maria elena boschi

BELPIETRO FA IL LIFTING A MARIA “ETRURIA”: “OLTRE A CONTRIBUIRE ALLA ROVINA DI RENZI E DEL PD, CONTRIBUIRÀ ANCHE A QUELLA DI GENTILONI. LA DETERMINAZIONE CON CUI SI OSTINA A NON FARSI DA PARTE, ALLA FINE TRAVOLGERÀ IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. L'ASPETTO PIÙ GRAVE È CHE LA BOSCHI CERCÒ DI INTRALCIARE LA FUSIONE CON POP VICENZA: QUELLA PROPOSTA AVREBBE SALVATO LE MIGLIAIA DI PICCOLI SOCI DALLA DISTRUZIONE DEL LORO INVESTIMENTO”

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

belpietro

Maria Elena Boschi, oltre a contribuire alla definitiva rovina di Matteo Renzi e del Pd, contribuirà anche a quella di Paolo Gentiloni. Già, perché la determinazione dell' ex ministra a non farsi da parte nonostante il suo ruolo a Palazzo Chigi sia ormai incompatibile con le vicende personali, alla fine travolgerà il presidente del Consiglio che, proprio mentre si prepara, dopo le elezioni, a ricandidarsi alla guida del Paese, dimostra di essere un uomo senza potere, ovvero il capo di governo che non è in grado di controllare il governo e non ha il coraggio di mettere alla porta la cocca del segretario del Pd.

 

MARIA ELENA BOSCHI

Gentiloni è teleguidato da Renzi, il quale agisce per interposta persona tramite Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Sono loro a tenere in ostaggio l'esecutivo e dunque loro a tenere sulla corda il Paese.

 

Giorni fa abbiamo scritto che la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio non dovrebbe stare a Palazzo Chigi, perché in grado di influenzare materie sensibili come le nomine e perché ha dato prova di non saper tener separate le faccende della propria famiglia da quelle delle istituzioni.

 

MARIA ELENA BOSCHI

Ieri ciò che avevamo sostenuto è stato confermato dall' audizione del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, di fronte alla commissione parlamentare che indaga sulle banche, ha rivelato di aver incontrato l' allora ministro delle Riforme nell' aprile del 2014. Fu lei a richiedere l' appuntamento con il numero uno dell' istituto che vigila sui mercati finanziari e il motivo era Banca Etruria. La Boschi non voleva che l' istituto di Arezzo, di cui il padre era amministratore e il fratello dirigente, venisse incorporato nella Popolare di Vicenza.

 

giuseppe vegas

«Era preoccupata per la principale industria di Arezzo, che è l'oro», ha dichiarato Vegas, il quale ha poi aggiunto di aver spiegato al ministro delle Riforme che la questione non era di sua competenza, essendo egli presidente della Consob e non di Banca d'Italia.

La testimonianza dimostra alcune cose.

 

La prima è che la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio si è occupata della banca di cui il padre era in precedenza consigliere e poi vicepresidente. Non è vero, come ha dato a intendere al Parlamento, negando conflitti di interessi e corsie preferenziali, che si sia tenuta alla larga dalle vicende della banca. Altro che querelare Ferruccio de Bortoli per aver parlato di contatti con l' amministratore delegato di Unicredit.

MARIA ELENA BOSCHI A PORTA A PORTA

 

Ben prima che la banca fallisse, Maria Elena Boschi si interessava di Etruria e senza averne titolo. Parlare con il presidente della Consob per evitare un' operazione finanziaria di competenza del mercato e delle autorità di vigilanza è un' intromissione bella e buona. L' ingerenza era evidentemente giustificata da interessi personali più che istituzionali.

 

Maria Elena sapeva che la Banca d' Italia spingeva per una fusione a causa della situazione finanziaria dell' istituto e la stessa Etruria cercava compratori, pagando 5 milioni in consulenze agli intermediari. Ma il ministro voleva evitare che il centro decisionale della banca fosse spostato a Vicenza.

 

gentiloni veltroni renzi

Ufficialmente, dice Vegas, perché era preoccupata per le aziende del luogo. E però in questo modo è dimostrato che la sottosegretaria nell' aprile del 2014 era a conoscenza delle pressioni per la fusione e dunque anche delle condizioni dell' istituto. E tuttavia, fino al febbraio del 2015, né lei e né il governo fecero nulla per evitare che i soldi dei risparmiatori finissero in fumo.

 

L' aspetto più grave è però un altro, e cioè che la Boschi cercò di intralciare la fusione con la Popolare di Vicenza. Vale qui ricordare cosa scrisse nel 2015 Il Sole 24 Ore a proposito dell' offerta fatta dalla banca guidata da Gianni Zonin, il quale, quando le azioni di Etruria valevano 75 centesimi, offrì 1 euro per ogni titolo.

 

boschi ghizzoni

«Con il senno di poi», spiegò il quotidiano di Confindustria, «quella proposta avrebbe salvato le migliaia di piccoli soci dalla distruzione completa del loro investimento». Ecco, nell' ombra e senza averne titolo, la sottosegretaria interpellava il presidente della Consob per evitare che la banca del padre finisse tra le braccia di Vicenza e gli obbligazionisti venissero salvati. Serve altro per farsi da parte? Noi crediamo di no. Semmai serve che Maria Elena Boschi ci dica con chi altri ha parlato di Banca Etruria e con quali risultati.

RENZI E GENTILONI

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...