CIVATI PER CHI VOTI? PUR DI VEDER PERDERE IL CANDIDATO PD IN LIGURIA, CIVATI DIVENTA STRATEGA DEL FORZISTA TOTI: “DOVETE RICONQUISTARE IL PONENTE, DOVE UN TEMPO ERAVATE FORTI CON SCAJOLA”

Vertice anti-renziano alla Camera. Pippo Civati, che ha pure schierato un suo deputato contro la candidata del Pd Raffaella Paita, suggerisce a Toti e alla Gelmini come batterla: “A Genova è troppo forte, in che rapporti siete con Scajola?”…

Condividi questo articolo


Fosca Bincher per “Libero quotidiano”

 

vendola civati fassina vendola civati fassina

Piccolo siparietto nel cortile di Montecitorio alla vigilia delle vacanze pasquali. Sulla scaletta che scende dal Transatlantico un gruppetto parla sottovoce sorridendo. In cima alla scala c`è la leader lombarda di Forza Italia Mariastella Gelmini. Al suo fianco Giovanni Toti, il consigliere politico di Silvio Berlusconi che ha appena deciso di correre come governatore in Liguria.

 

Un gradino sotto c`è il presidente della commissione affari costituzionali della Camera, il fittiano Francesco Paolo Sisto. Due gradini sotto il signor no del Pd, Pippo Civati. Quando vedono avvicinarsi il cronista, sorridono tutti e scherzano: «Siamo qui a fare gara per conquistare la Gelmini...». Il cronista arretra, e loro tornano a parlottare fitto. L`argomento era quasi ovvio: le regionali liguri.

 

renzi dalema fassina civati gioco dello schiaffo renzi dalema fassina civati gioco dello schiaffo

La sorpresa nel crocicchio è proprio quella della presenza di Civati. Che sarà finito li per puro caso, ma non si sottrae. Anzi. È prodigo di consigli a Toti. Anzi, è proprio Civati ad orientare la discussione. Spiega: «A Genova e dintorni la candidata del Pd Raffaella Paita è forte, difficile rosicchiare spazio. Dovete riprendervi il Ponente, che un tempo era vostro». Il tema è proprio quello, e iniziano a discuterne la Gelmini e Toti davanti a un Sisto silente. La Gelmini parla a voce alta, tira fuori la cosa più ovvia: «Sì, era nostro il Ponente, ma c`era Claudio Scajola a quell`epoca. Bisognerebbe convincerlo a darci una mano». Gli altri assentono, Civati si incuriosisce: «In che rapporti siete con lui?».

 

RENZI CIVATI RENZI CIVATI

Il cronista da lontano non coglie a chi venga l`idea. Ma sente dire: «Dovremmo candidare Piercarlo, il figlio di Claudio. È giovane, ma dicono tutti che è molto sveglio, in gamba». Sembra una buona idea, ma la Gelmini frena: «Solo che di cognome fa Scajola anche lui, e non so se agli elettori uno Scajola in lista fa piacere... Magari provoca l`effetto opposto». Ride Civati, che per altro ha un suo candidato alla presidenza della Regione Liguria. Luca Pastorino, che oggi fa il deputato del Pd ed è pure sindaco di Bogliasco, borgo marinato nel levante genovese. Evidentemente il leader di una delle minoranze Pd sa che Pastorino non ha grandi chances di vittoria.

 

gelmini toti gelmini toti

Ma a Civati sembra non dispiacere una sconfitta della Paita, candidata ufficiale del partito. Così non si tira indietro, ed è prodigo di consigli a Toti. Dice ai forzisti di battere pancia a terra il territorio, e di fare attenzione perché c`è un avversario formalmente non in competizione, ma che è il vero nemico da battere. I suoi compagni di partito chiamano in codice «Gerundio», Civati invece lo cita per nome e cognome: «Non sottovalutate Claudio Burlando.

Raffaella Paita Raffaella Paita

 

Lui è pazzesco sul territorio. Lo batte palmo a palmo, non si tira indietro davanti a niente. Se un cittadino ligure compra un nuovo frigorifero per casa, Burlando si propone subito di andarglielo a inaugurare, portando nastro, forbici e flash dei fotografi per l`evento...». Consigli preziosi. Purtroppo Civati si è dimenticato quelli geografici. E così il povero Toti, facendo tesoro, si è fiondato subito a Novi Ligure, che purtroppo è Piemonte. Avrà tempo per rifarsi... 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...