L’ASSASSINO DI DANIELE DE SANTIS E ELEONORA MANTA E’ STATO RIPRESO DALLE TELECAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZA - MA EVIDENTEMENTE L’UOMO CONOSCEVA LA MAPPA DELL’IMPIANTO: È RIUSCITO A EVITARE DI FARSI RIPRENDERE, SE NON PER POCHISSIMI SECONDI - AVEVA STUDIATO IL PERCORSO E S’È SCHERMATO CON UN CAPPUCCIO - IL PERCORSO LO AVEVA SEGNATO SU UN FOGLIETTO DI CARTA CHE POI HA STRAPPATO, E CHE GLI INVESTIGATORI HANNO RICOMPOSTO - IL KILLER FORSE INDOSSAVA UNA MUTA PER IMMERSIONI. NON SOLO: IL MASSACRO E' STATO COMPIUTO CON UN COLTELLO DA SUB - ECCO TUTTI I PUNTI OSCURI DELLA VICENDA

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Carlo Vulpio per il “Corriere della Sera”

 

L ASSASSINO DI DANIELE DE SANTIS E ELEONORA MANTA RIPRESO DALLE TELECAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZA L ASSASSINO DI DANIELE DE SANTIS E ELEONORA MANTA RIPRESO DALLE TELECAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZA

L'uomo nero con lo zaino giallo è stato catturato, ma solo per pochi secondi, e purtroppo soltanto dalle telecamere del servizio di videosorveglianza collocato nelle strade intorno alla palazzina di via Montello, in cui, la sera di lunedì scorso, sono stati massacrati Eleonora Manta e Daniele De Santis. La zona, per quanto centrale, di sera non è illuminatissima, ma non perché manchino i lampioni, bensì perché a questi fanno ombra alberi alti e frondosi.

 

Però ci sono telecamere più o meno ovunque, sia perché alle spalle della palazzina degli ex dipendenti dell'Aeronautica c'è la residenza universitaria «Maria Corti», sia perché proprio davanti al cancello del cortile del condominio di via Montello c'è una «colonia felina», tutelata, oltre che da apposito cartello e relativo decalogo dell'assessorato alla Tutela degli animali, anche da quelle stesse telecamere.

 

L'assassino di Eleonora e Daniele sapeva anche delle telecamere per i gatti. Ed è riuscito a evitare di farsi riprendere, se non per pochissimi secondi, non per colpa dei tanti alberi o dei pochi lampioni, ma perché aveva studiato il percorso e aveva anche messo in conto di finire in qualche fotogramma delle telecamere, tanto è vero che non ha trascurato di schermarsi nella maniera più semplice, con un cappuccio.

DE SANTIS COMPAGNA IDENTIKIT ASSASSINO 1 DE SANTIS COMPAGNA IDENTIKIT ASSASSINO 1

 

Il percorso da fare, invece, lo aveva memorizzato e segnato su un foglietto di carta che poi ha strappato, e che gli investigatori hanno ricomposto con i pezzetti insanguinati di quel foglio ritrovati sul luogo del delitto. L'immagine dell'uomo nero con lo zaino giallo corrisponde alla descrizione fattane dal principale testimone del duplice omicidio, il vicino di appartamento di Eleonora e Daniele, che si chiama Andrea, il nome urlato da Eleonora poco prima di morire. Tuttavia, non è ancora chiaro se la ragazza - che avrebbe gridato «Andrea, no!» - si stesse rivolgendo proprio a lui o stesse implorando l'assassino di fermarsi.

 

de santis de santis

Se fosse vera questa seconda ipotesi, Andrea sarebbe anche il nome dell'assassino. E infatti - ma la Procura di Lecce lo ha subito smentito - nei giorni scorsi sarebbe stato fermato e interrogato un Andrea di 37 anni, ex fidanzato di Eleonora, originario di Aradeo, paesino a 5 chilometri da Seclì, dove risiedeva Eleonora. L'uomo nero sembra giovane, ma non un ragazzino, alto non più di un metro e ottanta, e, soprattutto, sembra fasciato da una tuta simile a quella indossata da Diabolik, il noto criminale dei fumetti.

 

L'abbigliamento potrebbe far pensare a una muta da subacqueo, per due motivi: non solo perché dalle autopsie dei corpi martoriati delle vittime, il massacro sembrerebbe essere stato compiuto con un coltello da sub, ma anche perché, come qualunque criminale sa, indossando una muta da sub ci si rende praticamente irriconoscibili. L'arma del delitto e tutto il resto - tuta, felpa, guanti neri in pelle, zaino - non sono stati ancora ritrovati, e con ogni probabilità il carnefice di Eleonora e Daniele li avrà fatti sparire.

DE SANTIS E LA COMPAGNA DE SANTIS E LA COMPAGNA

 

Ma se davvero, come dice il medico legale, è stato usato un coltello da sub, e se l'assassino indossava una muta, le ipotesi sono due: o se li è procurati clandestinamente o li ha acquistati. Per acquistarli però, bisogna avere il brevetto da sub ed esibire il tesserino. Quel tipo di coltello non ce l'hanno nemmeno i pescatori. A cinque giorni da un duplice omicidio che appare l'opera di un pazzo sanguinario che ha agito con lucidità, ci sono due sole certezze.

 

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La prima è che si tratta di un delitto premeditato e la seconda riguarda il rapporto tra le vittime e il loro carnefice, una relazione di conoscenza piuttosto stretta, che ha permesso a un uomo imbacuccato di nero di salire in casa dei due ragazzi alle nove di sera e ha impedito a Eleonora e Daniele anche solo di immaginare che stavano aprendo la porta a colui che li avrebbe massacrati. Di questo crimine, non si riesce nemmeno a focalizzare il movente. Una «vendetta», si dice. Ma per che cosa? Nei confronti di chi? Da parte di chi?

 

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