marina petrella giorgio pietrostefani luigi bergamin raffaele ventura ex terroristi brigatisti

TRIBUNALI E BUROCRAZIA "PROTEGGONO" I TERRORISTI - IL GIUDICE CHE STA VALUTANDO L'ESTRADIZIONE DEI 10 EX TERRORISTI ITALIANI ARRESTATI IN FRANCIA HA RINVIATO TUTTO A GENNAIO - LA CORTE ASPETTA DALL'ITALIA UN SUPPLEMENTO DI INFORMAZIONI SULLE DOMANDE DI ESTRADIZIONE - ORA C'E' TEMPO FINO AL 5 DICEMBRE PER INTEGRARE I DOCUMENTI, ALTRIMENTI...

Cristiana Mangani per "il Messaggero"

 

GIORGIO PIETROSTEFANI

Quando ad aprile la Francia ha dato l'ok al rientro in Italia degli ex brigatisti che avevano trovato rifugio a Parigi e dintorni, la decisione è stata definita di portata storica. Con il passare delle ore, però, sono emerse tutte le difficoltà che il dossier avrebbe incontrato tra giudici e burocrazia. E ieri, la previsione, puntualmente, si è avverata.

 

La Chambre de l'Instruction della Corte d'Appello di Parigi, che si è riunita per valutare le richieste della difesa dei 10 ex terroristi che avevano sollevato questioni preliminari di costituzionalità, ha deciso di rinviare tutto al 12 gennaio 2022. Ancora tre mesi e mezzo per studiare il caso, ma, in contemporanea, per ottenere dall'Italia un supplemento di informazioni sulle domande di estradizione, così come sollecitato dalla procura e dalle difese.

 

La giudice, infatti, ha rigettato la questione di legittimità costituzionale sollevata dagli avvocati, che contestavano in particolare lo status dell'avvocato che rappresenta lo stato italiano, William Julié, che poteva intervenire nel corso delle udienze ma che non prendeva parte alla procedura. Ma ha confermato la carenza di informazioni nella documentazione italiana.

 

ovidio bompressi giorgio pietrostefani

«Un dato che sorprende - ha affermato l'avvocata Irene Terrel, che assiste sei dei nove ex terroristi fermati a fine aprile - soprattutto per il tempo che lo Stato italiano ha avuto a disposizione per preparare i dossier». Secondo la procura e la difesa, il ministero della Giustizia nel raccogliere gli elementi contro gli ex br «ha violato l'articolo 12 della procedura europea di estradizione».

 

CONVENZIONE EUROPEA Un articolo della Convenzione europea firmata a Parigi il 13 dicembre 1957 e che prevede, in particolare, l'originale o la copia autentica sia della sentenza di condanna esecutiva sia del mandato di cattura o di qualsiasi altro atto avente la stessa efficacia; una esposizione dei fatti per i quali l'estradizione viene richiesta. Il tempo e il luogo della loro consumazione, la loro qualificazione giuridica e i riferimenti alle disposizioni di legge loro applicabili saranno indicati con la massima possibile esattezza.

 

irene terrel.

Insomma, cose parecchio scontate e note. Dopo anni di lavoro, di ricerca di informazioni e di strategia da adottare, quanto inviato dal ministero della Giustizia non ha dunque soddisfatto la giudice francese, titolare del caso. Terrel ha poi ammesso che era prevedibile da parte del magistrato «il non accoglimento della richiesta dei legali. Ammettendo in precedenza l'intervento dell'avvocato che rappresenta lo Stato italiano - ha aggiunto - era prevedibile che non si sarebbe ricreduto».

 

pietrostefani e gli altri arrestati a parigi

Gli elementi sollevati in aula si fanno ancora più complessi se si pensa che ogni posizione degli ex br è diversa, ognuno fa caso a sé. Ieri erano assenti all'udienza per malattia Sergio Tornaghi e Giorgio Pietrostefani. Per quest' ultimo, l'avvocata Terrel ha fatto presente che si trova ancora in ospedale e che le sue condizioni sono gravi. Tanto che la giudice ha deciso di stralciare la sua posizione rinviando al 5 gennaio l'udienza nei suoi confronti.

 

Mercoledì 6 ottobre, invece, è stato convocato Maurizio Di Marzio, arrestato a Parigi il 19 luglio e per il quale è scattata la prescrizione lo scorso 10 maggio. Si «è estinta» sempre per prescrizione anche la pena di 16 anni e 11 mesi che avrebbe dovuto espiare Luigi Bergamin, 73 anni, ex militante dei Proletari armati per il comunismo. E l'elenco di rimpatri difficili potrebbe allungarsi ancora.

 

maurizio di marzio

TEMPI LUNGHI Ora l'Italia, come richiesto dalla Corte, ha tempo fino al 5 dicembre per fornire il supplemento di informazioni. E questo conferma come, sostanzialmente, il tema sia ancora la procedura di estradizione. Non appena i dossier verranno completati, o almeno la giudice li riterrà completi, passerà a valutare le posizioni caso per caso, con il rito tradizionale.

 

Si potrà arrivare fino al ricorso in Cassazione. E alla fine, toccherà al primo ministro firmare un decreto di estradizione, che però potrà essere a sua volta impugnato per un ricorso amministrativo davanti al Consiglio di stato. Insomma, una strada ancora molto lunga.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?