SIAMO A SECCO E RISCHIAMO DI RESTARE A BOCCA ASCIUTTA! - OGGI IL VERTICE DI GOVERNO PER FRONTEGGIARE L’EMERGENZA SICCITÀ – LE TEMPERATURE RECORD DI QUESTI GIORNI E LA MANCANZA DI PRECIPITAZIONI STANNO METTENDO A RISCHIO LE PRODUZIONI AGRICOLE IN TUTTA ITALIA – PREOCCUPA ANCHE L’ARRIVO DELL’ESTATE, CON UN RIALZO ULTERIORE DEI GRADI CHE POTREBBE SUPERARE I LIVELLI DEL 2003, QUANDO SI REGISTRÒ IL MESE DI GIUGNO PIÙ CALDO DELLA STORIA IN ITALIA – L’AUMENTO DELLE TEMPERATURE ACCRESCE ANCHE I RISCHI DI INCENDI E MALORI

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Valeria Arnaldi per “il Messaggero”

 

Sole pieno. Caldo afoso. Temperature nettamente superiori alla media di mese e stagione. Fino a ieri. E da oggi, ancora più alte, non più soltanto eccezionali, ma addirittura da record. Critiche. Il Po ha raggiunto i livelli più bassi registrati da oltre settant' anni. Anche il Tevere è a livelli decisamente inferiori a quelli stagionali. Molteplici produzioni agricole potrebbero andare perdute. È emergenza siccità. 

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Secondo il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, la dichiarazione di uno stato di crisi è «inevitabile». E una riunione del governo per analizzare la situazione nelle varie regioni e valutare eventuali misure per fronteggiare l'emergenza, si dovrebbe tenere già in settimana. Tra i partecipanti, Patuanelli, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, probabilmente il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

 

LE COLTIVAZIONI

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 «Sono numerose le coltivazioni a rischio, a livello nazionale - commenta Lorenzo Bazzana, responsabile economico Coldiretti - Così, il mais, che è alla base dell'allevamento e quindi della produzione di latte. Si sta decidendo quali campi coltivare e quali appezzamenti tralasciare, per concentrare l'uso dell'acqua. Siamo in fase di raccolta di orzo e frumento: le quantità sono quasi dimezzate. E a rischio sono anche ortaggi, frutta, nonché vite e olivo, ossia due delle eccellenze italiane. La maggior parte della carenza idrica si registra in pianura padana, dove si produce un terzo di tutto il made in Italy agroalimentare. Pure Centro e Sud sono in sofferenza».

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Le previsioni meteo, peraltro, sono chiare. E sensibilmente preoccupanti. L'estate, iniziata in anticipo di quasi un mese stando ai termometri, prenderà il via, da calendario, domani, con un ulteriore rialzo di gradi. «Da domani e, in alcune zone già da oggi, ci aspetta un ulteriore periodo di grande caldo, in tutto il Paese, con temperature superiori alla media di quattro o cinque gradi. In alcune aree, ancora di più - dice Bernardo Gozzini, climatologo, direttore Lamma-Cnr - La situazione cambierà venerdì sera, al Nord, in Toscana e nel Lazio settentrionale, non a Roma. Per quarantotto ore, le temperature saranno un poco più vicine alla normalità. Poi, ritornerà il caldo intenso».

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Il drammatico primato del 2003, quando si registrò il mese di giugno più caldo della storia in Italia, potrebbe presto essere superato. «Lo abbiamo già visto in Francia, dove si sono toccati i 42 gradi e in Andalusia dove si è arrivati a 50. Ora l'anticiclone di origine nordafricana subtropicale sta per abbattersi su di noi. Sarà l'andamento degli ultimi dieci giorni del mese a farci capire se arriveremo alle temperature del 2003 o se le supereremo». 

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A causa delle scarse precipitazioni dei mesi scorsi, mancano adeguate riserve idriche. «La primavera, salvo aprile, è stata poco piovosa e ora si entra in estate, dove le precipitazioni saranno ancora più esigue. La situazione è critica - spiega Gozzini - Si parla già di razionare l'acqua al Nord. E ci si sta ragionando anche per il Tevere». Bazzana sottolinea: «L'agricoltura sta già razionando l'acqua, tramite i consorzi di bonifica che la distribuiscono a orari precisi. L'acqua serve all'agricoltura non per gli agricoltori ma per produrre cibo, dunque per il sistema Paese». I pericoli sono molti.

 

I RISCHI

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 «Boschi e foreste sono in stress termico e idrico - aggiunge Gozzini - e sta salendo il rischio incendi». Alti pure i rischi per la salute. «Siamo passati bruscamente da temperature nella norma a un caldo straordinario senza il periodo intermedio per abituarsi. Ciò è particolarmente pericoloso per anziani e cardiopatici». 

 

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E si guarda, con preoccupazione, avanti. «In futuro - conclude Gozzini - il tema sarà come gestire le risorse d'acqua, creare nuovi invasi o usare tecnologie che ci consentano di rimpinguare le falde. In Italia, c'è una siccità ogni cinque anni dal 2000. Questo è lo scenario che ci attende».

 

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