"PICASSO LO STRANIERO" - A PARIGI E' STATA INAUGURATA UNA GRANDE MOSTRA CHE RACCONTA L'ACCANIMENTO AMMINISTRATIVO FRANCESE NEI CONFRONTI DELL'ARTISTA, A CUI NON FU MAI RILASCIATA LA CITTADINANZA - NEL 1901, ARRIVATO DALLA SPAGNA, SI STABILI' A MONTMARTRE: IL PRIMO RAPPORTO DI POLIZIA LO BOLLA COME ARTISTA OSTILE ALL'ORDINE BORGHESE, PROBABILMENTE ANARCHICO - NEL 1940 POI, UNA NOTA DEFINITIVA...

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Stefano Montefiori per il Corriere della Sera
 

La lettura della lettera, Picasso La lettura della lettera, Picasso

«Picasso lo straniero» è il titolo di una grande mostra appena inaugurata al Museo di Storia dell'Immigrazione di Parigi, che racconta un aspetto finora piuttosto trascurato dell'artista: ha vissuto gran parte della sua vita a Parigi, la sua carriera si è svolta quasi completamente in Francia, eppure Picasso non è mai riuscito a ottenere la cittadinanza francese.
 
La denuncia dell'accanimento amministrativo nei confronti dello straniero Picasso arriva proprio nel momento in cui il passato della Francia torna sotto esame: intellettuali, opinionisti e candidati alle Presidenziali vicini all'estrema destra da un lato rivendicano il diritto alla xenofobia, dall'altra vogliono assolvere la Francia per ogni peccato passato, compresa la collaborazione del maresciallo Pétain con la Germania nazista.
 

Lettera con richiesta di nazionalita Lettera con richiesta di nazionalita

Picasso, quanto a lui, ha cominciato con la mossa sbagliata, all'inizio del Novecento, quando arrivando dalla Spagna ha scelto di stabilirsi a Montmartre, quartiere popolare dove ancora era vivo il ricordo della Comune del 1871. Il primo rapporto di polizia del 1901 lo bolla come artista ostile all'ordine borghese, probabilmente anarchico, e quel giudizio condizionerà la pratica nei decenni. Il 7 maggio 1940 una nota definitiva stabilisce che «questo straniero non ha alcun titolo per ottenere la naturalizzazione».
 
La curatrice della mostra, Annie Cohen-Solal, ha ritrovato il responsabile di quella bocciatura: l'ispettore Émile Chevalier, che di lì a qualche mese sarebbe passato dalla parte di Vichy e dei nazisti facendo la spia sui colleghi sospettati di simpatie golliste. Chevalier aveva poi una ragione personale per detestare Picasso: era un pittore anche lui, ma fallito. «Picasso lo straniero» illustra la continuità di una certa anima francese e della natura umana.

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