Germano Celant per l'Espresso
Ogni volta che mi reco a visitare il Museum of contemporary art a Los Angeles, dove è in corso un'antologica di Urs Fisher, fatta in collaborazione con 1.500 persone che hanno realizzato insieme all'artista migliaia di sculture in creta, provo un senso di rabbia e di frustrazione: è dovuto alla presenza nella collezione permanente del museo delle 80 stupende opere della raccolta Panza di Biumo.
Sono importanti capolavori da Rothko a Kline, da Tapies a Fautrier, da Rauschenberg a Oldenburg, da Lichtenstein a Rosenquist che nel 1984 erano stati offerti alla Regione Piemonte per essere collocati nel Castello di Rivoli, ma sono stati rifiutati. La richiesta economica era l'equivalente di circa 5 milioni di euro per un valore attuale che si può calcolare intorno ai 2 miliardi di euro.
mark rothkoUna perdita enorme, culturale e patrimoniale, dovuta all'ottusa reazione di politici, di banchieri e di artisti locali: avevano timore di un'invasione "americana" che, se introiettata, avrebbe invece dato corpo a un nucleo artistico ineguagliabile in Europa. Una storia che si è ripetuta negli Anni Novanta con il trasferimento di 300 opere minimal, da Judd a Andre, da LeWitt a Ryman e Nauman, sempre di Panza, al Museo Guggenheim di New York con il risultato di depotenziare il sistema museale in Italia.
MUSEO DI RIVOLIÈ un indebolimento per l'informazione sul contemporaneo che rimane rara e in crisi per l'assenza di leggi e d'iniziative a favore delle istituzioni al fine di incamerare, quando possibile con relativo sforzo come ha fatto Gabriella Belli per il Mart di Trento e ora per Cà Pesaro a Venezia, le collezioni disponibili nel mondo. Tali occasioni sono rare, ma esistono: però bisogna muoversi se non si vuole disporre solo di rovine e di avanzi del presente.