cesare battisti

E ORA FATE CANTARE BATTISTI (CESARE) – LA TRAGEDIA DI UN UOMO RIDICOLO (E ASSASSINO) CHE HA SAPUTO INCANTARE I SINISTRATI DA SALOTTO - NON È UN RIVOLUZIONARIO, NÉ UN INTELLETTUALE: È SOLO UN CINICO CHE SI CREDE PIÙ FURBO DI TUTTI – GUIDO SALVINI, L’ULTIMO GIUDICE A INDAGARE SU DI LUI: "UN CRIMINALE DI INEDITA FEROCIA. IL BRASILE DEVE ESTRADARLO, SENZA DUBBI”

CESARE BATTISTI

Stenio Solinas per Il Giornale

 

Si dice sempre che una giustizia in ritardo trova un uomo diverso da quello che, a suo tempo, avrebbe dovuto giudicare. Un quarto di secolo è un quarto di vita, spesso è un' altra vita e, se vissuta cercando di emendarsi dalle colpe del passato, invita alla clemenza. Nella vicenda di Cesare Battisti, pluriomicida in fuga dal 1981 e ora, sembra, in predicato per essere estradato nel nostro Paese, non c' è però niente di tutto questo, ma la maschera tragica di un piccolo rapinatore di provincia riciclatosi a vittima di un' idea.

 

Guerrigliero nobile e idealista nell' Italia degli opposti estremismi, Che Guevara de noantri costretto a prendere le armi contro lo Stato fascista delle «stragi di Stato», esule politico che nell' esilio scopre una vocazione di scrittore e a essa vorrebbe consacrarsi, non fosse che quello Stato fascista si ostina nella sua caccia all' uomo e quindi nella sua persecuzione...

 

CESARE BATTISTI ALLA PRESENTAZIONE DEL SUO ULTIMO LIBRO IN BRASILE

Questa è la favola che Battisti ha raccontato in quell' arco di tempo in cui scappava dalla condanna all' ergastolo (per quattro omicidi), ma anche da se stesso, il mediocre rapinatore che era stato, l' omicida ideologico prezzolato che era diventato, sempre e soltanto guidato dal suo istinto per la sopravvivenza e dal cinismo dozzinale di chi non mette mai in conto le vite degli altri. Gli anni Settanta, di cui di fronte al mondo beota degli intellettuali parigini si era fatto emblema e vittima sacrificale, Battisti in realtà li aveva presi per la coda, il biennio '78-79 dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, e si erano conclusi con il suo arresto prima ancora che finissero. Poi, nel 1981, c' era stata l' evasione dal carcere e da allora quella favola era divenuta la sua ragione di vita e insieme la sua assicurazione sulla vita: negare tutto, anche l' evidenza.

CESARE BATTISTI

 

Romanziere mediocre, melenso nel suo atteggiarsi a eroe stanco, tradito da tutti, ma in pace con se stesso, Battisti sapeva benissimo che nell' aver ammazzato un gioielliere e un macellaio non c' era epica, e che non c' era nessuna giustizia proletaria alle spalle nell' aver fatto fuori una guardia carceraria e un poliziotto. Era soltanto la scheggia impazzita e indottrinata frettolosamente in carcere che aveva preso il posto del piccolo malavitoso degli esordi, ma ammetterlo avrebbe significato il dover rispondere di ciò che aveva fatto e Battisti, da piccolo borghese quale in realtà era, alla sua pelle ci teneva.

 

Se non ci fosse la lunga striscia di sangue che si è lasciato dietro, la sua sarebbe la tragedia di un uomo ridicolo: il velleitarismo da artista, il millantato credito ideologico-rivoluzionario, uno status di «fuggitivo» zeppo di avvocati a disposizione, di intellettuali pronti a credergli (non c' è intellettuale più cretino dell' intellettuale francese quando fa di un assassino, purché abbia scritto un romanzo, un santo), la connivenza di leader politici vanesi e/o pasticcioni.

 

È anche per questo che, pur giungendo in ritardo, quando e se la giustizia italiana riuscirà a prenderlo in consegna, troverà esattamente la stessa persona che quasi trent' anni prima l' aveva beffata. Un imbroglione omicida, a cui il tempo trascorso non ha insegnato niente se non la perpetuazione e il raffinamento della menzogna, un delinquente a sangue freddo che non ha mai avuto il coraggio privato e pubblico di guardarsi in faccia e di guardare in faccia i parenti delle sue vittime.

CESARE BATTISTI

 

Gli anni Settanta in Italia sono stati terribili per il loro impasto di violenza e di messianismo ideologico, una sorta di «guerra santa» in cui estrema destra e estrema sinistra, corpi separati dello Stato, funzionari e civil servant esemplari si sono ritrovati immersi. Proprio per questo possono essere ricordati come «il lungo inverno del nostro scontento», quando spesso sembrò fosse impossibile vedere la luce in fondo al tunnel della dissoluzione di uno Stato e di una comunità nazionale.

 

Proprio per questo è vergognoso che per tutto il trentennio di Battisti «en cavale», in fuga, ci sia chi si è bevuto la sua storia di martire di una causa nobile nonostante la sconfitta.

Non c' è stato mai nulla di nobile in Battisti, così come non c' è mai stata nessuna causa dietro di lui che valesse un quarto di nobiltà. C' è stato, semplicemente, un assassino che l' ha fatta a lungo franca, che non si è mai pentito, che si è sempre creduto più furbo di tutti. Un uomo senza dignità e che non ha mai mostrato di sapere cosa fosse la pietà.

 

guido salvini

2 - «UN CRIMINALE DI INEDITA FEROCIA»

 

 

Luca Fazzo per Il Giornale

 

«Battisti? Un personaggio indifendibile anche nello stesso panorama della lotta armata. Lui e quelli dei Pac (i Proletari armati per il comunismo, ndr) erano così spietati che neanche le Brigate Rosse volevano avere niente a che fare con loro».

 

Guido Salvini è stato l' ultimo giudice istruttore, nel 1986, a indagare su Cesare Battisti, scavando sulla parte più prosaica delle imprese dei Pac: le rapine per autofinanziamento, che in realtà andavano a rimpinguare soprattutto le tasche dei militanti. Ma quella attività, ricorda ora Salvini, era figlia legittima dell' estrazione sociale dei Pac.

 

Da dove spuntavano Battisti e i Pac?

«Battisti nasce come delinquente comune, privo di un retroterra politico. E tutta l' esperienza dei Pac aveva come terreno di coltura il modo del sottoproletariato criminale. Puntavano a politicizzare i comuni sia dentro che fuori le carceri e farne militanti rivoluzionari».

 

Con quale successo?

IL MATRIMONIO DI CESARE BATTISTI

«Quasi nullo, fortunatamente. Alla fine della loro esperienza, i Pac avevano raccolto poche decine di militanti. Si trattò di una esperienza breve, un paio d' anni in tutto. Ma in quel periodo diedero prova di una ferocia inedita, anche nella scelta degli obiettivi. Il tentativo di reclutare militanti nel sottobosco criminale era stato fatto anche dai Nuclei armati proletari, che però colpivano solo rappresentanti delle istituzioni. I Pac invece scelsero di colpire anche cittadini comuni, colpevoli solo di avere difeso i propri negozi dalle rapine».

 

Che ruolo svolgeva Battisti?

«Un leader indiscusso e riconosciuto: anche per motivi anagrafici, perché era più anziano di buona parte dei militanti. Lui ha sempre negato questo ruolo, ma c' erano testimonianze concordi di militanti dell' organizzazione, che dopo essere stati arrestati si erano pentiti e dissociati quasi tutti».

 

Solo un capo o anche un operativo da gruppo di fuoco?

«Voglio ricordare che Battisti si diede alla fuga proprio per evitate di esser emesso a confronto con il suocero di una delle sue vittime, che aveva assistito al delitto e che era stato convocato per riconoscerlo».

 

Come giudica il suo comportamento in questi anni?

«Mi limito a osservare che da parte sua non è mai arrivata mezza parola di rincrescimento e nemmeno di umana pietà per le vittime delle sue azioni».

 

E adesso? Quali sono le possibilità di vederlo in Italia a scontare i suoi ergastoli?

«Il Brasile deve estradarlo, su questo non ci sono dubbi possibili. Nelle ultime occasioni per rifiutarne la consegna si è ipotizzato addirittura che in Italia fosse a rischio la sua incolumità fisica.

 

cesare battisti

Non mi risulta che nelle carceri italiane i detenuti spariscano o vengano torturati. Un tema che si porrà è l' ergastolo, che non è contemplato dalla legge brasiliana. L' Italia potrebbe vedersi costretta a impegnarsi ad applicargli una pena più lieve».

CESARE BATTISTI CESARE BATTISTI IL MATRIMONIO DI CESARE BATTISTI cesare battisti in brasile

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)