stormy daniels porno sesso orgasmo

VOGLIONO METTERE IN GALERA PORNHUB! - BEN SASSE, SENATORE DEL NEBRASKA, REPUBBLICANO, ULTRACONSERVATORE, HA CHIESTO A WILLIAM BARR, MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DEL PRESIDENTE TRUMP, DI METTERE SOTTO INDAGINE PORNHUB PER FAVOREGGIAMENTO DI TRATTA DI MINORI - BARBARA COSTA: “MESI FA, SU PORNHUB, È FINITO UN VIDEO IN CUI SI VEDE UNA RAGAZZA VITTIMA DI SEVIZIE. SEVIZIE NON FAKE, SEVIZIE VERE E ALLORA…” - GALLERY HOT DI STORMY DANIELS

STORMY DANIELS - VIDEO:

https://bit.ly/3cOGOzi

https://bit.ly/2LzGIja

https://bit.ly/2WzUhFy

 

Barbara Costa per Dagospia

 

pornhub ben sasse

Vogliono mettere in galera Pornhub! Ben Sasse, senatore del Nebraska, repubblicano, ultraconservatore, ha chiesto a William Barr, ministro della Giustizia del presidente Trump, di mettere sotto indagine Pornhub per favoreggiamento di tratta di minori! Le cose stanno così: mesi fa, su Pornhub, è finito un video in cui si vede una ragazza vittima di sevizie. Sevizie non fake, sevizie vere, e per giunta ai danni di una minorenne.

andrew cuomo 1

 

È stato Pornhub a rimuovere e a denunciare il video, a chiamare la polizia, e a far così scoprire che la 15enne era stata rapita da un maniaco, che aveva lui stesso girato e messo il video in rete, video poi finito pure su Pornhub. Maniaco che è stato identificato, arrestato, e la ragazza liberata. Del caso si sono occupati siti e giornali di carta americani, tutti dando rilievo e merito alla denuncia di Pornhub.

 

Ma secondo il sen. Sasse no, Pornhub ha la sua colpa, almeno oggettiva, e mettere un video simile lo prova. Pornhub tramite i suoi avvocati si difende, dicendo che nel suo canale trovi video porno di sevizie sadomaso estreme ma finte, recitate, girate da professionisti ma pure da attori amatoriali, video che eccitano a seconda della sensibilità e del pudore di chi decide di cliccarci su.

 

william barr pornhub 2

Pornhub garantisce controlli rigorosi su autenticità e consenso di ciò che vedi nei video ma, dato il volume gigantesco del materiale caricato – come attesta Corey Price, vicepresidente di Pornhub: il sito ospita 11 petabyte di contenuti, vale a dire 3.666.666.666 minuti di materiale girato, e questa è la stima ferma a ottobre 2019 – tale controllo non può essere esente da crepe, è rapido ma nei limiti i più logici. Pornhub rimuove video di revenge porn, sesso non consensuale, sesso in cui sono coinvolti minori, appena di questi video viene informato, o se ne accorge esso stesso.

 

michael avenatti stormy daniels 1

Per il momento, il ministro Barr ha rispedito la richiesta di Sasse al mittente, come aveva già fatto con una lettera simile inviatagli da altri 4 repubblicani. Dando a tutti questa motivazione: che gli forniscano prove contro Pornhub ben più valide, e non avvalorate solo da denunce a firma di attivisti anti-porno che basano le loro crociate su studi finanziati da leghe anti-porno.

william barr pornhub 1

 

E nemmeno da ciò che sostengono alti prelati cattolici americani che il 30 aprile hanno "pregato" Barr di perseguire “i crimini” di Pornhub e soci, dacché “dobbiamo amarci tutti come fratelli e sorelle” e il porno in rete è l’antitesi di questo amore (come no: invece "l’amore" che alcuni uomini di Chiesa, anche negli USA, hanno mostrato verso minori, violentandoli, quello non è un crimine, vero?). E Pornhub da parte sua mica sta fermo, rilancia, e si scaglia contro il sen. Sasse, accusandolo di servirsi del brand Pornhub a fini elettorali, per farsi pubblicità, finire sui media, e assicurarsi la rielezione!

 

michael avenatti stormy daniels 2

Come se non bastasse, nello Utah, da una parte depenalizzano la poligamia (se ti scoprono che c’hai più mogli non ti fai più 5 anni di galera: paghi una multa di 750 dollari), dall’altra approvano una legge che obbliga i siti pornografici ad apporre "un advisory che spieghi la nocività" di quello che una persona adulta ha liberamente deciso di vedere. Nocività a chi, a cosa non è chiaro, ma si intuisce che nello Utah sono sul serio convinti che il porno sia il Male, uno strumento di Satana, e faccia danni a chi lo guarda, e che tale "peccatore" debba esserne protetto.

 

I boss del porno schierano i loro avvocati contro ciò che ritengono un limite alla libertà di espressione e sono prontissimi ad affrontare cause legali che son sicuri di vincere in nome del Primo Emendamento. In difesa del porno scende in campo anche Alan Dershowitz, avvocatone famoso, dal curriculum che mette paura. Secondo Dershowitz, politici e attivisti anti-porno “sono degli zeloti che sprecano tempo e fiato”: si diano pace, nessuno può vietare al porno di pornare, né proibire a chi lo guarda di onanisticamente sballarsene. Se il porno porna secondo la legge, fare porno (e guardarlo) senza advisory e altre seccature, rientra nelle libertà intoccabili, negli Stati Uniti (ancora) considerate sacre.

 

stormy daniels pornstar

Guai con la legge anche per il governatore di New York Andrew Cuomo: Sean McCarthy, proprietario di Blush Gentleman’s, strip club di New York City, gli fa causa. Seguendo le disposizioni di Cuomo, McCarthy ha chiuso il suo locale a metà marzo, e il governatore gli ha detto che lui sarà tra gli ultimi a riaprire. McCarthy non ci sta, protesta (alla CBS) che “tale chiusura mi ha causato danni insanabili e debiti.

 

Cuomo è un discriminatore, un monarca che si pone al di sopra della Costituzione”, perché tratta i cittadini-lavoratori in modo iniquo. McCarthy vuole riaprire, subito, e in tutta sicurezza: degli aiuti governativi non sa che farci, e esige da Cuomo 150 mila dollari di danni, più il pagamento delle spese legali. Se McCarthy vince, per lo Stato di New York (e per tutti gli altri) si apriranno voragini di ricorsi da affrontare. 

 

pornhub ben sasse michael avenatti

Sempre per la serie porno&legge, te lo ricordi Michael Avenatti? L’avvocato, quello che difendeva la pornostar Stormy Daniels, la bionda che, dopo 14 anni, si è ricordata che Trump, quando non era ancora presidente ma era "solo" un magnate tra i più ricchi al mondo, è stato il suo amante: prima Stormy non ce lo poteva dire, no, aveva firmato un accordo di riservatezza per non dirlo a nessuno, tantomeno ai media, accordo che negli USA ha valore legale e penale se non lo rispetti, e lei però 2 anni fa, con Trump alla Casa Bianca… che hanno fatto tanto sesso, e quando Trump era già sposato con Melania, che aveva appena partorito Barron, e che Trump manco è dotato, e che a letto è un rude, Stormy è andata a dirlo in tv, in profumate ospitate da talk-show, e ci ha scritto un libro, "Full Disclosure", libro di cui Avenatti è accusato di aver rubato il ghiotto anticipo.

 

andrew cuomo

Ma la notizia di oggi è che Avenatti "beneficia" dell’emergenza coronavirus: infatti lui è da febbraio scorso che è in carcere, non per i guai con la Daniels, ma per aver tentato di estorcere alla Nike 20 milioni di dollari. Avenatti in galera stava in una cella umida e fredda, ma così fredda che era costretto a dormire sotto 3 coperte. Coperte che non l’hanno risparmiato dalla polmonite, e i suoi avvocati sono riusciti a fargli avere gli arresti domiciliari sostenendo che un detenuto coi postumi da polmonite è ad alto rischio se dovesse beccarsi il virus.

 

Così Avenatti è ora col braccialetto elettronico a casa di un amico suo sulle spiagge di Venice, e si lamenta pure: i giudici gli hanno proibito internet! Il lockdown ha spostato a data da destinarsi gli altri due processi che l’attendono, quello in cui Stormy Daniels gli rinfaccia i 300 mila dollari sottratti, e un secondo in cui un altro suo ex cliente lo accusa di avergli fregato 840 mila dollari. Lo Stato della California ha sospeso a Avenatti la licenza da avvocato e si ricordi: i domiciliari concessigli durano 3 mesi.

william barr pornhub

 

Dopo i quali se ne torna dietro le sbarre, non certo a far ospitate in tv, ospitate che, dicono, gli hanno fruttato vagonate di dollari, più il grado di nuovo idolo dei democratici anti-Trump: si faceva il nome di Avenatti come candidato alle primarie. Questo però fino a che Avenatti non finì per la prima volta in galera, nel 2018, quando venne arrestato con l’accusa di violenza domestica. Uscì dopo poche ore, pagando una cauzione di 50 mila dollari. Dopo la condanna del febbraio scorso, i democratici che tanto lo tifavano, non l’hanno cercato né nominato più, chissà perché…

DONALD TRUMP E STORMY DANIELS

michael avenatti stormy danielsshut down porn hubalan dershowitz pornhub 1stormy daniels pornstar 1censored pornhubstormy daniels full disclosurealan dershowitz pornhub

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")