo tweet -. Insieme possiamo creare un social media che tiri fuori il meglio di noi. Possiamo risolvere i problemi insieme, non risolviamoli da soli”.

 

frances haugen

La reazione di Facebook non si è fatta attendere. Nick Clegg, vice presidente della sezione “Global affairs”, ha inviato ai dipendenti un memo di 1500 parole in cui si preannunciava quello che la “gola profonda” avrebbe detto alla trasmissione e ha definito queste accuse “fallaci”. Alla CNN ha difeso poi l’azienda, affermando che la piattaforma riflette il “bello, il brutto e il cattivo dell’umanità” e che fa di tutto per “mitigare il brutto, ridurlo e amplificare ciò che c’è di buono”.

Mark Zuckerberg

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."