giuseppe conte mario draghi beppe grillo

COME DAGO-RIVELATO, LA CORRISPONDENZA D’AMOROSI SENSI TRA BEPPE GRILLO E DRAGHI E’ INIZIATA CON LA FORMAZIONE DEL GOVERNO DI MARIOPIO - ALLA FACCIA DI CONTE, I CONTATTI TRA I DUE SONO COSTANTI - “REPUBBLICA” RIVELA: “LE TELEFONATE SONO DIVENTATE SEMPRE PIÙ FREQUENTI, SEMPRE PIÙ LUNGHE, SEMPRE PIÙ SINCERE. ERA INEVITABILE CHE GIUSEPPE CONTE SI SENTISSE SCAVALCATO. EPPURE, RIVENDICANDO IL SUO RUOLO DI GARANTE, "L'ELEVATO" NON HA MAI FATTO MISTERO DEL SUO FILO DIRETTO CON PALAZZO CHIGI…”

Sebastiano Messina per “la Repubblica”

 

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI

Nessuno avrebbe mai immaginato che un comico e un banchiere sarebbero stati la coppia di ferro di questo rocambolesco finale di partita. Eppure è sull'invisibile linea rossa tra Mario Draghi e Beppe Grillo che oggi si regge l'ultimo governo della legislatura, mettendolo al riparo anche dalle tentazioni di sfasciare tutto che si fanno sempre più strada in quel Movimento sul quale ormai "l'Elevato" di Sant' Ilario regna ma non governa.

 

Raramente si è vista sul palcoscenico della politica italiana una coppia così singolare che si è giunti a paragonarla a quella tra "el ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha" e Sancho Panza. Ma poi bisognerebbe stabilire chi dei due è il cavaliere errante che si lancia contro i mulini a vento e finisce disarcionato e chi è invece l'astuto scudiero che ha capito la sua follia ma lo segue fedelmente solo perché gli conviene assecondarlo.

 

conte draghi grillo 4

Certo il feeling tra il garante del Movimento e il presidente del Consiglio è misterioso come l'antimateria, anche perché all'inizio si combattevano. O meglio: Grillo combatteva Draghi, che sul suo blog era «il figlio della troika, debole con i forti e forte con i deboli». E nei comizi in piazza era il banchiere che doveva addirittura essere «messo sotto processo» per il caso Montepaschi. Finché, la sera del 4 febbraio 2021, i due si parlarono al telefono.

 

grillo draghi conte

Fu Roberto Fico - l'"esploratore" che aveva appena scoperto di non aver trovato nessuna maggioranza nella foresta della crisi - a dare all'ex presidente della Bce il numero del cellulare di Grillo. Draghi chiamò, l'altro rispose. «Ha cinque minuti per me?». Parlarono per un'ora. Poi si incontrarono, e nacque il nuovo governo. «Il colloquio è durato 46 minuti - raccontò Vito Crimi - e Beppe ha parlato per 45 minuti». Quello che stupì persino i fedelissimi fu l'atteggiamento di Grillo verso quel banchiere che otto anni prima voleva mandare sotto processo.

 

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO

Più che un cedimento fu un colpo di fulmine, rivelato da lui stesso: «Mi aspettavo il banchiere di Dio, invece è un grillino. Mi ha dato ragione su tutto. Io ho parlato e lui ha annuito sempre». E ai suoi, che lo guardavano incerti, assicurò: «È uno dotato di sentimenti, capace di vedere la povertà. Ha anche il senso dell'umorismo, non pensavo. Mi chiama "l'Elevato" e io non so come chiamarlo. Lo chiamo Supremo».

 

Insomma, tra i due scattò quella che in amore viene chiamata la chimica, qualcosa che nessuno sa prevedere ma che si riconosce subito, quando si manifesta. «Li ho visti incuriositi l'uno dell'altro, affascinati » raccontò poi il grillino Andrea Cioffi, che assistette a quel primo incontro. «Tutto è diverso in loro: la postura, il modo di approcciare, di parlare. Grillo ha vissuto di emozioni, di pensieri, è un visionario. Draghi tutta la vita ha lavorato con i numeri. Forse li aiuta ora essere della stessa età».

 

GRILLO CRIMI DRAGHI

Fatto sta che ogni volta che il governo è stato sull'orlo della crisi Grillo è arrivato in suo soccorso. Chiamando uno per uno i ministri perché votassero a favore anche della riforma della giustizia, l'ostacolo sul quale sarebbe dovuto cadere l'usurpatore Draghi, secondo la vendicativa tifoseria del Conticidio e del "golpe bianco". Sull'infatuazione di Grillo non c'è dunque alcun dubbio. Ma il premier ricambia questo sentimento?

beppe grillo giuseppe conte

 

L'arte del riserbo, indispensabile per sopravvivere nei palazzi della finanza, permette a Mario Draghi di lasciarci nel dubbio. Certo qualcosa dev' essere scattato anche dentro di lui. Magari non subito, perché all'inizio lui s'era preoccupato soprattutto di avere il sostegno e i voti di Matteo Salvini. Ma dopo gli scivoloni sulla Russia, gli altolà sul green pass e i continui dietrofront, il presidente del Consiglio ha cominciato a dubitare dell'affidabilità del capo della Lega, scoprendo invece la lealtà del fondatore dei cinquestelle.

 

VIGNETTA GIANNELLI - GIUSEPPE CONTE

Ecco perché le telefonate sono diventate sempre più frequenti, sempre più lunghe, sempre più sincere. Era inevitabile che Giuseppe Conte - sulla carta presidente, leader e capo politico dei grillini - si sentisse scavalcato. Eppure, rivendicando il suo ruolo di Garante, "l'Elevato" non ha mai fatto mistero del suo filo diretto con Palazzo Chigi.

 

«Il Supremo mi ha chiamato», ha scritto sul suo blog. Poi però ha cominciato a raccontare, naturalmente a modo suo, cosa si dicevano lui e Draghi. E come cantava De André, «una notizia un po' originale/ non ha bisogno di alcun giornale/ Come una freccia dall'arco scocca/ vola veloce di bocca in bocca». Così alla fine l'intrigante storia del flirt tra l'Elevato e il Supremo si è trasformata in una commedia all'italiana: lui, lui e l'altro.

grillo conte

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...