salvini conte di maio

CRONACA DI UNO PSICODRAMMA - URLA, ROSARI E RUBLI, IL RACCONTO DELLA SEDUTA AL SENATO BY CAZZULLO - DALL'USO DEI SIMBOLI RELIGIOSI AL CASO SAVOINI, CONTE IN AULA TRATTA SALVINI DA PADRE SEVERO -IL “CAPITONE” EVOCA ANCORA LA MADONNA E LA SINISTRA LO SFOTTE: “STANOTTE AVRAI LE STIGMATE” - FUORI DAL SENATO SI AZZUFFANO LEGHISTI E SOSTENITORI DEL PREMIER…

Aldo Cazzullo per il “Corriere della sera”

 

matteo salvini bacia il rosario mentre parla giuseppe conte 1

Salvini arriva al Senato con il cellulare all' orecchio e trova tutti i banchi del governo occupati dai 5 Stelle. Hanno dovuto portare delle sedie in più per i sottosegretari.

L'ordine della Casaleggio&Associati è trasmettere al Truce il messaggio: non ti vogliamo più. Il ministro dell' Interno è costretto ad attendere nervosamente in piedi che il Guardasigilli Bonafede gli ceda il posto accanto a Conte.

 

Sembra una profferta di pace: Salvini si siede accanto al suo presidente del Consiglio, pronto ad accoglierne i rimproveri, e a ricucire l'alleanza; se necessario promuovendo Conte a commissario europeo e Di Maio a Palazzo Chigi. È la «sorpresa» annunciata da Calderoli poco prima davanti al (pessimo) caffè della buvette.

 

matteo salvini bacia il rosario mentre parla giuseppe conte

Ma il premier, che è andato dal parrucchiere e offre ai riflettori una chioma particolarmente corvina, non raccoglie. Anzi, per mezz'ora abbandona l' involuto linguaggio da leguleio per andare giù piatto su Salvini. Lo tratta ora come un padre severo, ora come un professore indignato. Gli appoggia la mano sulla spalla mentre gli rinfaccia gli strafalcioni istituzionali e le scortesie umane, le assenze sgarbate, le convocazioni inopportune dei sindacati.

 

Salvini a volte sogghigna come Franti, a volte appare seccato per l'umiliazione pubblica. Ma le accuse vere devono ancora arrivare. Riguardano la Russia. E il rosario. «Caro ministro, caro Matteo, se tu avessi accettato di venire qui al Senato per riferire sulla vicenda russa, avresti evitato al tuo presidente del Consiglio di presentarsi al tuo posto, rifiutandoti per giunta di condividere con lui le informazioni di cui sei in possesso». L'attacco non potrebbe essere più duro: il premier rinfaccia al suo vice di tenere nascoste notizie che potrebbero nuocere al Paese «sul piano internazionale».

giuseppe conte tocca matteo salvini in senato

 

La seconda accusa è politicamente meno grave, ma scalda molto di più l' aula del Senato: «Chi ha compiti di responsabilità dovrebbe evitare, durante i comizi, di accostare agli slogan politici i simboli religiosi». E qui Salvini dà mano al rosario con crocefisso. «Matteo questi comportamenti non hanno nulla a che fare con la libertà di coscienza religiosa, piuttosto sono episodi di incoscienza religiosa».

 

Ora Salvini il crocefisso lo bacia. Al di là dei passaggi grotteschi, come quando si dice ispirato «dal nuovo umanesimo» e rivendica di aver istituto il Giorno delle Tradizioni folcloristiche e popolari, il discorso di Conte più che un annuncio di dimissioni pare l' investitura di un nuovo governo. Il premier sale al Quirinale per rimettere l' incarico nelle mani di Mattarella, con la chiara speranza di riaverlo. Ma sarà dura per il Pd sostenere il capo dell' ex squadra gialloverde.

matteo salvini bacia il rosario mentre parla giuseppe conte 2

 

Renzi fa sapere che per lui non c' è problema; ma proprio per questo Zingaretti, che non può farsi dettare la linea su tutto, chiede discontinuità. Fuori dal Senato i sostenitori di Conte, tra cui i compaesani di Volturara Appula, si azzuffano con i leghisti. Il leggendario Scilipoti apre al governo istituzionale: «Dovrebbero essere tutti come me: responsabili». Morra dei 5 Stelle rivendica di essere presidente dell' Antimafia e di essere credente pure lui.

 

Mentre i 5 Stelle acclamano Conte in piedi e Di Maio abbronzatissimo lo bacia, Salvini si alza e va a parlare dai banchi della Lega. La Casellati, oggi in viola, lo chiama di nuovo presidente, ma dalle file del Pd la rimbrottano: «Non è presidente, è ministro!». Lui elenca tutte le offese ascoltate da Conte - «pericoloso, autoritario, preoccupante, irresponsabile, opportunista, inefficace, incosciente» -, lo paragona ai cari nemici Saviano e Renzi, ma in sostanza non chiude, anzi: «Volete tagliare i parlamentari? Ci siamo. Se poi qualcuno volesse aggiungerci una manovra economica coraggiosa per bloccare aumenti e ridurre le tasse a dieci milioni di italiani, ci siamo».

salvini conte

 

Quanto alla religione, Salvini precisa che all' immacolato cuore di Maria ha chiesto aiuto non per sé, ma per il popolo italiano. «Sei il nuovo Padre Pio!» gli gridano da sinistra, «stanotte riceverai le stigmate!».

 

Il Truce fa la voce grossa, a tratti ha il fiatone, però quella che ai senatori pare difficoltà è semplicemente la sua oratoria: non sta parlando a loro, ma ai follower; è infatti in diretta facebook. «Stratosferico discorso del Capitano» twitta Luca Morisi, aizzatore della Bestia digitale. In attesa delle stigmate, il Capitano si proclama martire: «Volevate un bersaglio? Eccomi». Ora la Casellati lo chiama ministro, ma quelli del Pd non sono soddisfatti: «Non ministro, è un semplice senatore!».

 

salvini conte

In realtà Salvini si guarda dal rinunciare al Viminale, sui social vola alto e cita Proust: «Molto spesso per riuscire a capire che siamo innamorati, forse anche per diventarlo, bisogna che arrivi il giorno della separazione». Come a dire ai 5 Stelle: siamo ancora in tempo a tornare insieme. La crisi mistica continua: «Voi citate Saviano, noi san Giovanni Paolo II!». Un senatore leghista, deferente, lo ascolta in piedi. Gli altri si alzano solo all' applauso finale. La Russa commenta la performance annotando che Salvini è pessimo stratega ma grande comunicatore, secondo solo ad Almirante.

 

È anche un po' fascista? «Non esageriamo con i complimenti». «Conte l' Italia è al tuo fianco» dice lo striscione portato qui dal paese natale. Scilipoti invoca dieci, cento, mille Responsabili. Morra ribadisce: «Sono presidente dell' Antimafia, e so bene che in Calabria ostentare crocefisso e rosario è un segnale alla 'ndrangheta!».

 

salvini e conte

Renzi, che fino a questo momento ha scritto messaggini sul cellulare con cinque dita tipo concorso di dattilografia, si unisce volentieri alla gara di dottrina cattolica: «Come dice il Vangelo, ovviamente secondo Matteo».

 

Il Bomba è soddisfatto di essersi ripreso la scena, e un po' anche il partito: «Ho portato il pallone fin qui, cos' altro volete da me?» gigioneggia dietro le quinte. Il punto è che ormai quasi nessuno si fida di lui. Il timore di Zingaretti e pure dei 5 Stelle è che, lasciato fuori dal governo, Renzi possa farlo cadere nel momento più favorevole alle sue ambizioni. «È il nuovo D' Alema» dice di lui una senatrice del Partito democratico: tattico impeccabile, dal ribaltone del 1995 alla presa del potere del 1998; poi però arrivano quella grande seccatura che sono le elezioni. Stavolta il voto sembra poter attendere.

 

il discorso di matteo salvini sulla crisi di governo

Dal Quirinale chiariscono che non può essere il presidente a risolvere la crisi, che il suo compito è ascoltare quello che gli diranno i partiti. Ma la convinzione generale auscultata al Senato è che la distanza antropologica tra il cattolico democratico Mattarella e il deejay Matteo del Papeete sia tale che, se potrà dare una spintarella a Salvini portato dai 5 Stelle sull' orlo del burrone, il presidente non potrà e forse non vorrà esimersi.

 

L' intesa politica tra grillini e dem è lontana e difficile. Più semplice, sussurra Renzi, sarebbe mettere su un bel governo istituzionale con figure gradite a entrambi i fronti, tipo Cantone, Gratteri, Gabrielli, accanto a politici non troppo usurati. Zingaretti non potrebbe certo negare la fiducia; Grillo neppure; e una volta che la Camera avrà votato il taglio dei parlamentari, il nuovo esecutivo avrebbe almeno un anno davanti.

 

salvini e conte

Giorgetti fa ascoltare alla portavoce leghista Iva Garibaldi una canzone di Sergio Endrigo nei suoi momenti più malinconici - «Chissà se finirà/ se un nuovo sogno la mia mano prenderà» - e mostra di non credere troppo al voto anticipato: «Alla fine prevarrà lo spirito di conservazione della specie». È il motto dei peones, i parlamentari di seconda e terza schiera: «Quando ci ricapita?». Eppure le elezioni non sono affatto escluse, e i contorni della nuova stagione restano oscuri.

 

C' è un nome cui sarebbe ancora più difficile dire di no. Ma nessuno osa citare apertamente Draghi. Molto attivo invece Scilipoti: «Dovrebbero fare tutti come me, anteporre l' interesse pubblico a quello personale». Morra, che in effetti è il presidente della Commissione antimafia, prega per Salvini parafrasando Gesù in croce: «Padre perdonalo perché non sapeva cosa stava facendo».

 

salvini tra i ministri

Il gesuita Spadaro, consigliere del Papa, rilancia le parole di Conte sul rosario. Si vede Ghedini, come solo nelle grandi occasioni: Forza Italia è divisa tra chi vorrebbe seguire Salvini e chi è tentato da Renzi. Verdini, di passaggio: «Matteo non è ancora mio genero, e poi mi ascoltavano di più Berlusconi e l' altro Matteo». Arriva pure Rocco Casalino, freschissimo: «Conte è l' uomo del giorno. Mi sa che lo rivedremo presto». A Palazzo Chigi o a Bruxelles? I compaesani apuli srotolano l' ultimo striscione: «Presidente l' Italia ti ama». Salvini avvisa: ci rivedremo nelle piazze.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HA VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…