grillo di maio e conte in cina

A CIASCUNO LA SUA INGERENZA - "LIBERO" FA IL CONTROPELO A DI MAIO CHE HA INVOCATO UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA PER INDAGARE I RAPPORTI TRA I LEADER DEI PARTITI E MONDI FINANZIARI RUSSI: "DOVREBBE PREOCCUPARSI DI CIO' CHE HA FATTO BEPPE GRILLO NEI SUOI TANTI COLLOQUI CON LI JUNHUA, L'AMBASCIATORE CINESE A ROMA. DI SICURO IL RAPPORTO HA DATO FRUTTI: GRILLO NEL 2017 DENUNCIAVA LE CONSEGUENZE CATASTROFICHE NELLE APERTURE COMMERCIALI ALLA CINA E DUE ANNI DOPO..."

Fausto Carioti per “Libero quotidiano”

 

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

Luigi Di Maio ha avuto un'ottima idea. Ha detto alla Stampa che nella prossima legislatura occorrerà creare una commissione d'inchiesta per «indagare i rapporti tra i leader dei partiti italiani e alcuni mondi politici e finanziari russi. Perché sono successe delle cose assurde». Ad esempio che l'ambasciatore a Roma, Sergey Razov, abbia «fatto un endorsement alla risoluzione di Conte sull'Ucraina».

 

Anche se lanciata come strumento di polemica elettorale contro Giuseppe Conte e Matteo Salvini, la proposta del ministro degli Esteri è da apprezzare. E' necessario fare luce sui rapporti che altri Stati possono aver avuto con i leader e gli uomini di governo italiani, e sulle manovre per dirottare la nostra politica estera. Una simile inchiesta, però, non può limitarsi alla Russia.

 

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

C'è un'altra grande potenza che ha provato a ledere il nostro rapporto storico con gli Stati Uniti, e Di Maio lo sa bene, perché è la Cina.

 

Ecco, la commissione da lui proposta, che a norma di Costituzione procederà «alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria», oltre a lavorare sulle intromissioni di Mosca dovrebbe investigare su quelle di Pechino, e senza ignorare le ingerenze di Razov dovrebbe preoccuparsi di ciò che ha fatto Li Junhua, che dal luglio del 2019 è ambasciatore del regime cinese a Roma.

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

Per cominciare, la commissione potrebbe usare quei poteri per scoprire cosa ha fatto il fondatore, capo politico e infine garante dei Cinque Stelle nei suoi tanti colloqui con Li, svoltisi sia nella sede diplomatica cinese, sia nella residenza privata dell'ambasciatore. Un rapporto che pare iniziato nel 2013 col predecessore di Li, quando Beppe Grillo sarebbe entrato per la prima volta nell'ambasciata assieme a Gianroberto Casaleggio.

 

«Se qualcuno volesse sponsorizzare, in maniera pubblica ma riservata, un partito come il M5S, potrebbe usare una società privata come la Casaleggio associati», è l'ipotesi sulle intenzioni cinesi fatta da Marco Canestrari, ex dipendente della Casaleggio Associati, in un'intervista a Il Dubbio.

 

grillo con l'ambasciatore cinese

Di sicuro il rapporto ha dato buoni frutti. Il più evidente è stato la conversione di Grillo, sul cui blog, ancora nel 2017, si denunciavano «le conseguenze catastrofiche dell'apertura commerciale alla Cina». Due anni dopo il comico pubblicava sul web la foto che lo ritraeva assieme a Li, a testimonianza di «un piacevole incontro». E ora quello stesso blog è tutto zucchero e miele per il leader cinese Xi Jinping, il quale ci indica persino «un approccio unico ed efficace per costruire la pace» in Ucraina.

 

La commissione d'inchiesta non potrebbe chiamare a testimoniare l'ambasciatore né indagare sudi lui, ma nulla impedirebbe di farlo con Grillo. Anche per capire quali interessi avesse il rappresentante di Pechino, e quali argomenti abbia usato per far cambiare idea al comico, e con lui a tutti i Cinque Stelle.

Beppe Grillo con l ambasciatore cinese Li Junhua

 

Perché l'altro al quale quella commissione avrebbe tante domande da fare è proprio Di Maio. Nel marzo del 2019 l'allora vicepremier, ministro dello Sviluppo e capo del M5S, firmò, alla presenza di Xi e Conte, il memorandum che segnava l'ingresso dell'Italia nella «Belt and Road Initiative», la nuova «Via della Seta», lo strumento di collaborazione economica che la Cina usa per legare a sé, anche politicamente, i Paesi asiatici, africani ed europei, con una predilezione per quelli gravati da un alto debito pubblico.

Un evento destabilizzante per la politica estera italiana.

 

L'ARTICOLO SUL BLOG DI BEPPE GRILLO CHE NEGA LA REPRESSIONE CINESE DEGLI UIGURI

Come nota la relazione del Copasir approvata ieri, «l'ingerenza e le ambizioni globali di Pechino sono apparse evidenti in occasione del memorandum sulla Nuova Via della Seta e di 29 accordi commerciali e istituzionali tra Roma e Pechino». Senza fare «alcun passaggio parlamentare, l'Italia è diventata il primo Paese del G7 a sottoscrivere un accordo sul discusso maxipiano infrastrutturale della Repubblica Popolare».

 

Da Washington chiesero in tutti i modi a Di Maio e Conte di non farlo. Il portavoce del consiglio nazionale per la sicurezza Usa disse che l'Italia era «una preoccupazione speciale. Premendo perché firmi, la Cina pare credere che l'Italia sia economicamente vulnerabile o politicamente manipolabile». E l'ambasciatore a Roma, Lewis M. Eisenberg, avvisò che «gli Usa non possono condividere informazioni con Paesi che adottano tecnologie cinesi, siamo seriamente preoccupati sull'interoperabilità Nato».

 

BEPPE GRILLO IN MACCHINA ESCE DALL'AMBASCIATA CINESE

E' dovuto arrivare Mario Draghi per raddrizzare le cose, e Di Maio è stato lestissimo a sposare l'atlantismo del premier. Gli interrogativi però restano e sono tanti. Si sommano a quelli sollevati a suo tempo da Matteo Renzi, che ha chiesto una commissione d'inchiesta «sulle mascherine, sui ventilatori e sugli acquisti dalla Cina» decisi dal governo Conte durante la pandemia. Perché Di Maio ha ragione, «cose assurde» in questi anni ne sono successe, ma non riguardano solo i suoi avversari, né solo la Russia.

CINA - LA NUOVA VIA DELLA SETAnicola biondo marco canestrari il sistema casaleggioMARCO CANESTRARIGrillo con ambasciatore cinese in Italia Li Junhua

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...