NETANYAHU PUÒ DORMIRE SONNI TRANQUILLISSIMI: UN EVENTUALE MANDATO DI ARRESTO NON POTRÀ MAI ESSERE APPLICATO – LA DECISIONE DEL PROCURATORE DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE È IN CONTRASTO CON LO STATUTO DI ROMA CHE REGGE LA STESSA CORTE (E CHE ISRAELE NON HA FIRMATO) - IL SUO OBIETTIVO È INFATTI GIUDICARE I CRIMINALI DI GUERRA QUANDO GLI ORDINAMENTI DEI SINGOLI PAESI NON VOGLIONO O NON POSSONO FARLO. E MENTRE A GAZA NESSUN GIUDICE SI SOGNERÀ MAI DI INDAGARE I TAGLIAGOLE DI HAMAS, ISRAELE È UNA DEMOCRAZIA. E INFATTI NETANYAHU È SOTTO INDAGINE DAL 2016 E SOTTO PROCESSO DAL 2019...

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1. ISRAELE COME HAMAS? COSÌ IL PROCURATORE KHAN MINA IL DIRITTO PENALE INTERNAZIONALE

Giorgio Rutelli per www.adnkronos.com

 

KARIM KHAN KARIM KHAN

Dopo due anni e mezzo dall'invasione dell'Ucraina, la Corte Penale Internazionale è riuscita a produrre solo un mandato di cattura per Vladimir Putin e solo per l'accusa di aver deportato bambini dal territorio ucraino con lo scopo di sottrarli alle loro famiglie e rieducarli secondo la cultura russa.

 

Niente per il massacro di Bucha, per le fosse comuni di Izium dove sono stati ritrovati 447 cadaveri, niente per i missili sui civili, sugli ospedali, sulle centrali elettriche.

 

foto ostaggi in mano ad hamas foto ostaggi in mano ad hamas

Ora il Procuratore Generale Karim Ahmad Khan, dopo sei mesi di guerra tra Israele e Hamas e senza aver compiuto alcuna indagine degna di questo nome, chiede in contemporanea l'arresto di Netanyahu, del ministro della Difesa Gallant e dei vertici di Hamas Sinwar, Al Masri e Haniyeh.

 

Mettendo sullo stesso piano lo Stato di Israele e la milizia terrorista che ha rivendicato con orgoglio e sadismo il brutale attentato del 7 ottobre.

Benjamin Netanyahu Benjamin Netanyahu

 

È la prima volta che accade per il capo di governo in carica di un Paese democratico, ed è una mossa in totale contrasto con lo Statuto di Roma che regge la Corte istituita nel 2002 all'Aia.

 

Non solo perché Israele (come Stati Uniti, Russia, Cina) non ha mai aderito alla Corte. Ma perché il suo - unico - compito è quello di giudicare i criminali di guerra quando i loro ordinamenti giudiziari non vogliono o non possono farlo.

 

E mentre a Gaza non esiste giudice che si sognerebbe di indagare i boss della guerra permanente, Benjamin Netanyahu è sotto indagine dal 2016 e sotto processo dal 2019. 

 

Il sistema giudiziario israeliano, e con esso una grossa fetta della popolazione, lo ha sfidato apertamente quando ha provato a far passare una radicale riforma della giustizia. Se si è macchiato di crimini di guerra o contro l'umanità (almeno il genocidio, il procuratore Khan, glielo ha risparmiato), potrebbe senza dubbio essere messo sotto inchiesta dai magistrati del suo Paese.

 

attacco di hamas del 7 ottobre 3 attacco di hamas del 7 ottobre 3

Eppure il procuratore non sembra essere alla ricerca della giustizia, non avendo (lui o altri suoi colleghi) messo piede a Gaza. Un gruppo di funzionari dall'Aia doveva atterrare in Israele due giorni fa per discutere di fatti e prove, ma Khan aveva già deciso che la guerra in Medio Oriente dovrà essere la sua “eredità duratura” (lo scrive il “Financial Times”), e ha preferito fare il suo annuncio bruciando le tappe.

 

Il primo capo di accusa è quello di aver “affamato i civili come strumento di guerra”, con 31 abitanti della Striscia che sarebbero morti di malnutrizione e disidratazione.

 

carestia a gaza 4 carestia a gaza 4

Secondo i dati israeliani, 542.570 tonnellate di aiuti e 28.255 camion di viveri sono entrati a Gaza dall'inizio del conflitto. Dunque, anche se queste morti sono state causate dalla terribile condizione in cui si trova oggi Gaza, non si può dire che siano frutto di un piano deliberato e univoco.

 

Mentre Hamas negli ultimi 20 anni ha preso i miliardi di euro in aiuti umanitari ricevuti dall'Europa e dagli Stati Uniti e li ha trasformati in kalashnikov, razzi, tunnel sotto gli ospedali usati come depositi di munizioni e carceri per prigionieri civili israeliani.

 

benjamin netanyahu 7 benjamin netanyahu 7

Hamas ha trasformato Gaza in una fortezza militare e in una fabbrica eterna di disperazione e frustrazione esistenziale per la popolazione palestinese, Israele da sei mesi reagisce (per quanto in modo violentissimo) al più efferato attentato mai subito contro la sua stessa esistenza.

 

Nelle prossime settimane, tre giudici dovranno stabilire se le richieste di arresto sono legittime. Ma la decisione non avrà nessun effetto concreto: l'ex presidente sudanese Omar Bashir ha un mandato sulla testa dal 2009 per lo sterminio in Darfur e non è mai stato catturato.

 

ATTACCO ISRAELIANO ALL OSPEDALE NASSER DI KHAN YUNIS ATTACCO ISRAELIANO ALL OSPEDALE NASSER DI KHAN YUNIS

Quello che cambierà sarà l'atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Corte Penale Internazionale: Washington ha firmato ma non ha mai ratificato lo Statuto, e durante la presidenza Trump c'era stato un ulteriore irrigidimento (si parlava di perseguire soldati americani per le loro azioni in Afghanistan).

 

Invece negli ultimi mesi sia l'Amministrazione Biden che alcuni membri del Congresso stavano lavorando per dare nuova linfa politica alla Corte, e favorire le indagini sui crimini commessi in Ucraina. La mossa del procuratore, definita “oltraggiosa” dal presidente americano, avrà come unico risultato di rendere ancora più settario e inefficace il diritto penale internazionale.

 

2. LE INDAGINI CHE KHAN NON HA FATTO PRIMA DI ACCU­SARE ISRAELE

benjamin netanyahu benjamin netanyahu

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

 

Dietro alle minacce di un mandato di arresto contro il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant c’era un lavorio accorto, una triangolazione assennata tra Stati Uniti, governo israeliano e lo staff del procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan.

 

Gli accordi prevedevano che la squadra del procuratore e Khan stesso si recassero in Israele per discutere le indagini, parlare con il governo, valutare la natura degli aiuti umanitari mandati nella Striscia e verificare il meccanismo per farli entrare a Gaza. La visita di Khan, secondo accordi, sarebbe stata preceduta da quella della sua squadra che era attesa ieri in Israele.

 

KARIM KHAN KARIM KHAN

Nessuno del gruppo però è salito sull’aereo, e il governo israeliano è stato informato della decisione quando ormai Khan aveva mosso le sue accuse.

 

 

La squadra del procuratore sapeva già di non dover partire quando Khan dritto davanti alle telecamere ha accusato Netanyahu e Gallant, accostandoli ai capi di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif, Ismail Haniyeh.

 

[…] E’ stato il segretario di stato americano Antony Blinken a raccontare del viaggio che Khan e la sua squadra avrebbero dovuto compiere in Israele, ha parlato dell’impegno del governo israeliano di collaborare all’indagine e ha concluso: “Queste circostanze mettono in discussione la legittimità e la credibilità dell’indagine”.

 

Yahya Sinwar Yahya Sinwar

Gli Stati Uniti e Israele non hanno ratificato lo Statuto di Roma, che è alla base della Corte penale internazionale, ci vorranno mesi prima che la Corte prenda una decisione sulle accuse contro Netanyahu e Gallant, ma il timore dell’amministrazione americana è che la prima vittima delle azioni di Khan siano i negoziati per raggiungere un accordo tra Israele e Hamas.

 

Lo scorso fine settimana, il segretario americano per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, ha incontrato i leader israeliani e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, ha detto che Yahya Sinwar si sente abbastanza forte da rifiutare un’intesa perché sa che la pressione internazionale contro Gerusalemme aumenterà, quindi prevede che può chiedere sempre di più allo stato ebraico, qualsiasi accordo anche a costo di compromettere la sua sicurezza.

 

La decisione di Khan di andare davanti alle telecamere prima che in Israele è un colpo a ogni negoziato, mentre gli Stati Uniti stanno coinvolgendo l’Arabia Saudita per strutturare un piano per Gaza.

 

yoav gallant benjamin netanyahu yoav gallant benjamin netanyahu

Israele è una società molto critica, aspra nei confronti del governo, ma nessuno ha accettato l’equivalenza tra Sinwar e Netanyahu. Alcuni giornalisti israeliani, che da mesi evidenziano i grandi errori di comunicazione del governo, hanno detto che l’accusa di Khan è il risultato di mesi di dichiarazioni mal gestite, della mancanza di sforzi per mostrare cosa stava facendo Israele, dell’atteggiamento di una classe politica abituata a essere accusata e a essere trattata come il bullo del medio oriente. […]

 

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