giulia ligresti

LA RIVINCITA A METÀ DI GIULIA LIGRESTI - LA FIGLIA DI SALVATORE HA OTTENUTO IL SÌ DEI GIUDICI MILANESI AL RISARCIMENTO PER INGIUSTA DETENZIONE: MA SOLO PER I 16 GIORNI DI CARCERE E NON PER I DOMICILIARI. AVEVA CHIESTO 1,3 MILIONI E INVECE PRENDERÀ 16MILA EURO (MILLE PER OGNI GIORNO DI PRIGIONE). NO ALL’INDENNIZZO PER ERRORE GIUDIZIARIO - NEL 2013 CHIESE E OTTENNE DI PATTEGGIARE NELL’INCHIESTA SUI FALSI DA 600 MILIONI DI FONSAI, MA POI QUEGLI STESSI REATI FURONO GIUDICATI INSUSSISTENTI DALLE SENTENZE CHE ASSOLSERO IL FRATELLO PAOLO…

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

giulia ligresti mostra love

Precedenti non c'erano: ha diritto o no a essere indennizzata per «errore giudiziario» e «ingiusta detenzione» (due istituti diversi) una persona che - come nel 2013 Giulia Maria Ligresti, figlia del costruttore e assicuratore Salvatore - chiese e ottenne di patteggiare proprio quegli stessi reati giudicati poi però insussistenti dalle contrastanti sentenze che nel 2015 assolsero invece il fratello Paolo, innescando la revisione della pur definitiva condanna della sorella e infine la sua assoluzione nel 2019?

 

LO SHOPPING DI GIULIA LIGRESTI

Ora i giudici milanesi rispondono con un «no» (a indennizzare Ligresti per errore giudiziario), e con un «sì» a indennizzarla invece per ingiusta detenzione: ma solo per i 16 giorni di custodia cautelare in carcere nel 2013, e non anche per i 50 giorni di domiciliari successivi alla richiesta di patteggiare, e tantomeno per i 20 giorni di pena espiata in carcere nel 2018. E però quadruplicano la somma rispetto al parametro di legge (non 256 ma 1.000 euro al giorno) «in considerazione del clamore mediatico dell'arresto» e della «particolare afflittività» della detenzione.

SALVATORE LIGRESTI OLD STYLE

 

Nell'inchiesta sui supposti falsi da 600 milioni nelle riserve sinistri di Fondiaria-Sai, Giulia Ligresti fu arrestata dal gip di Torino il 17 luglio 2013 quale vicepresidente di Fondiaria (pur senza deleghe esecutive) e asserita beneficiaria con i familiari «del sistema fraudolento». Replicò di nulla sapere di criteri contabili, dismise ogni carica, e il 2 agosto chiese di patteggiare.

GIULIA LIGRESTI

 

Il 28 agosto passò dal carcere ai domiciliari su richiesta del pm dopo una perizia sulle sue condizioni di salute, alle quali (si scoprì poi da alcune intercettazioni) si era interessata anche il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. Il 3 settembre 2013 Ligresti ottenne dal gip di patteggiare 2 anni e 8 mesi, il 19 settembre tornò libera.

 

Fino a quando il 19 ottobre 2018 fu arrestata per scontare appunto la pena patteggiata nel 2013. Solo che nel frattempo a Milano il fratello Paolo e due manager (dopo gli atti trasmessi per competenza da Torino) erano stati assolti il 16 dicembre 2015 per insussistenza di quei medesimi reati costatile invece la condanna nel 2013. Un contrasto di giudicati che determinò lo stop all'espiazione della pena il 7 novembre 2018, la revisione della condanna, e l'assoluzione l'1 aprile 2019 «perché il fatto non sussiste».

 

LO SHOPPING DI GIULIA LIGRESTI

Ora Ligresti chiedeva di essere indennizzata con 1,3 milioni sia per errore giudiziario sia per ingiusta detenzione, e il tema era se aver patteggiato fosse o no uno di quei «comportamenti dolosi o gravemente colposi» che per legge escludono l'indennizzo. E in effetti la Corte d'Appello nega ristoro all'errore giudiziario perché il patteggiamento «è inequivocabile manifestazione di volontà dell'imputato» e «presuppone il suo implicito riconoscimento di responsabilità».

 

Per lo stesso motivo non ripara anche l'ingiusta detenzione nei giorni successivi alla richiesta di patteggiamento. Invece riconosce l'equa riparazione (che non è risarcimento di un inesistente comportamento illecito della pubblica amministrazione, ma un equo ristoro) dei 16 giorni dal 17 luglio all'1 agosto 2013 nei quali ritiene Ligresti ingiustamente detenuta in custodia cautelare.

giulia ligresti e ginevra ligresti rossini

 

L'Avvocatura dello Stato controbatteva che un po' di colpa l'avesse avuta Ligresti con gli interrogatori del 2013 «ritenuti reticenti: tuttavia - rilevano il presidente Antonio Nova, la relatrice Michela Curami e la giudice Ilaria De Magistris nella causa patrocinata dai legali Massimo Rossi e Pamela Picasso - non è emerso alcun elemento a supporto di tale considerazione, né l'assoluzione ha accertato comportamenti ambigui o reticenti dell'imputata nelle indagini».

SALVATORE LIGRESTI OLD STYLE una nipote di salvatore ligresti GIULIA LIGRESTI ALLA MENSA DEI POVERI PAOLO BERLUSCONI SALVATORE LIGRESTI IGNAZIO LA RUSSA ligresti salvatoreCOPERTINA DE IL MONDO CON SALVATORE LIGRESTI MEMORIALE DI GIULIA LIGRESTI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…