PAURA A CONSELICE, VICINO RAVENNA, PER LA PALUDE DI ACQUA NERA CHE CIRCONDA LA PIÙ IMPORTANTE FABBRICA DEL PAESE - DA GIORNI L’ACQUA ATTORNO ALLO STABILIMENTO DELLA MULTINAZIONALE UNIGRÀ, CHE DÀ LAVORO A 1200 PERSONE ED E’ FERMA DAL GIORNO DELL’ALLUVIONE, HA ASSUNTO UN COLORE INQUIETANTE. MA LE AUTORITÀ RASSICURANO: L’ACQUA NON CONTERREBBE SOSTANZE INQUINANTI. IL COLORE NERO SAREBBE L’EFFETTO DEL…

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Alfio Sciacca per corriere.it

 

conselice stabilimento multinazionale Unigrà conselice stabilimento multinazionale Unigrà

Una gigantesca chiazza di acqua che col passare dei giorni è diventata sempre più scura, praticamente nera. Circonda Unigrà, una multinazionale che ha a Conselice un importante insediamento produttivo che tra diretto ed indotto dà lavoro a 1.200 persone, tra i quali molti residenti del piccolo centro del Ravennate che da dieci giorni in alcune zone del paese fa i conti con un ristagno d’acqua maleodorante che ha fatto scattare l’ordinanza di evacuazione per ragioni igienico sanitarie.

 

Ma se nel centro abitato la situazione comincia a migliorare nelle campagne attorno a Conselice resta gravissima. L’alluvione ha trasformato tutta l’area coltivata in un’immensa risaia bloccando molte aziende agricole e non solo. Tra queste Unigrà, che è specializzata nella lavorazione e trasformazione di prodotti agroalimentari. 

 

(...)

 

 

conselice conselice

Viste dall’alto le immagini sono impressionanti. Ma le autorità sanitarie e gli stessi titolari rassicurano sostenendo che l’acqua non conterrebbe sostanze inquinanti. Molto probabilmente, sostengono, il colore nero sarebbe l’effetto del grano o di altri prodotti da lavorare che a causa del prolungato contatto con l’acqua e il fango che si è depositato in profondità avrebbero assunto quella colorazione scura. Che dall’alto diventa sempre più visibile man mano che il livello dell’acqua diminuisce.

conselice conselice conselice conselice

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…