nicola zingaretti e giuseppe conte

CONTE, I CONTI NON TORNANO - DOPO I MAL DI PANCIA DEI 5 STELLE PER IL PREMIER ARRIVANO LE LAGNE DEL PD: “IL SENTIERO E’ STRETTISSIMO, NON E’ CHE POSSIAMO ACCETTARE DI TUTTO” – LO SCHIAVO DI CASALINO E’ STATO COSTRETTO AD ACCOGLIERE TUTTE LE RICHIESTE FATTE PER MANO DI RENZI, E' STATO USATO DA ZINGA E POI SCARICATO. MA AL NAZARENO NON BASTA: DAVANTI AI NUMERI DEL SENATO INCALZANO IL PREMIER, PER DEPOTENZIARLO...

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/perche-oggi-sconfitti-si-chiamano-conte-renzi-due-egomaniaci-258441.htm

 

Giovanna Vitale per "la Repubblica"

 

conte zingaretti

Nicola Zingaretti non lo nasconde più. «Il sentiero è stretto», ammette cupo quando è già buio, davanti ai senatori pd riuniti e un po' spaesati in attesa dell' ora X.

 

«L' ottimo risultato» della Camera non è ancora arrivato: «Un fatto politico molto importante», twitterà a sera il segretario per risollevare il morale della truppa, prepararla alla battaglia di palazzo Madama. Dove oggi la nave gialorossa rischia di incagliarsi. Perché «la situazione è più complicata di quanto si immagini», sospira. «E noi, in prospettiva, non possiamo accettare di tutto».

 

Era consapevole, il leader dem, dei pericoli insiti nell' operazione in due tempi concordata con il presidente del Consiglio - ottenere subito la fiducia in Parlamento, sebbene con numeri risicati, e un minuto dopo allargare il perimetro della coalizione mutilata da Renzi - ma non pensava che la resistenza nei confronti di Palazzo Chigi, unita a una certa dose di diffidenza, sarebbe stata così ferma.

 

Credeva che la caccia ai responsabili, fuoriusciti da Italia viva e dalla vasta galassia centrista che non intende morire sovranista, avrebbe dato frutti migliori. E invece, alla vigilia del voto da cui in gran parte dipende il destino della legislatura, il carniere è semi-vuoto. E tale rischia di restare.

di maio zingaretti conte

 

Costringendo una maggioranza ballerina a spericolate acrobazie pur di tenere in vita il Conte due. Che si ritroverebbe, di nuovo, a tirare a campare anziché rilanciare l' azione di governo come sollecitato per mesi da Zingaretti. E tradotto ieri dal premier in un giuramento solenne: una volta superato lo scoglio della fiducia, si accelererà sul patto di legislatura, il proporzionale, la nomina dell' autorità delegata ai Servizi, il rimpasto. E soprattutto si tesseranno solide relazioni con il nuovo presidente Usa, che l' avvocato aveva dimenticato di citare nel suo discorso d' apertura, salvo rimediare nelle repliche pomeridiane su input del segretario dem.

NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE

 

Ma ora che tutte le richieste sono state accettate, che il premier ha capito di non poter più dribblare né rinviare, al Nazareno c' è più ansia che soddisfazione. Il pallottoliere del Senato non porta buone notizie: senza la costituzione di un gruppo autonomo che sostituisca Iv come quarta gamba dell' esecutivo, il Conte due rischia di rimanere appeso ai capricci di questo o quel volenteroso. «Siamo dentro una partita politica molto difficile e complessa, sia per quanto riguarda gli aspetti politici, sia quelli parlamentari», insiste infatti Zingaretti. Restituendo la fotografia di un governo con numeri risicati, costretto «a vivacchiare», incapace di fare quelle riforme strutturali di cui l' Italia ha assoluto bisogno. «Non si può andare avanti con i senatori a vita», è la sintesi amara del quartier generale pd.

 

renzi zingaretti

Perciò ora il premier deve darsi da fare, portare a termine il lavoro che, prima del weekend, aveva assicurato fosse a buon punto. Allargare subito la coalizione, tirando dentro l' Udc (in cambio del ministero della Famiglia) e i socialisti di Nencini, in attesa che qualche altro parlamentare di Fi e Iv si sfili. E poi mantenere gli impegni assunti con gli alleati. Glielo dice in faccia chiaro Graziano Delrio nel suo intervento alla Camera: «Lei non è qui per sopravvivere ma per dare un orizzonte di forza e dignità al governo per il bene degli italiani». Non uno purchessia, però: «Abbiamo bisogno di un esecutivo ambizioso», incalza il capogruppo dem, «che sappia sciogliere i nodi e le difficoltà incontrate fin qui.

 

giuseppe conte graziano delrio

Per questo chiediamo un nuovo patto di legislatura, con priorità e cronoprogramma. Lei ha detto che lo faremo presto, noi abbiamo fiducia che sarà così perché il Paese non può aspettare». Il segnale che la clessidra corre e Conte deve dare risposte, non limitarsi alle promesse. Perché, conclude Zingaretti, «il suo discorso, l' impianto dato a questa nuova fase, è corretto e forte», ma ora «bisognerà verificare» le condizioni per realizzarlo. E per il segretario dem non è scontato che ci siano.

 

"Cita Biden" È stato il segretario del Pd Nicola Zingaretti a suggerire a Giuseppe Conte di citare Joe Biden almeno nella replica del discorso alla Camera.

 

 

 

zingaretti conte

GELO PD: ORA DEVI ALLARGARE O COSÌ NON ANDIAMO AVANTI

Marco Conti per "Il Messaggero"

 

I numeri per superare lo scoglio del voto di oggi a palazzo Madama ci sono, ma ancora mancano quelli che permettano a Giuseppe Conte di poter sperare di governare. Il Pd di Nicola Zingaretti è in tensione e ieri il leader, riunendo il gruppo al Senato, ha parlato di «numeri angusti» che possono rendere più complicata l' azione di rilancio poco prima illustrata dal premier Conte nel discorso alla Camera. Dopo aver incassato la maggioranza assoluta a Montecitorio, ora la sfida si sposta in serata a Palazzo Madama dove non è decollata la campagna acquisti.

 

L'ACQUISTO

goffredo bettini

In un vorticoso intreccio di telefonate è toccato a Goffredo Bettini avvisare Palazzo Chigi che la costruzione della quarta gamba dell' alleanza, che dovrebbe sostituire quella di Iv, dovrà avere tempi stretti in modo da procedere rapidamente ad un rimpasto e al varo del Conte-ter.

 

Magari anche senza un nuovo passaggio parlamentare, visto che non ci sono state dimissioni o sfiducia. Ma Bettini ha anche spiegato che senza un gruppo in grado di superare la consistenza dei supporter di Renzi, Conte dovrà andare al Quirinale per dimettersi. L' operazione responsabili ha quindi bisogno, per poter decollare, che la conta di questa sera al Senato termini con uno scarto il più ampio possibile tra i voti della maggioranza e quelli dell' opposizione.

 

franceschini bettini

Per ora l' asticella per Conte è ferma a 152 ai quali potrebbero aggiungersi un paio di voti dell' ultimo minuto, ma c' è il rischio che, malgrado l' astensione di Iv, l' opposizione arrivi a 142-145. Ciò lascerebbe non solo a Renzi un peso non indifferente, ma renderebbe la campagna per acquisire responsabili particolarmente costosa per l' alto numero di senatori che si dovrebbero portare in maggioranza e che potrebbero costringere Conte a varare un governo nuovo di zecca con tanto di dimissioni e nuovo voto di fiducia.

 

goffredo bettini

Uno scenario che al Nazareno piace molto poco perché significherebbe dare ragione a Iv, anche se lascia a palazzo Chigi, come unica merce di scambio, solo le tre deleghe mollate dai renziani.

 

Aver superato lo scoglio di Montecitorio con una maggioranza assoluta galvanizza i leader di Pd e M5S. Gioisce Dario Franceschini, particolarmente attivo in questi giorni di trattative e mediazioni, per il successo di Montecitorio e lo stesso fa Zingaretti che continua a tenere il partito incollato a Conte vedendo come alternativa solo le urne anticipate.

 

goffredo bettini gianni letta giuseppe conte

Senza però l'obiettivo della maggioranza assoluta (161), i potenziali responsabili stanno alla finestra. Aspettano il voto di oggi, pronti a far pesare ancor più il loro voto. Al netto del passaggio di Renata Polverini (FI), il centrodestra si muove in maniera compatta con un Matteo Salvini che organizza tre riunioni al giorno per tenere il fronte unito nell' obiettivo di far cadere Conte. Poi si vedrà.

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

Gli acquisti di senatori rischiano quindi di dover avvenire in ordine sparso perché non si palesa un gruppo già organizzato e pronto ad entrare in maggioranza. D' altra parte lo spauracchio delle elezioni a breve non sembra spaventare nessuno e lo scambio tra voto e prosieguo della legislatura ha perso - grazie anche all' emergenza sanitaria - molto del suo fascino.

 

Ieri sera Matteo Renzi, parlando al Tg2, ha definito «raccogliticcia» la nuova maggioranza riferendosi anche alle difficoltà che potrebbe incontrare il governo nei lavori parlamentari. E' per questo che il pressing sui senatori di Iv, già forte in questi giorni, è destinato a diventare pesantissimo già da questa sera. L'obiettivo di Conte è di arrivare a comporre un gruppo con spezzoni di Iv, di FI e dell' Udc. Un puzzle complicato soprattutto se stasera lo scarto sarà sotto le dieci unità tra i voti di Pd, M5S e Leu e quelli di tutto il centrodestra.

 

goffredo bettini beppe grillo 1

IL TEMA

Il costo della complessa operazione inizia però ad agitare anche i Cinquestelle. Ieri Conte nel suo discorso ha dovuto cedere su molte richieste che i dem hanno sempre avanzato insieme ad Iv, e concedere argomenti in grado di attirare spezzoni centristi. Dalla delega ai Servizi, sino alla legge elettorale proporzionale, comprese le odiate preferenze, passando per il Recovery Plan «aperto al contributo delle opposizioni» specie se vorranno farsi maggioranza.

 

Senza contare quel «io farò la mia parte», riferito alla necessità di comporre quel gruppo di «volenterosi ed europeisti», che ripropone il tema della nascita del partito di Conte che Bruno Tabacci auspica e che Pd e M5S molto poco gradiscono.

Rendere irrilevante i diciotto senatori di Iv resta l' obiettivo di Conte, ma il costo potrebbe rivelarsi a breve particolarmente oneroso per il Pd e per il M5S e non compensato dall' eventuale sconfitta di Renzi.

 

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Contebettini

 

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...