artem uss carri armati carro armato russo russi

PUTIN CI VUOLE FREGARE, MA NOI NON FACCIAMO NIENTE PER IMPEDIRGLIELO – ARTEM USS, L’IMPRENDITORE RUSSO ARRESTATO A MALPENSA, COMPRAVA TECNOLOGIA MILITARE STATUNITENSE TRAMITE UNA SOCIETÀ CHE SI PRESENTAVA COME TEDESCA. MA LE SOCIETÀ AMERICANE CON CUI FACEVA AFFARI NON FACEVANO NESSUN CONTROLLO, PUR DI CHIUDERE I CONTRATTI. COSÌ, QUEI CHIP SONO FINITI NEI TANK E NEI JET RUSSI IMPEGNATI NELLA GUERRA IN UCRAINA – LA DIFESA VUOLE CHIEDERE I DOMICILIARI, E LUI RIFIUTA L’ESTRADIZIONE NEGLI USA (TE CREDO)

ARTEM USS

1 - RUSSO ARRESTATO, 'NON VOGLIO ESSERE ESTRADATO NEGLI USA'

(ANSA) - Ha negato il consenso all'estradizione verso gli Usa l'imprenditore russo Artem Uss, arrestato lunedì dalla Polaria all'aeroporto di Milano Malpensa su mandato degli Stati Uniti per contrabbando di tecnologie militari e petrolio, elusione delle sanzioni e riciclaggio per milioni di dollari.Lo ha detto presentandosi all'udienza per identificazione e audizione davanti alla Corte d'Appello di Milano. Andrà avanti ora il procedimento sull'estradizione, che potrebbe durare anche alcune settimane.

 

2 - RUSSO ARRESTATO: DIFESA PRONTA A CHIEDERE DOMICILIARI

vladimir putin aleksandr uss

(ANSA) - La difesa di Artem Uss, l'imprenditore russo arrestato lunedì su mandato internazionale degli Usa, è pronta a preparare un'istanza di scarcerazione per il 40enne, con la concessione almeno dei domiciliari, in attesa che si concluda il procedimento sull'estradizione davanti alla Corte d'Appello milanese. E' quanto ha spiegato il legale Vinicio Nardo al termine dell'udienza di oggi a Milano, che era solo dedicata all'identificazione dell'arrestato e alla sua audizione sul consenso o meno ad essere consegnato agli Stati Uniti. Consenso che lui ha negato.

 

vladimir putin visita un centro di addestramento

3 - IL FIGLIO DI UN GOVERNATORE RUSSO ARRESTATO A MILANO: «COMPRAVA MICROCHIP PER I TANK DI PUTIN»

Giuseppe Sarcina per www.corriere.it

 

I microprocessori per i carri armati di Putin, il petrolio venezuelano venduto alla Cina, il riciclaggio con le criptovalute. È lo schema criminale, con un evidente impatto politico, messo in piedi da un oligarca russo, non ancora identificato, e gestita da due imprenditori-faccendieri arrestati lunedì 17 ottobre in Italia e in Germania, su mandato dalla magistratura di New York.

 

VLADIMIR PUTIN

La polizia italiana ha fermato Artem Uss, 40 anni, figlio del governatore di Krasnoyarsk (Siberia centrale) Alexander Uss. L’uomo si stava imbarcando all’aeroporto di Milano Malpensa su un volo diretto in Turchia. Nello stesso giorno, il suo partner d’affari Yury Orekhov è stato bloccato ad Amburgo. L’Fbi e l’Interpol sono sulle tracce degli altri cinque componenti della banda. Tre cittadini russi: Svetlana Kuzurgasheva, nota anche come «Lana Neumann», Timofey Telegin e Sergey Tulyakov. Due venezuelani: Juan Fernando Serrano Ponce e Juan Carlos Soto.

 

La giudice Cheryl Pollak, del distretto di Brooklyn, ha descritto nei dettagli le attività del gruppo russo-venezuelano con un’incriminazione di 49 pagine, che si conclude con 11 capi di imputazione, sostanzialmente per aver aggirato le sanzioni contro Mosca. Il reato più grave è il contrabbando di tecnologia americana utilizzabile a fini militari. Pena prevista: fino a 30 anni di carcere.

 

nicolas maduro

Orekhov e Uss sono co-proprietari della Nda Gmbhh, una società di import-export specializzata nelle materie prime e negli equipaggiamenti industriali, con sede in Amburgo, Germania. Era questa la piattaforma giuridica al centro delle triangolazioni illecite, iniziate nel 2018. La Nda si presentava come un’impresa tedesca ai fornitori americani, principalmente aziende newyorkesi e californiane. Negli anni l’impresa di Orekhov e Uss ha acquistato prodotti tecnologici, come i semiconduttori e i microprocessori, girandoli ad aziende russe, già nella lista delle entità sanzionate: Radioexport, Network Technologies e Abtronics.

 

vladimir putin fucile

Il sospetto è che tutta questa strumentazione sia servita per allestire i circuiti elettronici dei jet da combattimento, dei sistemi missilistici, dei radar, dei satelliti. La giudice americana scrive che «componenti di fabbricazione Usa sono stati trovati negli armamenti russi catturati in Ucraina», in particolare nei carri armati. Il valore economico delle operazioni ammonta a «diversi milioni di dollari». Ma è chiaro che qui pesano molto le implicazioni politico-militari. L’intelligence Usa sta moltiplicando gli sforzi per tagliare tutte le consegne di materiali pregiati destinali all’armata putiniana.

MADURO PUTIN

 

La lettura delle carte giudiziarie, però, solleva forti dubbi sui controlli disposti dalle leggi. Le società americane non sembrano aver fatto alcuna verifica sulla proprietà della tedesca Nda. Sono bastate semplici lettere commerciali per concludere transazioni così delicate per la sicurezza americana e non solo.

 

VLADIMIR PUTIN

Il duo Orekhov-Uss aveva avviato anche un intenso traffico clandestino di petrolio, contattando i due venezuelani, Serrano Ponce e Soto, ben introdotti nel governo di Nicolas Maduro. Le partite di greggio venivano poi smistate verso la Cina e la stessa Russia, con ricavi per centinaia di milioni in dollari, spesso convertiti in criptovalute. Il flusso di denaro seguiva un tortuoso percorso, transitando tra paradisi fiscali e società schermo.

 

Ora si attende la richiesta formale di estradizione da parte del dipartimento di Giustizia americano. Nel frattempo Artem Uss è detenuto nel carcere di Busto Arsizio, come ha confermato il suo avvocato Vinicio Nardo. La procedura prevede che l’imputato possa rifiutare di essere consegnato alla magistratura Usa. A quel punto la giustizia italiana avrà sei mesi per esaminare la documentazione in arrivo da New York e decidere se concedere l’estradizione.

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?