elly schlein giuseppe conte antonio tajani matteo salvini matteo renzi carlo calenda giorgia meloni europee

DAGOREPORT - NON HA VINTO FRATELLI D’ITALIA, HA STRAVINTO LA MELONA. LA CAMPAGNA ELETTORALE L’HA FATTA SOLO LEI, COL SUO PIGLIO COATTO E COL SUO MODO KITSCH DI APPARIRE TRA BANCHI DI CILIEGIE E CORRENDO CON I BERSAGLIERI. UNA NARRAZIONE RINFORZATA DALLO SVENTOLIO DEL TRICOLORE NEL MONDO: AHO', CON GIORGIA LA ''NAZIONE'' (NON IL PAESE) CONTA - CHI DICE CHE ELLY SCHLEIN HA VINTO, SPARA UNA CAZZATA. GLI ELETTI DEM SONO IN GRAN PARTE RIFORMISTI, LONTANI DALLE SUPERCAZZOLE DELLA MULTIGENDER CON TRE PASSAPORTI - SEPPELLITO RDC, A BAGNOMARIA IL SUPERBONUS, IL PAVONE CONTE E' STATO SPENNATO. I GRILLINI NON SI IDENTIFICANO NEI CONTIANI IN SALSA CASALINO E/O IN MODALITÀ TRAVAGLIO - LA SORPRESA AVS NON VA ACCREDITATA UNICAMENTE ALLA SALIS: IL BUM È AVVENUTO GRAZIE A UNA TRASMIGRAZIONE DI VOTI DA ELETTORI 5STELLE CHE NON SE LA SENTIVANO DI VOTARE PD - SALVINI: L’UNICO FATTORE CHE PUÒ MANTENERE IN PIEDI LA SUA LEADERSHIP È L’AUTONOMIA - DA QUI AL 2027, LA DUCETTA AVRÀ TRE GATTE DA PELARE: PREMIERATO, AUTONOMIA E GIUSTIZIA. MA IL VERO ICEBERG DELLA NAVIGAZIONE DEL GOVERNO DUCIONI SARANNO L’ECONOMIA E IL PATTO DI STABILITÀ

 

 

DAGOREPORT

GIORGIA MELONI E LE CILIEGIE - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Non ha vinto Fratelli d’Italia, ha stravinto la Melona: 2 milioni e 300 mila preferenze che trascinano il partito al 28,8%.

 

La campagna elettorale l’ha fatta solo lei, con il suo piglio comunicativo autorevolmente coatto e con il suo modo kitsch di apparire tra banchi di ciliegie e correndo con i bersaglieri.

 

Una narrazione rinforzata dallo sventolio del tricolore: con Giorgia la Nazione (non il Paese) conta. Gli altri Fratellini? Non esistono, stanno lì a inventarsi gaffe e a governare a colpi di incompetenze: l’unico fuori dal coro degli asinelli col fez è Guido Crosetto.

 

Più di un cittadino italiano su due (il 50,31%) non ha votato: se una volta l’astensione colpiva i partiti di destra, oggi è esattamente il contrario. Essì, da un pezzo, sono cambiati i parametri della società: il voto della classe lavoratrice ha trovato la sua identità nelle impennate populiste e cazzate sovraniste.

 

elly schlein felice dopo le europee 1

Una volta, il più grande partito della sinistra europea, il Partito Comunista Italiano, aveva una base tra i lavoratori. Nell'ultima generazione invece si è guardato soprattutto agli immigrati, ai diritti “gender” e alle minoranze etniche come le vittime di ingiustizie.

 

Naturalmente queste categorie sono davvero vittime di ingiustizie. E tuttavia la sinistra parlando soprattutto a loro ha perso il contatto con le vecchie classi popolari che si sono sentite ignorate dalle élite benestanti.

 

stefano bonaccini bacia elly schlein

In attesa partiti di sinistra capaci di leggere i tempi, è la destra, spesso l'estrema destra, che si è dimostrata più attrezzata a riempire il vuoto, a dare queste risposte psicologiche, alla parte emotiva di ciascuno.

 

Vedi quell’esaltato di Donald Trump che ha catturato consensi tra le vecchie classi lavoratrici, almeno quanto basta per essere di nuovo candidato alla presidenza degli Stati Uniti.

 

E chi dice che Elly Schlein ha vinto, spara una cazzata. I candidati dem che andranno a Bruxelles e hanno contribuito al buon risultato del Pd (24,08%) sono in gran parte riformisti, ben lontani dalle supercazzole della multigender con tre passaporti. Non solo: Decaro, Bonaccini, Gori, Ricci, Nardella, etc. hanno fatto il pieno delle preferenze rispetto ai candidati in quota Elly.

 

MARINE LE PEN E GIORGIA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - MEME BY SIRIO

Seppellito il Reddito di Cittadinanza, messo a bagnomaria il Superbonus, la linea della pace non ha pagato e ha spennato quel pavone di Giuseppe Conte (il M5s si è fermato al 9,99%).

 

I grillini di ieri non si identificano nei contiani in salsa Casalino e/o in modalità Travaglio di oggi. Forse per allontanare da sé eventuali colpe, l’articolo più aspro sul tracollo pentastellato porta la firma di Wanda Marra sulle pagine del “Fatto quotidiano”.

 

La sorpresa di Avs by Fratoianni e Bonelli (6,73%), due che i media hanno coperto poco o niente, non va accredita unicamente alla candidatura della ‘’prigioniera ungherese’’ Salis: il bum è avvenuto anche grazie a una trasmigrazione di voti da ex elettori del Movimento 5 Stelle che non se la sentivano di votare Pd.

 

GIUSEPPE CONTE VOTA ALLE ELEZIONI EUROPEE 2024

 

Come era facile immaginare, Salvini si è salvato con Vannacci, un tipino che trova le svastichelle tedesche di AFD non così “malvage” ma ha permesso alla Lega di contenere i danni e chiudere al 9%.

 

E il leader del Carroccio si arrampica sugli specchi quando addossa la colpa della “botta” e del conseguente sorpasso di Forza Italia al “tradimento” di Umberto Bossi (“Voto Forza Italia”). Non regge perché il Senatur l’ha dichiarato solo all’ultimo giorno della campagna elettorale e chissà quanti sono gli elettori della Lega che seguono siti e agenzie di stampa.

 

ROBERTO VANNACCI MATTEO SALVINI

Per salvarsi la pelle, Salvini ha annunciato per il prossimo ottobre il Congresso degli iscritti della Lega, reclamato da anni dalle minoranze e sempre mandato in soffitta dal Capitone. Una mossa astuta perché sa benissimo che l’unico fattore che può mantenere in piedi la sua leadership è il varo della legge sull’Autonomia differenziata.

 

fratoianni bonelli

Che una parte degli alfieri della “Nazione” meloniana non la vogliono vedere manco in fotografia, per non parlare di forzisti, piddini, pentastellati e sinistrati vari. Una legge che probabilmente otterrà la maggioranza del governo poiché, in caso di bocciatura, la Lega molla il governo e il povero Salvini si ritrova a fare l’autista di Francesca Verdini.

 

Come Salis per Avs e Bossi per la Lega, così anche il santino funebre di Silvio Berlusconi non è stato così influente per il successo di Forza Italia: chi l'ha votato (il 9,62%) ha solo scelto nelle urne la forza tranquilla di un partito moderato. Poi, certo, Ciccio Tajani ha dedicato la vittoria al Cavaliere che fu ma solo perché si ricorda che c’è la Famiglia (Marina e Pier Silvio) che paga i conti.

 

bossi salvini

Da qui al 2027, scadenza della legislatura, Giorgia dueMeloni, oltre all’ostacolo dell’Autonomia, avrà altre due gatte da pelare. La seconda si chiama premierato. La Ducetta sa bene che nei prossimi mesi si deve inventare qualcosa per far dimenticare ‘’la madre delle riforme”: l’arco costituzionale parlamentare è contrario alla “dittatura” della Regina del Colle Oppio e una battaglia per affossare il premierato potrebbe diventare la bandiera che ricompatta l’opposizione tutta (altro che campolargo).

 

matteo renzi - carlo calenda - meme by osho

Il terzo ostacolo è la riforma della giustizia, cara a Forza Italia e ai morituri Renzi e Calenda. Uno scoglio periglioso perché, mentre l’Autonomia non ha bisogno di passaggi istituzionali, il nuovo impianto giudiziario ti porta dritto dritto al referendum. Ma il vero iceberg della navigazione del governo Ducioni saranno  l’economia, con i conti in profondo rosso, e il Patto di Stabilità.

 

ANGELO BONELLI - NICOLA FRATOIANNI SIAMO UOMINI O CAPORALI - MEME BY MACONDO

GIORGIA MELONI E MATTEO RENZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA MEME SULLA SCONFITTA DI MATTEO RENZI ALLE EUROPEE - 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

SANTA GIORGIA MURALE BY ALEXSANDRO PALOMBO SULLA MELONI DOPO LE EUROPEE giorgia meloni su instagram dopo le europeegiorgia meloni dopo le europee SANTA GIORGIA MURALE BY ALEXSANDRO PALOMBO SULLA MELONI DOPO LE EUROPEE

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”