trenord

ROTAIA MARCIA - TRENORD SI TIENE 74 MILIONI IN CASSA MA I PENDOLARI VIAGGIANO SU CARRI BESTIAME, I TRENI SONO INADEGUATI E NON SI FA MANUTENZIONE - IL BILANCIO DELLA SOCIETÀ LOMBARDA È IN PIENA SALUTE, CRESCONO GLI UTILI E PURE LE RISERVE…

Fabio Pavesi per “la Verità”

 

TRENORD PIOLTELLO

Con quel pezzo di 20 centimetri di binario collassato che hanno trovato gli investigatori due chilometri prima del deragliamento del treno che collega Cremona a Milano delle Trenord ti aspetti di trovare nei conti della società ferroviaria partecipata al 50% da Ferrovie nord Milano e per l' altro 50% da Trenitalia dei buchi altrettanto clamorosi. Non si fa manutenzione, o se ne fa poca perché mancano i soldi. La Trenord, pensi, ha i bilanci scassati come quel binario lasciato lì, pericolosamente divelto.

 

E invece la sorpresa è che l' azienda lombarda è tutto fuorché una società disastrata. I soldi ci sono eccome e anche tanti. Solo di liquidità in cassa la società lombarda aveva a fine 2016 la bellezza di 74 milioni di euro. Una cifra imponente di liquidità lasciata lì a giacere nelle casse. Tra l' altro cresciuta a dismisura nel tempo. A inizio del 2015 la cassa era di soli 27 milioni. Quasi triplicata in soli due anni di esercizio. Cosa ci faccia tanta liquidità parcheggiata in un' azienda di trasporto locale non è dato sapersi. Di solito la cassa si usa per gli investimenti. Già.

 

TRENORD PIOLTELLO

Ma quanto spende Trenord per gli investimenti di cui la manutenzione di treni dovrebbe essere la voce principe? Ebbene nel 2016 su un attivo di bilancio totale di oltre 600 milioni la società lombarda presieduta da Barbara Morgante e amministrata da Cinzia Farisè ha investito risorse su beni materiali per 36 milioni. Il 6% del bilancio dedicato agli investimenti.

 

Al contrario appare elevata la cifra che va sotto la voce dei debiti nei confronti di Rete ferroviaria italiana, l' azienda controllata da Ferrovie dello Stato che si occupa della gestione della rete. Ovvero, dei binari. Trenord, sempre nel bilancio, segnala un debito di circa 76 milioni nei confronti di Rfi a cui deve per contratto i costi energetici e il pedaggio lungo i binari. Motivo in più per aprire un capitolo sul denaro che finisce effettivamente nella manutenzione, una voce non certo secondaria visto che le società ferroviarie sono capital intensive per definizione. Ma Trenord sta così bene in salute da riuscire a produrre un utile doppio già nel 2016 rispetto all' anno prima.

TRENORD

 

Nel 2016 infatti (ultimo bilancio approvato) la società ha chiuso i rendiconti con un guadagno netto di oltre 8 milioni. Ne produceva solo 3,68 nel 2015 e superava a malapena i 2,5 milioni di profitti netti nel 2014. In due anni l' utile di Trenord è più che triplicato. E questo non perché il fatturato sia cresciuto.

 

Al contrario i ricavi complessivi sono di fatto fermi a poco più di 750 milioni. Di questi oltre 400 milioni sono la parte del contratto di servizio. Cioè i soldi pubblici che Regione Lombardia riconosce alla società per il servizio fornito. Gli altri 350 milioni di incassi sono i ricavi da biglietti. Difficile trovare una società del trasporto ferroviario locale che viaggi con conti così brillanti. Di solito accade il contrario.

 

TreNord

Chapeau, verrebbe da dire quindi sul piano gestionale agli amministratori, ma «la cura e la manutenzione sono stati lasciati in disparte in nome della ricerca del profitto forse?». A chiederselo in queste ore sono i pendolari che al di là del tragico incidente lamentano da anni un trattamento - su alcune linee - che ricorda quello dei carri bestiame. Così come si chiedono come sia stato possibile mettere il turbo ai guadagni. Per triplicare l' utile negli ultimi anni a parità di ricavi si è forse intervenuti sui costi?

 

Bene in un' azienda del tutto privata che sta sul mercato e deve guerreggiare ogni giorno con la concorrenza, meno bene per un' azienda pubblica di servizio che non ha al primo posto come priorità fare profitti a tutti i costi. E che Trenord sia una vera gallina dalle uova d' oro, una cash machine con i suoi oltre 70 milioni di cassa, lo dimostra anche la capacità di remunerare bene i suoi due soci.

INCIDENTE FERROVIARIO A PIOLTELLO

 

Sempre a fine 2016 a fronte di quegli 8 milioni di utili generati dalle efficienza da taglio dei costi, Trenord ha staccato un bel dividendo di 3,8 milioni, la metà del ricco utile. Sono finiti per 1,9 milioni cadauno ai due grandi azionisti: le Ferrovie nord Milano e Trenitalia. Tutti contenti a livello manageriale. Si fanno soldi e bene anche con i treni dei pendolari. Non solo. Basta vedere quanta ricchezza Trenord valga nei conti del suo socio lombardo quelle Ferrovie nord Milano quotate in Borsa.

 

INCIDENTE FERROVIARIO A PIOLTELLO

Di fatto per l' intera galassia della società presieduta da Andrea Gibelli, Trenord produce metà dei profitti di Fnm. E vale a bilancio come la punta di diamante dell' intero gruppo Fnm. Se si fosse in presenza di un gruppo privato attento alla redditività come faro-guida forse non ci sarebbe da stupirsi più di tanto. Anzi i vertici sarebbero portati in palmo di mano come grandi manager capaci di fare utili anche in un settore difficile come il trasporto pubblico locale. Ma quei 20 cm di binario collassato sono un monito importante dal quale non si può prescindere.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"