salvini

ASSEDIATO DALLA MAGISTRATURA, RIPUDIATO DAL NORD CAPITANATO DA ZAIA E GIORGETTI, ABBANDONATO DA BERLUSCONI E DALLA MELONI, CONSIDERATO IL NEMICO N°1 DALL’UNIONE EUROPEA, IL CAPITONE ANNASPA - “IL "NO’’ DI GIORGETTI SUL REFERENDUM NON È UNO STRAPPO. LA LEGA NON È UNA CASERMA” - "IL NEMICO È LA BUROCRAZIA DI BRUXELLES” – ‘’SPERO CHE TRUMP VENGA RIELETTO" – ‘’SE IO FOSSI PRIMO MINISTRO, LE RELAZIONI CON CINA E IRAN SAREBBERO SOSPESE’’ – E SCOMMETTE SUL VOTO PRIMA DEL 2023: "PIÙ CHE I POLITICI, SARÀ LA SOCIETÀ A FAR SALTARE QUESTO GOVERNO"

Repubblica.it

 

salvini aggressione

"No", quello di Giorgetti sul referendum non è uno strappo. È il commento di Matteo Salvini da Matera, durante un comizio a sostegno del candidato sindaco di centrodestra, Rocco Luigi Sassone, dove anche qui è stato accolto tra fischi e contestazioni come ieri nella tappa di Torre del Greco.

 

"Se qualcuno - ha aggiunto Salvini - la pensa in maniera diversa, sicuramente non mi arrabbio e non mi offendo. Il referendum è il trionfo della democrazia, la Lega non è una caserma a differenza di altri movimenti siamo uomini e donne liberi. Noi abbiamo votato 'sì' perché il Parlamento può lavorare efficacemente anche con meno parlamentari".

salvini verdini

 

Quel 'qualcuno' a cui fa riferimento Salvini è appunto Giancarlo Giorgetti, il numero due del Carroccio che ieri ha precisato: "Al referendum voterò No. E lo farò convintamente" sfidando così Salvini che invece ha scelto il Sì.

 

"La posizione sul referendum" della Lega e di Matteo Salvini è dunque per il "sì, per coerenza. Ho votato quattro volte 'sì' e voterò per la quinta volta 'si'. Non voglio fare - ha aggiunto - come un Renzi qualunque che prima vota 'no' e poi per salvare la poltrona vota 'sì'".

 

Salvini sul Wall Street Journal

zaia salvini

Tra i vari impegni della campagna elettorale, Matteo Salvini ha rilasciato un'intervista al Wall Street Journal dove affronta temi di politica internazionale come le elezioni americane e tematiche ma anche questioni legate alla politica italiana. Su Donald Trump ha detto: "Ero uno dei pochi politici italiani che credeva nella sua vittoria e che ha fatto il tifo per lui quattro anni fa. E continuo a credere che sia stato un buon presidente e spero che venga rieletto".

salvini ceccardi

 

Su alcune questioni internazionali, ha proseguito l'ex ministro dell'Interno "come le relazioni con la Cina, con l'Iran e la stretta relazione con Israele - abbiamo la stessa identica opinione. Se io fossi primo ministro, Gerusalemme sarebbe riconosciuta come capitale di Israele dal mio governo e le relazioni con Cina e Iran sarebbero sospese".

 

matteo salvini uova e spremuta

Il leader della  Lega affronta anche il tema europeo: "Il nemico del sogno europeo è la burocrazia di Bruxelles. Non è Salvini. Questa burocrazia europea ha tradito il sogno europeo. Il trattato fondante della Ue aveva stabilito la piena occupazione come sua priorità. Quindi il lavoro - che è teoricamente materia della sinistra, ma di cui i socialisti si sono dimenticati - la piena occupazione e, aggiungerei io, anche famiglia e immigrazione".

 

Non mancano i passaggi sul processo di Catania che - ricorda il WSJ - potrebbe costargli fino a 15 anni: "Penso che il processo finirà in niente. Durante il mio mandato come ministro, abbiamo dimezzato il numero di morti e dispersi in mare". Salvini scommette sul voto prima del 2023: "Più che i politici, sarà la società a far saltare questo governo".

 

GIORGIA MELONI LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

LA LEADERSHIP DI SALVINI ORA TRABALLA E GIORGETTI SI SMARCA SUL REFERENDUM

Marco Conti per ''Il Messaggero''

 

«Conosco due delle tre persone (arrestate ndr), sono persone oneste, corrette e quindi dubito che abbiano chiesto o fatto qualcosa di sbagliato». La difesa di Matteo Salvini arriva di prima mattina parlando a Radio anch' io e copre almeno due dei tre commercialisti finiti ai domiciliari nell'inchiesta milanese sul caso Lombardia Film Commission.

salvini giorgetti

 

I MECCANISMI

Intervento dovuto, seppur bilanciato da una ribadita «piena fiducia nella magistratura», perchè l'inchiesta rischia di mettere in crisi i meccanismi di selezione dei collaboratori che dovrebbero sostenere l'azione politica del Capitano. Ed è qui che la Lega per Salvini premier mostra ancora una volta - dopo il caso Gianluca Savoini - i suoi limiti rispetto alla Lega Nord della stagione d'oro di Umberto Bossi quando in Parlamento, o a far da consulenti, ci si arrivava con tutt' altri meccanismi.

 

salvini zaia

Chiusa con la performance delle scope la stagione del Senatur, arrivato prima Roberto Maroni e poi Matteo Salvini alla guida del partito, sono cominciati i dolori con le responsabilità per quei 49 milioni di rimborsi elettorali spariti che i tre segretari si sono rimbalzati a suon di bilanci e che sono ancora al centro di un'inchiesta della magistratura milanese. I due commercialisti sui quali Salvini prova a mettere la mano sul fuoco sono i due consulenti dei gruppi parlamentari che frequentano Montecitorio e Palazzo Madama ormai da anni.

 

ANTONIO TAJANI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

Tanto potenti che alla Camera Andrea Manzoni - formalmente revisore contabile della Lega - ha il privilegio di occupare la stanza che per anni fu di Umberto Bossi, cedutagli senza batter ciglio dal capogruppo Riccardo Molinari. Nel centrodestra cresce l'attesa per il risultato delle regionali del 21 settembre anche per regolare qualche conto interno che non può non toccare soprattutto Salvini in quanto leader di una coalizione che, malgrado tutto, continua a presentarsi unita ad ogni appuntamento elettorale.

 

conte salvini

Se il 21 settembre finirà con un pareggio o dovessero farcela solo i candidati di FdI nelle Marche e in Puglia con la Toscana ancora al Pd, chi ha iniziato ad interrogarsi sul venire meno del tocco magico del «Capitano» avrebbe argomenti ancor più solidi per rilanciare un dibattito iniziato giusto un anno fa quando Salvini, nel giro di una settimana, perse la poltrona di ministro dell'Interno e il governo. Anche se le stagioni sono diverse, impressiona l'uso che la Lega di Bossi fece del suo consenso nei governi Berlusconi del 2001 e 2008.

 

matteo salvini e giorgia meloni alla foiba di basovizza per il giorno del ricordo 1

 La Lega di Salvini lo ha raddoppiato, decuplicato rispetto alla segreteria di Maroni, in Italia e anche in Europa, ma politicamente non si avverte mentre l'annuncio di imminenti elezioni anticipate - che Salvini ripete da più di un anno - si è ormai sgonfiato e in arrivo ci sono gli oltre duecento miliardi del Recovery fund. Ed è qui, nell'intreccio tre le inchieste della procura milanese, i risultati delle elezioni regionali e l'avvio a Catania del processo per la nave Gregoretti, che rispunta Giancarlo Giorgetti. L'ex sottosegretario, numero due del Carroccio, mente raffinata che ha attraversato tutte le stagioni della Lega, l'altra sera si è schierato per il No al referendum.

MATTEO SALVINI VIKTOR ORBAN

 

Lo ha fatto durante un'iniziativa nel milanese con il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana, il governatore che dall'emergenza Covid è uscito con più ammaccature. Giorgetti spiega il suo No con l'intenzione di non voler fare «un favore ad un governo in difficoltà, incapace di gestire il contraccolpo economico al sistema Italia di questi mesi e in evidente imbarazzo in vista dei prossimi mesi, che saranno durissimi. Il governo Conte - conclude - è inadeguato. Ed è anche per questo che voterò No».

VIGNETTA VAURO - SALVINI E LA CRESCITA DI GIORGIA MELONI

 

Giorgetti - molto più di Salvini - si fa così portavoce del malessere del Nord e spinge sull'unica leva che ha a disposizione per far cadere il governo alla vigilia del varo del Recovery fund. Un mega-piano di spesa dove il Carroccio - ancor più forse di FdI e sicuramente di FI - non toccherà palla anche per la difficoltà della Lega nazionale di Salvini ad interloquire con quei mondi produttivi della Lombardia e del Nordest che per anni hanno fatto le fortune della Lega.

 

salvini al citofono meme 2

Ed è vero che in democrazia i voti si contano e non si pesano, ma le elezioni sono lontane e i 209 miliardi molto più vicini. Giorgetti ha ancora una volta fiutato l'aria. A dispetto del suo carattere, si è esposto sul referendum nel tentativo di saldare l'unica competizione elettorale in grado di creare problemi alla maggioranza, con le preoccupazioni post-Covid di imprese e famiglie.

MATTEO SALVINI SMARTPHONEmatteo salvini irina osipova gianluca savoini claudio d'amicoiva garibaldi luca morisi matteo salvinifrancesco zicchieri matteo salvini 1CONTE E SALVINISALVINI TIMESALVINI BERLUSCONIsalvini savoini

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…