i maneskin e i cugini di campagna

"CI AVETE COPIATO IL LOOK" – I CUGINI DI CAMPAGNA CONTRO I BISNIPOTI DEI ROLLING STONES – MOLENDINI: “LA CAVALCATA DEI MANESKIN, PER ESSERE GIUDICATA UNA RIVOLUZIONE, NON AVREBBE BISOGNO COME MINIMO DI QUALCHE CONFERMA TEMPORALE, FUORI DALLA LUNGA SCIA PROMOZIONALE CHE L’HA ACCOMPAGNATA FINORA?LA GRANCASSA NON STA SUONANDO TROPPO FORTE? STORICIZZARE IL LORO SUCCESSO, ATTRIBUIRGLI UN VALORE ASSOLUTO LI METTE IN COMPETIZIONE CON MOSTRI SACRI DEL PASSATO CHE SAREBBE MEGLIO LASCIAR RIPOSARE IN PACE …” - VIDEO

Marco Molendini per Dagospia

 

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«Hanno conquistato l'America» (Corriere della sera), Trionfo e delirio a Las Vegas (Il Giornale), Maneskin nell'Olimpo del rock (Il Messaggero), Jagger incorona i Maneskin (Ansa), Tutta l'America canta Mammamia (QN), I Maneskin stravolgono Las Vegas (Il Fatto), I Maneskin stregano Las Vegas (Il Tempo). Breve rassegna stampa  sull’ultima impresa dei quattro ragazzi romani partiti da Monteverde e arrivati sulla luna del successo in un batter d'occhio.

 

Gloria ai Maneskin, nell'alto dei cieli.Viva il rock, viva l'Italia, viva gli artisti italiani che si fanno notare all'estero che sono da sempre una specie rara. Viva l'entusiasmo, viva la strada lastricata di iperboli in cui si sostiene che sono la via nuova del rock, che sono i nuovi Beatles, che hanno ridato glamour a un genere moribondo, o che (da parte di quelli che amano scavare a fondo) il loro essere fluidi interpreta perfettamente le incertezze sessuali del mondo contemporaneo (in parte probabilmente vero).

 

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La loro via è senza dubbio costellata di medaglie sorprendenti, Sanremo, Eurosong, la versione della canzone Beggin’ che è piaciuta dovunque, Little Steven che li incensa, Miley Cyrus che non perde l’occasione di abbracciarli davanti ai fotografi, Jimmy Fallon che li chiama al suo talk show, e adesso i Rolling stones che li hanno accolti a Las Vegas come opening act. 

 

Mi è venuto un dubbio, però (e spero che mi venga perdonato): la grancassa non sta suonando troppo forte? Le iperboli (hanno sbancato, stravolto, conquistato, stregato), i complimenti, gli osanna non sarebbe meglio calibrarli e non investire quei ragazzi con una tempesta di aggettivi rigonfi di orgoglio patrio? La cavalcata dei Maneskin, per essere giudicata una rivoluzione, non avrebbe bisogno come minimo di qualche conferma temporale, fuori dalla lunga scia promozionale che l’ha accompagnata finora?

 

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Storicizzare il loro successo, attribuirgli un valore assoluto li mette in competizione con mostri sacri del passato che sarebbe meglio lasciar riposare in pace (assieme alle controproducenti esternazioni fatte di giovanilismo purchessia). Meglio, forse, stare coi piedi per terra (non c'è dubbio che la scena rock sia afflitta da una povertà endemica e abbia bisogno di nuove energie). Accontentarsi del fatto che Spotify abbia creduto in loro (altro segnale che in giro non c'è poi così tanto su cui puntare), che li abbia spinti prima in Europa (Eurovision) e poi in America dove hanno condito il loro sbarco con una serie di uscite promozionalmente azzeccate (i due spettacoli di New York e Los Angeles in club e alcune partecipazioni mirate come Gucci).

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Meglio incassare il successo di Beggin’, magari senza stare a fare caso che si tratta di un pezzo che ha una sua forza accattivante segnata da un passato di consensi a cominciare dalla prima uscita di Frankie Valli e dei Four seasons (1967), in un arrangiamento non molto diverso, e che ogni volta che è stato ripreso ha ottenuto ottimi riscontri, da ultimi i Madcon, duo hip hop norvegese, che nel 2007 ne ha fatto una versione che ha sfondato in tutt’Europa (in Italia sono entrati nella top ten al decimo posto). Non c’è bisogno di raccontare di deliri a Las Vegas o di America conquistata, tanto sappiamo tutti che è una finzione retorica, almeno per ora.

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Come sappiamo che  i Rolling Stones in ogni data del loro  tour prevedono un gruppo di spalla, tutti nomi non celeberrimi, che remano da anni in cerca di notorietà, come The Zac Brown band, The Ghost Hounds, blues rockers di Pittsburgh convocati per più date, come i texani Black Pums, come The Glorious sons. Che poi i Maneskin siano piaciuti, che abbiano sorpreso piacevolmente il pubblico di Las Vegas con i luccichii dei loro abiti, con la baldanza della loro presenza sul palco, va a loro vantaggio.

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Ma se vogliono crescere la strada da fare è ancora tanta. Non sarebbe meglio, prima di costruire monumenti di aspettare qualche prova diluita nel tempo, evitando  di esporrli al rischio di bruciarsi le ali con il calore di incontenibili lodi emotive?

PS. I Cugini di Campagna protestano: “A LasVegas ci avete copiato il look”

 

I CUGINI DI CAMPAGNA CONTRO I MANESKIN: "CI HANNO IMITATO, BASTA COPIARE"

Da “www.tgcom24.mediaset.it”

 

I Maneskin stanno incassando elogi in tutto il mondo e i Rolling Stones li hanno voluti per aprire il loro concerto a Las Vegas, di fronte a una folla adorante. In patria, però, c'è chi non risparmia critiche alla rockband. I Cugini di Campagna via social, mettendo a confronto il look "americano" di Damiano David e quello di Nick Luciano, hanno infatti tuonato: "Basta copiare i nostri abiti".

 

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Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio si stanno godendo il meritato successo oltreoceano, tra fan in delirio e celebrità di Hollywood che fanno la fila per incontrarli. I Cugini di Campagna, però, hanno rovinato la festa e messo in dubbio la loro originalità.

 

Sui profili social ufficiali hanno infatti messo a confronto l'outfit a stelle e strisce sfoggiato da Damiano sul palco dell'Allegiant Stadium di Las Vegas con quello di Nick Luciani: "I Maneskin si sono esibiti negli Usa, prima dei Rolling Stone imitando nel vestire i Cugini di Campagna. Basta copiare i  nostri abiti". Ovviamente i fan dei Maneskin non sono stati zitti e buoni. Tra ironia e frecciatine hanno accusato i Cugini di essere invidiosi del successo dei ragazzi e di essere solo in cerca di visibilità.

 

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Il completo sotto accusa si compone di una doclevita blu tempestato di stelle argentate e un paio di pantaloni a strisce bianche e rosse. Il look un chiaro omaggio alla bandiera degli Stati Uniti e di certo Nick e Damiano non sono stati certo gli unici artisti ad aver indossato la Stars and Stripes sul palco. "Anche Capitan America aveva copiato i Cugini di Campagna", ricorda qualcuno mentre un altro commenta: "I Cugini di Campagna hanno chiaramente copiato i Pan di Stelle."

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Poco dopo, sempre via social, i Cugini di Campagna hanno rincarato la dose e condiviso su la loro cover di "Zitti e buoni", lanciando il guanto della sfida alla giovane band: "Fate qualcosa di meglio, come noi abbiamo fatto con la vostra Zitti e buoni". Ormai e scontro aperto: i Maneskin risponderanno o continueranno a godersi il loro soggiorno da rockstar negli Stati Uniti?

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