libro la nuova intolleranza helen pluckrose james lindsay

VOLETE SAPERE DA DOVE ARRIVA LA “CANCEL CULTURE”? – PER IL LIBRO “LA NUOVA INTOLLERANZA” È FRUTTO DEL POSTMODERNISMO – LA TEORIA QUEER, L'OSSESSIONE PER LA SOCIAL JUSTICE E L'IDEOLOGIA WOKE, SFOCIATI NELLA TREMENDA “CANCEL CULTURE”, SAREBBERO LA CONSEGUENZA DELL'IMPORTAZIONE DELLE TEORIE DEI FILOSOFI FRANCESI POSTMODERNI, ATTIVI NEGLI ANNI '60 E '70 DEL SECOLO SCORSO – "IL POSTMODERNISMO HA CONTAMINATO LA SOCIETÀ STATUNITENSE FACENDOLA USCIRE DAL SOLCO DEL LIBERALISMO CHE ERA IN GRADO DI…"

Fabrizio Ottaviani per “il Giornale”

 

libro la nuova intolleranza helen pluckrose james lindsay 2

Qualche anno fa, durante un viaggio in Marocco, mia moglie ebbe bisogno di un parrucchiere. Mal gliene incolse: si ritrovò sul capo un'acconciatura a forma di favo capovolto, nello stile degli anni Sessanta. È il fenomeno dello «sgocciolamento»: le mode sorte nelle capitali dell'impero New York, Parigi, Londra si diffondono dopo un mese nei capoluoghi di provincia, dopo un anno raggiungono cittadine di piccole dimensioni, dopo dieci i più remoti paesini di montagna per poi lanciarsi alla conquista del mondo, Marocco compreso.

 

Purtroppo certi «sgocciolamenti» sono meno fatui: secondo gli studiosi anglo-americani Helen Pluckrose e James Lindsay gli studi postcoloniali, la teoria queer, l'ossessione per la social justice, l'ideologia woke che impone di ribellarsi alla discriminazione e insomma l'intreccio di ricerche impegnate nell'emancipazione di alcune categorie di persone socialmente svantaggiate, intreccio il cui risvolto più chiassoso è l'ormai infestante cancel culture, sarebbero la conseguenza dell'importazione delle teorie dei filosofi francesi postmoderni, attivi in particolare negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso: Lyotard, Derrida, Baudrillard e naturalmente Foucault.

cancel culture 2

 

Formulate nel saggio ora tradotto dall'inglese La nuova intolleranza (Linkiesta Book, pagg. 384, euro 20; con una prefazione di Guido Vitiello), le tesi di Pluckrose e Linsday hanno sollevato numerose discussioni oltreoceano; per dare un'idea dell'eco suscitata, basta dire che su Amazon le loro opere hanno più recensioni dell'iPhone.

 

libro la nuova intolleranza helen pluckrose james lindsay 3

Secondo gli autori, il postmodernismo è riassumibile in due principi e quattro temi. Il primo principio stabilisce che la verità oggettiva non esiste e che la conoscenza è una costruzione sociale; il secondo, che tale costruzione è gestita da chi detiene il potere. Negli studi postcoloniali inaugurati da Franz Fanon e resi universalmente noti dal celebre Orientalismo di Edward Said, per esempio, l'identità dei popoli colonizzati non è un dato di fatto, ma un'invenzione degli europei che ha lo scopo di mantenere inalterato il rapporto di dominio. La stessa argomentazione può essere impiegata per decostruire la cultura afroamericana, l'identità femminile o quella omosessuale.

 

cancel culture 1

I quattro temi riguardano l'offuscamento dei confini (nella teoria queer ad essere «offuscato» è il confine fra uomo e donna), il potere del linguaggio, il relativismo culturale e la perdita dell'individuale e dell'universale. Sgocciolando dalla Francia sulle università americane, ribattezzato con il nome distopico di «Theory», il postmodernismo avrebbe contaminato la società statunitense facendola uscire dal solco del liberalismo. Il volume, infatti, si basa sulla convinzione che il liberalismo persegua gli stessi obiettivi di giustizia sociale della cancel culture, ma in modo più proficuo e senza fanatismi.

libro la nuova intolleranza helen pluckrose james lindsay 1

 

Nel capitolo finale si stila addirittura una sorta di prontuario casuistico grazie al quale il seguace di Stuart Mill e Tocqueville può rispondere a tono alle sollecitazioni della «Theory», ribadendo l'autonomia e l'efficacia dell'approccio liberale.

Si tratta di pagine stimolanti, ma che sollevano alcune perplessità. I «sei pilastri del postmoderno» rappresentano in realtà le più rilevanti acquisizioni filosofiche degli ultimi due secoli: si rintracciano facilmente nella «scuola del sospetto» e dunque in Nietzsche, nell'antropologia culturale e filosofica, nella tradizione ermeneutica prima e dopo Heidegger.

 

libro la nuova intolleranza helen pluckrose james lindsay 1 copia

La seconda questione è più spinosa. E se il dissidio fra liberalismo e postmodernismo fosse una lite domestica interna al liberalismo? John Locke (1632-1704) nel Secondo trattato sul governo pone le basi della società liberale, ma nel terzo libro dell'Essay delinea una teoria della conoscenza che oggi ci appare postmoderna; lo scetticismo, che gli autori attribuiscono al postmoderno, è stato un lievito del moderno; e si potrebbe continuare.

 

A questo punto, se si volesse premere il pedale dell'orgoglio europeo, si potrebbe osservare che da noi il liberalismo non è mai degenerato in cancel culture perché presidiato da una quantità di atteggiamenti, convinzioni e stili di vita (religione, arte, puro e semplice dolce far niente...) che ne attenuano il pragmatismo e l'individualismo. Infine: per scagionare il puritanesimo americano, di cui la «nuova intolleranza» è una manifestazione, gli autori agiscono in modo puritano, costruendo un oggetto persecutorio, la «Theory», che sarebbe nata lontano, sulle rive della Senna; dove però non ha mai torto un capello a nessuno, mentre loro si ritrovano in casa un'ideologia-manganello che costringe il cittadino americano a camminare sulle uova se non vuole perdere il lavoro, la famiglia e persino la libertà.

cancel culture 2cancel culture e statue 9cancel culture 1cancel culture e statue 8CANCEL CULTUREcancel culturecancel culturecancel culturecancel culturecancel culturecancel culturelibro la nuova intolleranza helen pluckrose james lindsay 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…