ursula von der leyen mario draghi giorgia meloni

“QUELLO CHE A DRAGHI VENIVA AMPIAMENTE CONSENTITO CON NOI DIVENTA OGGETTO DI ATTENZIONI OCCHIUTE” – IL CAPO DELEGAZIONE DI FRATELLI D’ITALIA AL PARLAMENTO UE, CARLO FIDANZA, TIRA DI NUOVO PER LA GIACCHETTA “MARIOPIO”. MA, COME DAGO-DIXIT, SE MELONI E I SUOI CONTINUANO COSÌ, L’EX PREMIER È PRONTO A RILASCIARE UNA TOSTA INTERVISTA AL “FINANCIAL TIMES” – DALL’UE MINIMIZZANO LO SCAZZO SULLA NORMA CHE LIMITA I CONTROLLI DELLA CORTE DEI CONTI: A PREOCCUPARE SONO PIÙ CHE ALTRO I CONTINUI RITARDI NELL'ATTUAZIONE DEL PNRR…

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Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

giorgia meloni con paolo gentiloni

La scintilla accesa dalla Commissione europea in maniera del tutto «preterintenzionale», o almeno così giurano. La benzina versata sulle fiamme da una reazione del governo che a Bruxelles viene considerata «sproporzionata».

 

Tanto è bastato per far divampare un incendio politico-diplomatico potenzialmente in grado di ridurre in cenere il Pnrr italiano e con esso il piano europeo Next Generation EU. Ed è per questo che ieri sono entrati in azione i pompieri di Palazzo Berlaymont. Per gettare acqua sul fuoco delle polemiche attraverso precisazioni, segnali e anche contatti diretti con Roma.

 

RAFFAELE FITTO E PAOLO GENTILONI

Con il commissario Paolo Gentiloni impegnato proprio per cercare di far scendere la temperatura, che sul dossier del Pnrr ha superato livelli mai raggiunti. E anche il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto è intervenuto per placare gli animi: «La precisazione della Commissione risolve tutto. L'Italia non perderà questa occasione, ci aspettiamo un atteggiamento responsabile delle opposizioni».

 

Anche dall'esecutivo europeo è tutto un mettere l'accento sugli «scambi costruttivi» in corso con Roma. E sul fatto che non c'era alcuna intenzione di lanciare una dura critica verso il provvedimento del governo italiano che limita il controllo «concomitante» della Corte dei Conti. Almeno non pubblicamente.

 

ERIC MAMER PORTAVOCE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

L'esecutivo porrà domani la questione di fiducia e Bruxelles esaminerà con attenzione la misura una volta adottata, anche attraverso i suoi esperti giuridici. Ma a prima vista non sarebbero emerse particolari criticità sulle nuove norme, che secondo fonti Ue non appaiono incompatibili con gli impegni concordati.

 

L'importante è che venga mantenuto un sistema di controlli «solido» come lo è quello attuale. La vera preoccupazione, semmai, è per i continui ritardi nell'attuazione del Pnrr e per gli emendamenti al piano che il governo ha annunciato di voler presentare, ma che ancora non sono stati formalizzati a Bruxelles. Un clima di tensione nel quale è bastata una piccola scintilla per scatenare un incendio.

 

giorgia meloni e ursula von der leyen in emilia romagna

Nel merito, lo scontro di venerdì è nato in seguito alle parole pronunciate da due portavoce della Commissione europea: Veerle Nuyts […] e […] Eric Mamer […]. Interpellata sulla questione Corte dei Conti, la prima ha letto una dichiarazione preparata con attenzione dai gabinetti «senza alcuna intenzione di scoccare frecciatine», assicurano fonti Ue.  […] A quel punto è intervenuto Mamer: parlando a braccio, ha ricordato «l'accordo con le autorità italiane» sulla struttura incaricata per il controllo dei fondi, aggiungendo che «bisogna guardare questo nel dettaglio».

 

DRAGHI MELONI

Una frase sulla quale […] «è sorta una confusione» perché è stata sintetizzata mediaticamente con un più brutale «monitoriamo». Parole giudicate innocue, almeno nelle intenzioni, per questo ha creato parecchio stupore a Bruxelles la dura nota diffusa nella serata di venerdì da Palazzo Chigi con le otto osservazioni «di merito e di metodo» per ribattere alle «considerazioni (della Commissione, ndr) che alimentano politiche strumentali».

 

Un comunicato definito inusuale e certamente sproporzionato perché, fa notare una fonte Ue, «sarebbe bastato rivedere il video della conferenza stampa per capire che non c'era alcun intento di attaccare l'Italia». La mossa del governo tradisce quindi una certa tensione e un'evidente frustrazione per come la Commissione sta gestendo la partita del Pnrr.

 

carlo fidanza giorgia meloni

«Quello che a Draghi veniva ampiamente consentito con noi diventa oggetto di attenzioni occhiute» si è sfogato con l'AdnKronos Carlo Fidanza, capo della delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento Ue, un esponente di punta del partito, molto vicino al ministro Fitto e alla premier Meloni.

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