salvini open arms

"STARE 13 ORE IN AULA PER UN PROCESSO POLITICO E' BIZZARRO" - SALVINI ALL'UCCIARDONE PER IL PROCESSO OPEN ARMS: "IN UN MOMENTO IN CUI SI PARLA DI DIFESA DEI CONFINI IN ALTRE PARTI DEL MONDO, RIBADISCO DI AVER FATTO QUELLO CHE ERA MIO DOVERE" - IL LEADER DELLA LEGA E' ACCUSATO DI SEQUESTRO DI PERSONA NEI CONFRONTI DI 147 MIGRANTI - IL DUELLO SULLA TESTIMONIANZA DEL COMANDANTE DELLA NAVE- IL PROCESSO RINVIATO AL 13 MAGGIO

Giovanni Bianconi per il corriere.it

 

Salvini al processo Open Arms

Sul banco dei testimoni sale il comandante della nave Open Arms, che ricorda i 20 giorni dell’agosto 2019 trascorsi con i migranti a bordo davanti alle acque italiane: «Io non ho mai forzato il divieto d’ingresso, aspettavamo a 24 miglia dalla costa la risposta alla richiesta di sbarco nel porto sicuro più vicino (il Pos, place of safety, ndr ), che non è mai arrivata. Ci dicevano che bisognava attendere la decisione delle autorità competenti».

 

Ad ascoltarlo, sul banco degli imputati, c’è l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, l’autorità competente dell’epoca che negava la risposta e aveva firmato lo stop all’imbarcazione spagnola, rimasto sulle stesse posizioni: «In un momento in cui si parla di difesa dei confini in altre parti del mondo, ribadisco di aver fatto quello che era un mio dovere».

 

Salvini al processo Open Arms 2

Nell’aula-bunker dell’Ucciardone, da dove il leader leghista manda foto e post, va in scena il processo in cui è accusato di sequestro di persona nei confronti di 147 migranti, entrato nel vivo con le deposizioni dei protagonisti. Primo fra tutti Marco Creig Creus, responsabile della nave: «A me non interessano le multe previste dai divieti, a me interessa salvare vite».

 

Salvini ascolta il suo racconto, a tratti distratto dai messaggi letti e scritti sul telefonino. Nelle pause dell’udienza-fiume (circa 12 ore) ostenta noia, per batterla ha portato con sé l’ultimo libro dello scalatore-opinionista Mauro Corona. Questo dibattimento, autorizzato dal Senato dopo la rottura dell’alleanza di governo coi grillini, è il risvolto giudiziario della sua politica sull’immigrazione, che lui rivendica.

 

Ma la Procura di Palermo ravvisa un reato nella mancata concessione del Pos a una nave con i migranti recuperati in tre diverse operazioni ricostruite da Creus: «Ne abbiamo raccolti 55 il 1° agosto, altre 70 il 2 agosto e altri 39 il 9 agosto, mentre eravamo in attesa di ricevere il permesso di sbarcare a Lampedusa, visto che Malta aveva detto no».

 

Salvini al processo Open Arms 3

Il controesame dell’avvocata-senatrice Giulia Bongiorno tende a dimostrare che la Open Arms andò alla ricerca di naufraghi con singolare tempismo rispetto ai naufragi, muovendosi due giorni prima con un’imbarcazione inadeguata a quel lavoro, portandosi dietro giornalisti e cameramen. Oltre all’attore Richard Gere fatto salire «nonostante la nave fosse già piena». Ma per il comandante era tutto coerente con la sua missione.

 

Prima di Creus è il turno del medico e della psichiatra che per conto della Procura di Agrigento verificarono le condizioni dei profughi sulla nave: un centinaio di persone stipate sul ponte della nave, «con 2 bagni alla turca e senza materassi, dormivano sul pavimento lamentando malattie varie: tosse, diarrea, vomito, nausea, anemia, scabbia».

 

Salvini al processo Open Arms 4

Accusa e difesa vanno in cerca di definizioni utili alle rispettive cause: i legali di parte civile gli fanno dire che «c’era una situazione di assoluta precarietà, mancanza di tutto»; l’avvocata Bongiorno ottiene la conferma che i bagni erano «decorosi» e la condizione dei migranti «discreta», il dottore corregge in «mediocri».

 

La psichiatra invece sottolinea che la situazione a bordo rischiava di diventare pericolosa: «C’era un’urgenza che poteva tramutarsi in emergenza. Qualche naufrago s’era buttato in mare per raggiungere la terra, l’unica loro certezza era di non voler tornare in Libia, dove avevano subito violenze e torture. Non so dire se avrebbero potuto sopportare un viaggio verso la Spagna».

 

Richard Gere Open Arms

La «questione iberica» è centrale per la difesa di Salvini, che accusa il comandante di essersi impuntato a voler portare i migranti in Italia nonostante il divieto, datato 1 agosto, mentre la Spagna aveva messo a disposizione un porto sicuro. Ma lui ribatte che suo dovere è andare nel porto sicuro più vicino: rimase in attesa della risposta alla richiesta di Pos, che non arrivava, soccorrendo nel frattempo altre due imbarcazioni.

 

Richard Gere Open Arms 2

E dal 14 agosto, quando il Tar annullò il divieto, «avevamo un porto a 700 metri di distanza, le persone a bordo stavano male non c’erano le condizioni per riprendere la navigazione. Nemmeno per una sola ora». Prima dello sbarco, consentito solo dal sequestro della nave ordinato dalla Procura di Agrigento, trascorsero altri sei giorni.

Richard Gere Open Arms 4Richard Gere Open Arms 5matteo salvini a palermo a processo per la open arms 5matteo salvini a palermo a processo per la open arms 4matteo salvini a palermo a processo per la open arms 6matteo salvini a palermo a processo per la open arms 7Richard Gere Open Arms 3

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."