CHE SUCCEDE IN MEDIASET: NON C'E' CRIPPA PER GATTI
Carlo Tecce per il Fatto Quotidiano
Doveva capitare. Forse così pare un po' feroce. Silvio Berlusconi non comanda neanche più in Mediaset. In casa sua. L' ex Cavaliere non s' è mai rassegnato al tempo che logora il fisico, il potere, la popolarità. Berlusconi rimprovera ai dirigenti del Biscione uno scarso supporto al rilancio di Forza Italia e una cortesia troppo mielosa verso i nemici dei Cinque Stelle e gli alleati a cottimo del Carroccio di Salvini. Almeno è il pensiero dell' ex Cavaliere che i parlamentari forzisti più prossimi e agguerriti diffondono per scuotere Cologno Monzese.
gianni letta silvio berlusconi
Non funziona, però. E sembra assurdo.
Più fonti qualificate del Biscione, sentite dal Fatto, raccontano il rapporto fra la società e il Silvio politico: "Il glorioso '94, la fondazione di Forza Italia, è una pagina di archivio. Basta".
A Mediaset non ascoltano più le indicazioni del "padrone", restano indifferenti al lamento che si ripete in campagna elettorale e rammentano, invece, che l' urgenza non è spingere l' inutile candidatura di Berlusconi alle Europee - una sorta di concerto di chiusura di una brillante carriera - ma salvare l' azienda.
Non ha senso sfruttare i canali per fare opposizione. Non ha senso per gli affari, semplice. Perché Mediaset - è l' assioma di Fedele Confalonieri, il presidente - è sempre gentile con chi governa. Anche il temuto esecutivo gialloverde, onnipresente nei programmi d' informazione, è docile col Biscione. Anzi, di più: il governo aiuta Mediaset. Un po' di esempi: mercato sigillato ai nuovi entranti per le frequenze televisive in eccedenza; sostegno al progetto di fusione tra Mediaset e F2i per le torri tv; battaglia di Cassa depositi e prestiti al fianco del fondo Elliott in Telecom contro l' odiata Vivendi, azionista al 28,8 per cento del Biscione.
ALESSANDRO DI BATTISTA OSPITE DI BARBARA DURSO
"Vi ricordate di Marino Mastrangeli?", sussurrano da Cologno Monzese. La scorsa legislatura Mastrangeli era un senatore dei Cinque Stelle, espulso dal gruppo a palazzo Madama perché colpevole di gravissima violazione del codice di comportamento del Movimento: per diverse volte, il portavoce - già attivista a Frosinone - aveva accettato l' invito in televisione, soprattutto non s' era rifiutato di partecipare a una puntata di Pomeriggio Cinque di Maria Carmela detta Barbara D' Urso.
berlusconi giacomini confalonieri valentini
"Esatto, roba di sei anni fa. Adesso dimenticate Mastrangeli e pensate a Di Maio, Di Battista, Buffagni, i più duri e puri: c' è la fila per un' intervista della D' Urso. I gialloverdi stanno ovunque, a Canale5 o Rete4, non fa differenza. E noi li accogliamo: prego, accomodatevi. E anche con i leghisti, col capo Salvini: facciamo ascolti e siamo polifonici. Berlusconi avrà sempre un posto, dove vuole, in prima serata, cinque giorni su sette, quando vuole, ma Mediaset non è più lo strumento per vincere le elezioni".
Forza Italia è un partitino dal dieci per cento, se il vento soffia a favore, è l' emblema di un successo politico consunto.
Mauro Crippa Confalonieri Mario Giordano Piersilvio Berlusconi Giuliano Adreani
I principali consiglieri di Silvio, pure quelli che si detestano e spesso sono distanti, da Gianni Letta a Niccolò Ghedini, dai figli Pier Silvio e Marina all' amico Confalonieri, erano contrari alla candidatura per un seggio in Europa.
MAURO CRIPPA BARBARA DURSO PAOLO LIGUORI
Oggi Mediaset ha un' altra aspirazione europea: creare un gruppo televisivo continentale, che sia un tetto per proteggersi dalle intemperie finanziarie e sopravvivere senza soffrire. I dossier di Cologno Monzese sono concentrati da un anno sui rapporti già avviati e le trattative future con i tedeschi di Prosienbensat1 e i francesi di Tf1. Poi dipende da Vivendi, da Vincente Bolloré che non molla la quota del Biscione. E dunque serve pure il governo.
Doveva capitare, il litigio. Silvio capirà.