il colonnello egiziano uhsam helmi processo giulio regeni

COSI’ IL CAIRO HA DEPISTATO LE INDAGINI SUL CASO REGENI – UNO DEI QUATTRO 007 EGIZIANI IMPUTATI PER LA MORTE DEL RICERCATORE ITALIANO HA PARTECIPATO ALLE INDAGINI SUL CASO. ERA PRESENTE ANCHE NEI SOPRALLUOGHI NELL’ABITAZIONE DI REGENI E DOVE È STATO RITROVATO IL CADAVERE – SI TRATTA DEL COLONNELLO EGIZIANO UHSAM HELMI, INCASTRATO DA ALCUNE FOTO E IDENTIFICATO IN AULA DAL COLONNELLO DEL ROS, LORETO BISCARDI – HELMI SAPEVA TUTTO DEGLI SVILUPPI DELL’INDAGINE, HA AVUTO IL TEMPO DI TUTELARSI E DI DILEGUARSI – L'INCIDENTE STRADALE, LA PISTA SESSUALE E QUELLA DELLE OPERE D'ARTE TRAFUGATE: TUTTE LE BUGIE DEGLI EGIZIANI PER EVITARE LA VERITA’...

Estratto dell’articolo di Andrea Ossino per https://roma.repubblica.it/

 

Il colonnello egiziano Uhsam Helmi

C’era agli incontri tra investigatori italiani ed egiziani. Anche durante i sopralluoghi congiunti nell’abitazione di Giulio Regeni o quando la polizia ha percorso la strada che conduce fino alla metropolitana di piazza Tahir, dove il 25 gennaio 2016 il ricercatore è stato sequestrato.

 

Il colonnello Uhsam Helmi era presente sempre, anche quando il 10 febbraio la squadra di esperti italiani è stata accompagnata sul luogo dove è stato fatto ritrovare il cadavere di Regeni, lungo un cordolo di cemento armato, sul cavalcavia che incrocia la Cairo Alessandria Desert Road.

 

“Quello con gli occhiali da sole è il colonnello Helmi, era presente molto spesso”, conferma in aula il colonnello del Ros dei carabinieri Loreto Biscardi, mentre sullo schermo scorrono le immagini dell’imputato sulla scena del crimine, in prima linea con i colleghi egiziani e italiani.

 

giulio regeni

Il testimone, spronato dalle domande del procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, rivela che uno dei quattro imputati del processo ha seguito le indagini da vicino. Sapeva gli sviluppi, aveva il tempo di tutelarsi. Non c’è da stupirsi dunque se al momento opportuno si è volatilizzato, quando le accuse di sequestro, tortura e omicidio hanno puntato verso gli agenti della National Agency del Cairo.

 

E non sorprende dunque neanche il fatto che agli investigatori italiani siano state fornite le piste investigative più disparate, nessuna minimamente vicina alla verità alla quale è poi arrivata la procura di Roma. “La primissima ipotesi prospettata dalla National Agency – conferma in aula il direttore dello Servizio Centrale Operativo della polizia Vincenzo Nicolì - era relativa a un incidente stradale”.

 

helmy uhsam

“Ma era incompatibile sia per la posizione del cadavere sia per le condizioni del ritrovamento del corpo”, prosegue. “Al team investigativo italiano – spiega - man mano che si andava avanti furono prospettate diverse ipotesi tutte corroborate verbali di sommarie informazioni o da attività giornalistiche che ci venivano prospettate come ipotesi”. Ancora: “Una delle piste più suggerite fu quella di un ipotetico coinvolgimento di Giulio Regeni in un traffico di opere rubate”.

 

Fonti confidenziali, sostenevamo gli egiziani, dicevano che il ricercatore italiano era stato sequestrato e torturato nell’ambito di un giro di opere d’arte trafugate. “Altro tema riguarda la sfera sessuale”, ha detto Nicolì riferendosi all’ipotesi “che Regeni si era mostrato interessato a una ragazza” e che questo fatto “avrebbe suscitato la reazione degli amici” della donna. E ancora gli egiziani hanno fatto riferimento a una “sorta di litigio avvenuto nei pressi dell’ambasciata”.

 

[...]

 

i genitori di giulio regeni e la sorella irene manifestano a roma prima dell'inizio del processo sulla morte del figlio 3

Erano depistaggi, si scoprirà dopo. Arrivati al culmine il 24 marzo, quando proprio mentre il team italiano stava rientrando in patria, magicamente l’Egitto annuncia di aver trovato i colpevoli. Erano cinque rapinatori, criminali comuni. Nulla a che vedere con la morte di Regeni. Piuttosto sembrano agnelli (ma non troppo) sacrificali. Tutti uccisi in un conflitto a fuoco.

 

“Secondo loro quella mattina una batteria di rapinatori ricercati avrebbe occasionalmente incrociato pattuglia polizia egiziana e ne scaturisce un conflitto a fuoco” ha ricostruito Alessandro Gallo, del team investigativo italiano. È un esperto, un professionista con anni di esperienza alle spalle. E nota subito che c’è qualcosa di strano. Le foto del pulmino crivellato di colpi dimostrano che la polizia ha sparato frontalmente, ma dai corpi delle vittime si nota che i proiettili li hanno colpiti da dietro. I tabulati dei rapinatori erano “carenti”.

 

sit-in per giulio regeni davanti al tribunale di roma di piazzale clodio

Tuttavia quanto gli stessi egiziani hanno consegnato agli italiani dimostra che durante il sequestro Regeni il capo era a 100 chilometri di distanza e non ci sono contatti tra tutte le persone coinvolte. Impossibile, come impossibili sono le fantomatiche testi fornite dagli egiziani mentre il principale indagato, il colonnello Helmi, “quello con gli occhiali da sole” seguiva le indagini passo per passo.

 

E la prima settimana di aprile, durante un incontro italo egiziano, tutto divenne chiaro. “Un punto di volta fu la riunione che si svolse in due giorni, il 7-8 aprile 2016 - spiega Nicolì - La parte italiana in quell’occasione ha dato conto delle richieste fatte dal nostro Paese rimaste inevase, soprattutto sui dati tecnici. Nel corso dell'incontro, dopo l’intervento del professor Fineschi (il medico legale ndr) che aveva eseguito l’autopsia eseguita sul corpo del ricercatore, il clima divenne più rigido. Dopo questo incontro ci fu il ritiro dell’ambasciatore da parte dell’Italia”. [...]

giulio regeni Giulio Regeni

 

Ultimi Dagoreport

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...