L’ASILO MARIUCCIA IN GITA DAL PAPA: SGOMITATE, FOTO, TWEET, CHIACCHIERE TRA I 500 PARLAMENTARI A SAN PIETRO - BERGOGLIO GLACIALE: NESSUN SORRISO, NESSUN SALUTO


1. SGOMITATE, FOTO E TWEET I PARLAMENTARI DAL PAPA PER LA PREDICA SENZA SCONTI -FRANCESCO: I CORROTTI NON SARANNO PERDONATI
Andrea Malaguti per ‘La Stampa'

La celebrazione è fatta apposta per loro. Ci sono ministri, 9, sottosegretari, 19, senatori, 176, e deputati, 298. Molti arrivano a piedi. Molti no. Così, alle sei e mezza del mattino, Piazza Sant'Uffizio si riempie di auto blu. «Il Sommo Pontefice capirà».

Capirà? Un compìto, modesto, speranzoso popolo di parlamentari che sfidando la pioggia e la stanchezza - «una levataccia, ma ne valeva la pena», twitta Edoardo Patriarca, evidentemente disabituato alle aggressive prime ore del giorno - sciama verso la basilica di San Pietro per ascoltare la messa di papa Francesco. Davanti all'altare della Cattedra la prima fila è riservata alle autorità più autorità delle altre. Ci sono il ministro Boschi, Casini, la Bindi. E a ridosso Schifani, Lupi, Gasparri.

Il ministro Madia, il braccio destro del premier Luca Lotti e il ministro Orlando scelgono posizioni più defilate. Sgomitamenti. Passi rapidi. Eccitazione. La senatrice Emma Fattorini, del Pd, twitta: «Corsa primi posti, speriamo arrivi presto Bergoglio e ci metta tutti a posto». C'è anche il Bossi. «Da 15 anni non mi confessavo. L'ho fatto per il Papa». Peccato che ci sia il segreto del confessionale.

Ecco Bergoglio. Due minuti prima delle sette. La prestigiosa platea si fa muta. «È un uomo buono, ci aprirà le braccia». Non le apre. Gelido. Quasi non li guarda. Non saluta. Non ammicca. Non manda baci. Ha una spiccata predilezione per i poveri e per gli ultimi. E qui non ce ne sono. «I peccatori saranno perdonati. I corrotti no», dice. Stupore. Occhi bassi. Schifani e Gasparri lo squadrano perplessi come se volessero valutare il grado di sincerità delle sue parole.

Sincerissime. Cesaro, FI, detto Giggino 'a purpetta, scatta foto col cellulare. Non troppo elegante. Ma non è il solo. Renato Farina twitta le parole del Papa in diretta. La rete lo crocifigge: «Ma neanche davanti al Papa ti riesci a controllare?». Francesco prosegue con l'omelia. «Il lamento di Dio verso un popolo che non lo ascolta investe prima di tutto le classi dirigenti, sia ecclesiali che politiche».

Altro schiaffo. Altri sguardi bassi. «Apritevi all'amore. Non scaricate sul popolo pesi che voi non sfiorate neppure con un dito». È un discorso da cui emergono ovunque segni di degrado e di rovina nei quali i cinquecento parlamentari danno l'impressione di riconoscersi come ombre impresse su quei muri pericolanti. Fine messa. Francesco si allontana. Ma forse non si era mai avvicinato.

«Quella del Papa è un'esortazione molto forte», dice il ministro Delrio. «C'è rimasto male solo chi si è sentito chiamato in causa», dice il piddino Lauricella. «La distanza siderale manifestataci da Papa Francesco questa mattina fa il paio con il duro e sferzante discorso del presidente Napolitano all'atto della sua rielezione», aggiunge il collega Ginefra, mentre lo stupore di una platea vip abituata a ben altre attenzioni diventa malessere.

«Il Papa è stato anche un po' severo. Ma penso che ci stesse», sussurra morbida Laura Boldrini. «Certo poteva almeno fermarsi a salutare», dice Renata Polverini a un collega, ottenendo l'approvazione anche del collega Abrignani. «Il Papa ha detto che se ci riconosciamo peccatori Dio avrà pietà di noi», sintetizza Formigoni. Davvero ha detto questo?

2. CHAOUKI: ‘UNO SCHIAFFO IN FACCIA - MA I MIEI COLLEGHI ERANO TROPPO DISTRATTI'
Francesca Schianchi per ‘La Stampa'

«Due cose mi hanno colpito: la distrazione di alcuni colleghi e l'atteggiamento freddo del Papa, che non ha mai fatto un sorriso o una battuta». A riportare le sue impressioni della messa di ieri è l'unico deputato musulmano presente, Khalid Chaouki, di origini marocchine.

Perché parla di colleghi distratti?
«Mi ha colpito la scarsa attenzione di alcuni di loro: in piedi a fotografare, con gli iPad, i telefonini, durante la predica e in altri momenti. Io non lo faccio in moschea, sono stato attento a non farlo nemmeno in chiesa».

E invece, diceva, del Papa...
«Solitamente così scherzoso, non ha mai fatto una battuta, non s'è mai rivolto direttamente a noi, quasi a segnare una distanza. E ha fatto una predica durissima, uno schiaffo in faccia per richiamarci a essere all'altezza delle nostre responsabilità».

Perché lei, musulmano, ci è andato?
«Da musulmano, il Papa rappresenta un'autorità morale, a maggior ragione papa Francesco per il suo ritorno al messaggio delle origini. Ho voluto mandare un messaggio alla comunità islamica, in Italia ma anche a quelle del mondo arabo in cui, in alcune realtà, i cristiani sono costretti alla fuga. Bisogna recuperare uno spirito di dialogo».

Lei non ha partecipato alle preghiere, però, immagino.
«Ho solo scambiato il segno della pace. Mi sarebbe piaciuto farlo con il leghista Molteni che si sta opponendo alla cotruzione di una moschea nella sua città. Spero abbia capito il senso della mia presenza»

 

 

PARLAMENTARI A MESSA DAL PAPA FOTO DI DEBORAH BERGAMINI PARLAMENTARI A MESSA DAL PAPA FOTO DI ALFREDO BAZOLI DEL PD PARLAMENTARI A MESSA DAL PAPA FOTO DEL SENATORE STEFANO COLLINA PARLAMENTARI A MESSA DAL PAPA FOTO DEL DEPUTATO VINCENZO GAROFALO Pierferdinando Casini e Rosi Bindi CASINI BINDI FORLANI OBAMA E PAPA BERGOGLIO

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