giuseppe conte rocco casalino matteo renzi

IL CONTE ZELIG – FINO A DUE GIORNI FA ERA DISPOSTO A DIVENTARE VEGANO PER IMBARCARE CIAMPOLILLO E RIMANERE SULLA POLTRONA DI PALAZZO CHIGI, ORA LO SCHIAVO DI CASALINO CERCA A TUTTI I COSTI DI RICUCIRE CON RENZI. CHE GONGOLA E LO TIENE SULLE SPINE – LE TELEFONATE DI ROCCOBELLO: “AMORE...MA TI PARE CHE DEBBA ESSERE IO A DIRTI DI SMETTERLA CON RENZI. MA QUESTO NON È IL MOMENTO DI ROMPERGLI LE SCATOLE. LA POSSIBILITÀ DI MANTENERE CONTE A PALAZZO CHIGI È LEGATA A LUI. PER CUI CHE CI FREGA DELLE SUE GITE IN ARABIA?!”

Augusto Minzolini per “il Giornale”

 

conte e casalino - Grande Fratello Chigi

Cantava Giorgio Gaber: «Il Conformista è un uomo a tutto tondo che si muove senza consistenza. Il Conformista s' allena a scivolare dentro il mare della maggioranza. È un animale assai comune che vive di parole da conversazione». Ancora: «E quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire. Forse da buon opportunista. Si adegua senza farci caso. E vive nel suo paradiso».

 

giuseppe conte lello ciampolillo

Sembra la fotografia di Giuseppe Conte. Un uomo siffatto, uno Zelig allo stato naturale, per restare seduto sulla poltrona a cui si è incollato, inutile aggiungere, è disposto a tutto. Se fino a due giorni fa riceveva anche l'ultimo dei senatori a Palazzo Chigi per arruolarlo nella crociata per far fuori Matteo Renzi, prometteva incarichi e addirittura di diventare vegano per compiacere al Ciampolillo di turno; appena 24 ore dopo, fallita la strategia del bastone, si è messo a vender carote da grande imbonitore ai componenti del mucchio selvaggio grillino per persuaderli ad accettare il nemico il ieri.

 

conte casalino

Con la stessa foga, caparbietà, costanza con cui il giorno prima si dedicava ai responsabili. Di buon'ora ha telefonato al reggente Vito Crimi per consigliarlo, da buon avvocato d'affari, sul linguaggio da usare per evitare altri guai su al Quirinale. «Mi raccomando lo ha pregato , nessuna polemica con Renzi e i suoi. Evita spigoli. Tira via il veto su Renzi, non ne parlare neppure al passato, ma, soprattutto, lega il proseguimento dell'esperienza di questa maggioranza al mio nome».

 

VITO CRIMI GIUSEPPE CONTE

Fin qui il principale. Il sottoposto, il portavoce Roccobello Casalino, è andato anche oltre. Ha redarguito personalmente quei grillini che avevano tirato fuori la storia addirittura annunciando un'interrogazione dell'intervista a pagamento fatta da Renzi in Arabia Saudita, proprio lui che in passato, raccontano, aveva dato dritte a più di una trasmissione della tv pubblica per crocifiggere l'«antipatico», per usare un gergo da Grande Fratello, «che tormenta il Presidente».

renzi mejo dello sciamano di washington

 

«Amore... ha spiegato a un pasdaran 5stelle , ma ti pare che debba essere io a dirti di smetterla con Renzi. Proprio io! Ma questo non è il momento di rompergli le scatole. È talmente chiaro. La possibilità di mantenere Conte a Palazzo Chigi è legata a lui. Per cui che ci frega delle sue gite in Arabia?!».

 

travaglio conte

A questo punto ci manca solo che Tigellino-Travaglio, l'altro consigliori del premier, dedichi un numero monografico de Il Fatto a decantare le straordinarie doti politiche di quello che fino all'altro ieri chiamava l'«Innominato». Potenza di quel «mix» che mette insieme disperazione e istinto di sopravvivenza.

 

ciampolillo

Gli echi ieri pomeriggio sono arrivati anche nella riunione del Consiglio dei ministri. Dario Franceschini, ha spalleggiato l'ultima versione di Conte al «ramoscello d'ulivo», accarezzando contropelo i ministri grillini più riottosi: «Ma che cavolo state facendo li ha sgridati -, basta polemizzare con Renzi!».

 

Solo che la conversione repentina del premier ha lasciato il movimento senza bussola. Appena qualche giorno fa il reggente Crimi in un'assemblea di parlamentari aveva risposto duro a gente come Battelli, Vacca, Cancelleri, che avevano consigliato di smetterla con il veto sul leader di Italia Viva: «Non si riapre a Renzi!».

conte franceschini

 

Tant' è che il pragmatico Di Maio aveva mandato un sms sorpreso ai suoi in assemblea: «Ma che cacchio dice Crimi!». Sono trascorse 72 ore ed è arrivato il contrordine compagni che ha mandato «in stress» l'ala dura: il Dibba, leggasi Alessandro Di Battista, minaccia la scissione; la Lezzi vuole un referendum su Rousseau sull'alleanza con Renzi; Morra sbatte la porta al grido: «Non morirò doroteo!». Tant' è che, per calmare gli animi, Giuseppi ha chiesto una fatwa all'Imam Beppe Grillo contro i rivoltosi.

 

SERGIO MATTARELLA MEJO DI BERNIE SANDERS

Peccato per Morra che il «doroteo» sia la trasposizione politica del conformista Conte. Un identikit che nel contempo pone un enigma a Renzi: ti puoi fidare di uno Zelig, capace di interpretare dieci personaggi in commedia? Di uno che due giorni fa brandiva un coltello e ora ti porge la mano? «Quell'uomo è un rebus», ama ripetere il leader di Italia Viva.

 

vito crimi

Ecco perché, malgrado l'offensiva «pacifista» contiana, non è ancora detto che strada prenderà la crisi. Siamo ad un bivio e l'incarico esplorativo che il capo dello Stato ha assegnato al presidente della Camera, Roberto Fico, lo testimonia. E per come si sono messe le cose Renzi, si ritrova nei panni di Amleto, la figura che corrisponde ad ogni ago della bilancia in politica.

 

GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY

Dopo tutte queste prove d'amore del premier il Conte Ter, del Giuseppi Innamorato, sarebbe l'ipotesi più semplice. «Se nel frattempo non succede niente nei 5stelle e nel Pd ha spiegato ai suoi il leader di Italia Viva rischiamo di arrivare lì». Solo che se la «discontinuità» con il passato non potrà essere data dallo sfratto da Palazzo Chigi di Conte e dalla sua appendice Casalino, bisognerà garantirla con altro: «Bisognerà cambiare ragiona tra sé e sé l'Amleto di Rignano il responsabile del Mef, il guardasigilli, il ministro dell'Istruzione e il Commissario Arcuri».

 

CONTE CASALINO

Insomma, l'incompetenza e mezzo mondo dalemiano. Sarebbe un'operazione di Potere, da cui Renzi potrebbe ricavare una forte ascendenza, una sorta di «golden share» sul prossimo governo. Che avrebbe, però, un costo politico non indifferente: tenersi Conte e Casalino dopo tutto questo «can can» è difficile da spiegare al suo elettorato e a quelli che hanno trovato in lui un interprete delle istanze di cambiamento.

 

MATTEO RENZI – INTERVISTA CON BIN SALMAN

«Inoltre lo ammette mi costerebbe una rottura con l'ala moderata, con il centrodestra». Insomma, ora che ha provato quanto può contare un partito, anche se piccolo, in un sistema parlamentare come il nostro quando si ritrova ad essere l'ago della bilancia, rischia di nuovo di essere ingabbiato in un'alleanza che ha mostrato mille limiti. Ecco perché l'ipotesi alternativa, l'altro capo del dilemma, lo tenta. Eccome.

salvini renzi

 

Mai come in questa crisi un pezzo di centrodestra, a cominciare da Salvini, è stato, infatti, al gioco. Ieri il leader della Lega gli ha preannunciato quello che avrebbe detto al Colle: «Diremo un No duro su Conte, parleremo di elezioni, ma lasceremo la porta aperta anche ad un'ipotesi alternativa».

 

ROBERTO FICO

Una posizione che Salvini ha difeso anche di fronte alla Meloni, come conferma un esponente dell'Udc: «Matteo questa volta si è comportato da leader, ha mediato tra tutte le posizioni». In altre parole un'altra opzione c'è, il sogno di Matteo-Amleto. «Pensate quanto sarebbe bello è il ragionamento che ha fatto Renzi con il suo inner circle un governo Cartabia-Draghi con una maggioranza Ursula e l'astensione della Lega».

 

Certo in uno schema del genere, in un governo di larghe intese, conterrebbe di meno e magari avrebbe meno margini per condizionare la partita del Quirinale. Inoltre dovrebbe trovare una formula complessa, appunto l'astensione o qualcosa del genere, per mettere insieme Lega e Pd.

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani al quirinale

 

Ma fregiarsi del merito di aver dato una soluzione all'altezza delle emergenze di un Paese in balia di una pandemia e di una crisi economica senza precedenti, potrebbe farlo diventare un riferimento nella politica degli anni a venire. Per cui il nuovo Amleto della politica italiana trascorrerà il tempo da qui a martedì ad arrovellarsi il cervello sul dilemma «to be or not to be»: un governo da piccolo cabotaggio come il Conte Ter o una grande sfida come un esecutivo Cartabia-Draghi.

LE DIMISSIONI DI GIUSEPPE CONTE - MEMEdavide faraone matteo renzi Roccobello Conte Casalino vito crimi 2delegazione di centrodestra al quirinalevito crimi Vito Crimisergio mattarella di battistagiuseppe conte chance il giardiniere

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA