AGENZIA DELLE USCITE – IL FISCO PERDE IL QUARTO DIRIGENTE DI PESO (RAPPORTI CON LE MULTINAZIONALI) – PESA LA SENTENZA DELLA CONSULTA CHE HA BOCCIATO IL CONCORSO DEI DIRIGENTI - BRUXELLES MANDA GLI ISPETTORI

Federico De Rosa e Lorenzo Salvia per il “Corriere della Sera

 

rossella orlandirossella orlandi

L'Agenzia delle Entrate perde un altro funzionario. La responsabile dell' ufficio «ruling internazionale», Gabriella Cappelleri, ha deciso a sorpresa di lasciare l' incarico per passare al settore privato. La struttura guidata da Cappelleri rappresenta uno snodo cruciale della Direzione Centrale Accertamento dell' Agenzia delle Entrate. Si tratta, per intenderci, dell' ufficio che negli ultimi anni ha gestito i delicati accordi fiscali con le grandi multinazionali.

 

La manager andrà a occuparsi di fiscalità internazionale per Maisto & Associati, uno dei più noti studi fiscali milanesi, fondato da Guglielmo Maisto, con uffici anche a Roma e Londra. Cappelleri era nell' elenco dei 767 funzionari delle Entrate nominati dirigenti, poi dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale.


Per l' Agenzia si tratta del quarto addio eccellente in pochi mesi e, come nei casi precedenti, si tratta di un riposizionamento nel privato. Ad agosto Giammarco Cottani, della direzione generale accertamento, aveva lasciato l' incarico per uno studio di consulenza fiscale, poi a settembre era arrivato l' addio di Dario Sencar, responsabile dei controlli sui grandi contribuenti, passato alla PricewaterhouseCoopers, e di recente è andato via anche Pasquale Cormio, entrato in EY (l' ex Ernst & Young).

 

ROSSELLA ORLANDI ROSSELLA ORLANDI

È probabile che nelle prossime settimane la lista si allunghi ancora, pescando sempre dall' elenco dei 767 dirigenti dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale, perché promossi con procedure interne e non nominati per concorso. Persone di grande esperienza, che all' improvviso si sono viste declassate da dirigenti a semplici funzionari, passando in media da uno stipendio netto di 3.500 euro al mese a uno di 1.500 euro. E che difficilmente possono resistere a offerte di aziende private e studi professionali, che viaggiano su cifre molto più alte.

ROSSELLA ORLANDI ROSSELLA ORLANDI


Il fenomeno è simile a quello visto alla fine degli anni' 90 per i piloti dell' Aeronautica che, dopo essere stati formati dallo Stato, lasciavano la carriera militare per sedersi alla cloche di Boeing e Airbus di compagnie private, che offrivano stipendi decisamente più ricchi. Allora, era il 2000, lo Stato arginò il fenomeno con un premio in denaro, 30 milioni di lire per i primi due anni, ai piloti che decidevano di rimanere in divisa.


Altri tempi. Per l' Agenzia delle entrate non ci sarà nessuna legge «anti esodo», come naturalmente venne chiamata all' epoca. Ci sarà un nuovo concorso per circa 400 posti da dirigente, meno di quelli cancellati dalla sentenza della Corte costituzionale. Un concorso solo per esami, senza nessun vantaggio per chi è già dentro l' Agenzia.

padoanpadoan


Prima, però, c' è un altro scoglio da superare: il 17 novembre il Consiglio di Stato si dovrà pronunciare sulla legittimità di un altro concorso dell' agenzia, bandito nel maggio scorso per 403 posti sempre da dirigente. La procedura è stata impugnata dal sindacato Dirpubblica, perché garantirebbe una corsia preferenziale a funzionari che hanno ottenuto incarichi superiori senza concorso. Se anche questo concorso dovesse essere annullato l' agenzia rischierebbe il blocco totale. E diventerebbe difficile mantenere gli incassi dalla lotta all' evasione in linea con i risultati del passato.


Anche per questo, sebbene di striscio, quello dei dirigenti in fuga è stato uno dei temi affrontati dai vertici dell' Agenzia negli incontri che hanno avuto in questi giorni con i cinque funzionari del Fondo monetario internazionale, dal 14 ottobre in missione in Italia.

 

padoan, ministro dell'economia (d), con il presidente della bce mario draghi padoan, ministro dell'economia (d), con il presidente della bce mario draghi

Su richiesta del ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, collaboreranno con il nostro Paese per individuare alcune «buona pratiche» utilizzate all' estero che possono tornare utili per la completa attuazione della riforma fiscale. I funzionari Fmi hanno incontrato tutti i vertici dell' Agenzia delle entrate, dal direttore Rossella Orlandi in giù. Sono partiti, come da prassi in questi casi, proprio dalla situazione del personale. E sono rimasti parecchio colpiti dalla situazione «molto italiana» in cui, suo malgrado, si trova l' Agenzia.

AGENZIA ENTRATE ROMAAGENZIA ENTRATE ROMA


Il rapporto della missione del Fondo monetario internazionale - che ha incontrato anche Guardia di finanza, Equitalia e Sogei - è atteso per la fine dell' anno. Tra qualche settimana, però, arriverà un altra delegazione, stavolta dell' Ocse, l' Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che raggruppa i Paesi con sistema democratico ed economia di mercato. Anche loro dovranno svolgere, sempre su richiesta del ministro Padoan, un ruolo di «advisor» per la completa attuazione delle ultime riforme nel settore del fisco. Forse quando arriveranno la lista dei dirigenti fuoriusciti e passati al privato si sarà allungata ancora. E anche loro saranno costretti a partire da qui .

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?