L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO (SANITÀ) – PROFILATTICI E MANETTE DI PELUCHE IN CASSAFORTE: I CASAMONICA AVEVANO TRASFORMATO LA SUA CASA IN UN LOFT PER FESTINI - DOPO 11 ANNI ERNESTO SANITÀ È RIENTRATO NELLA CASA CHE IL CLAN GLI AVEVA ESTORTO PER I DEBITI DI DROGA DEL FIGLIO, MORTO MISTERIOSAMENTE – VIDEO

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Da www.ilmesssaggero.it

 

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Buttato fuori a calci dalla sua stessa casa, con un figlio morto misteriosamente, e costretto a vagabondare per undici anni dopo che i Casamonica si erano presi con la violenza il suo appartamento e lo avevano trasformato in un privè, luogo dei festini del boss Guerino.

 

Ma di fronte alla tenacia del 74enne Ernesto Sanità, ora anche il potente clan di Roma ha dovuto cedere: l'anziano oggi è rientrato nella sua abitazione, un alloggio popolare, dopo aver vinto una battaglia che non ha mai smesso di combattere.

 

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«Una vittoria della legalità», dice il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Ora tutti parlano di lui nel quartiere di Pietralata a Roma, ma undici anni fa Ernesto era da solo di fronte all'arroganza di Giuseppe Casamonica, che dopo avergli infilato una pistola in bocca - racconta - «mi ricordava che avrebbe potuto uccidermi in qualsiasi momento mimando il gesto di uno sgozzamento».

 

I Casamonica entrarono nella sua casa, di edilizia popolare e della quale Ernesto era legittimo assegnatario, quando nel 2007 il figlio adottivo di Sanità scappò per un debito di droga di 200mila euro.

 

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Il giovane, quasi 30enne, era diventato un pusher al servizio del clan, ma a causa dei suoi debiti arrivò la ritorsione sul padre Ernesto e i Casamonica si appropriarono della casa: serrature cambiate, minacce di morte a Sanità e nuova residenza anagrafica per Tamara Aceti e Concetta Casamonica. Alcune settimane dopo il figlio di Sanità fu trovato morto in strada per le ferite causate da un pestaggio, i cui responsabili non sono mai stati individuati.

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Ernesto, che all'epoca era già vedovo, aveva 63 anni e fin da piccolo aveva lavorato come macellaio: si ritrovò improvvisamente a vagare per strada cercando ripari di fortuna, dormendo in un sottoscala oppure ospite di qualche amico.

 

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Ma non esitò a denunciare gli aguzzini in commissariato. Una denuncia regolarmente protocollata ma, come ricostruito poi dagli accertamenti, mai trasmessa in procura. Sanità ha sempre rivendicato il diritto a quella casa e cinque anni fa scrisse una lettera all'Ater, l'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale a Roma, che si è adoperata per superare cavilli e procedure burocratiche.

 

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Poi il sequestro della casa da parte dei carabinieri lo scorso luglio, nel corso della maxi operazione «Gramigna» contro la cosca romana, e oggi la riconsegna al legittimo assegnatario. E quando Ernesto oggi è rientrato, dopo undici anni, ha trovato una casa molto diversa.

 

La camera da letto era nel frattempo diventata lo spazio comodo di un sontuoso loft per i festini del clan, in particolare quelli del boss Guerino Casamonica. «La rimetterò a posto per farla tornare la mia casa», dice Ernesto, un uomo esile, acciaccato dagli stenti, che riesce a sorreggersi a stento con un bastone. Ma con lo sguardo orgoglioso: «E ora da qui non mi muovo - dice fiero - Questa è casa mia e non ho paura di nessuno».

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