giorgia meloni biden trump mussolini

FUOCO SU GIORGIA, DA DESTRA! – IN FRATELLI D'ITALIA C'E' UN 25% CHE RIGETTA LA TRASFIGURAZIONE DELLA MELONI DI GOVERNO: FILO-ATLANTISTA, FILO-UCRAINA, GARANTISTA E DIALOGANTE CON GLI EURO-POTERI, DA TRUMPIANA E' DIVENTATA AMICA DI BIDEN E PURE "GRETINA" SUL "CLIMATE CHANGE" (AVVISATE GIAMBRUNO) - INTERVISTATO, L'EX MISSINO GIANNI ALEMANNO IMPALLINA L'EX CAMERATA GIORGIA PER ATLANTISMO SENZA LIMITISMO ("PERSINO I VECCHI LEADER DC RIUSCIVANO A STARE NELLA NATO SENZA AVERE POSIZIONI COSÌ NETTE") E MANDA UN SEGNALE AL MONDO DESTRORSO CHE NON SI RICONOSCE NEL TRASFORMISMO TURBO LIBERISTA E PRONO A CONFINDUSTRIA IMPOSTO DALLA "NUOVA MERKEL" - PER FORTUNA CHE I SUOI ALLEATI DI GOVERNO, DA LEGA A FORZA ITALIA, SONO COMPATTI COME UN BUDINO ANDATO A MALE... 

DAGOREPORT

giorgia meloni con joe biden allo studio ovale

C'è un pezzo di Fratelli d'Italia che non è soddisfatto, per usare un eufemismo, del viaggio di Giorgia Meloni negli Stati Uniti ai piedi di Biden.

 

La sua svolta istituzionale, governista, filo-americana, filo-Ucraina, filo-ecologista, pienamente inserita nei giochi di Bruxelles (e non più sovranista e anti-Sistema) non è andata per niente giù agli ex missini che ricordano la Fiamma collocata altrove.

giorgia meloni donald trump

 

Su "Il Foglio" di ieri Claudio Cerasa fa l'elenco del trasformismo della Ducetta: "Va da Biden e fa l’anti Trump. Va da Macron e fa l’anti Le Pen. Va a Bruxelles e fa l’anti Orbán. Va con Scholz e fa l’anti AfD. Va a Tunisi e fa l’anti Salvini. Nelle geometrie variabili della politica estera meloniana, più il nostro presidente del Consiglio è costretto a fare i conti, nel mondo, con i problemi complessi e più la sua traiettoria andrà inevitabilmente ad allontanarsi da quella dei suoi amici di un tempo".

 

GIORGIA MELONI ALLE PRESE CON I CASI LA RUSSA E SANTANCHE - VIGNETTA BY MANNELLI

Già la presenza al governo di una "esterna variabile" come Daniela Santanché è un cazzotto nello stomaco per gli ortodossi camerati di Colle Oppio. I  guai giudiziari della Pitonessa e il conseguente attaccamento alla poltrona sono kryptonite per chi si è sempre riconosciuto in una Destra legalitaria e un po' manettara e No-vax.

 

Senza contare le accuse di stupro al figlio di Ignazio La Russa e gli scivoloni, uno dopo l'altro, del presidente del Senato (dai nazisti uccisi a via Rasella "banda di semi-pensionati" fino alla difesa d'ufficio di Lorenzo Apache, "mio figlio non ha compiuto atti penalmente rilevanti"). 

 

C'è un 25% di Fratelli d'Italia che soffre, alla faccia del partito monolite: una fronda insorgente non si riconosce nel rapido trasformismo della Sora Giorgia.

MELONI DI LOTTA E DI GOVERNO - VIGNETTA BY VAURO

 

A palazzo Chigi, obnubilata dal potere, "io so' Giorgia e voi non siete un cazzo" ha iniziato a coltivare il sogno di diventare la "Merkel del Mediterraneo" e la "Thatcher de' noantri", tra un "Piano Mattei" e l'ambizione di essere la zarina dei Conservatori al Parlamento europeo, e chi più ne ha ppiù ne metta. Del passato, me ne frego!

 

In poco tempo, da trumpiana è diventata amica di Biden davanti al quale si è pure convertita all'ecologismo, riconoscendo il "climate change" come “una minaccia esistenziale” da combattere insieme (qualcuno avvisi subito il trapiantato tricologico Giambruno che si scaglia su Rete4 contro il meteo-catostrofismo, che anche la sua Giorgia è diventata una "Gretina"). 

 

joe biden giorgia meloni

L'intervista de "La Stampa" a Gianni Alemanno, ex colonnello di Alleanza nazionale in quota Destra sociale (non ha aderito a Fdi), è un segnale al mondo mal-destro inquieto per il nuovo corso della Meloni.

 

L'ex sindaco di Roma ripesca le radici post-fasciste e attacca il filo-atlantismo senza limitismo della premier, una volta filo-Trump, il suo ruolo subalterno a Washington.

 

Che la accoglie e la salamelecca come un utile idiota fino a  quando Biden deciderà, durante la sua campagna per essere riconfermato alla Casa Bianca, che è giunta l'ora fatidica di chiudere la guerra Russia-Ucraina. A quel punto, "Dear Giorgia" non servirà più e può tornare a passare i fine settimana sulla spiaggia di Santa Marinella (fu all'epoca Pierslurpino Diaco a fargliela scoprire).

volodymyr zelensky giorgia meloni vertice nato vilnius

 

Alè-Manno ha poi parole durissime anche sull'errore di non riconoscere le emergenze economiche del Paese con la necessita' di introdurre il salario minimo (vedi intervista a seguire). Finisce sulla graticola anche il taglio al reddito di cittadinanza "senza creare un'alternativa, non è la strada giusta".

 

E' il grido di dolore, o di rancore, di un mondo ex missino che è insofferente per il liberismo filo-confindustriale che la premier ha deciso di abbracciare per mantenere a galla le sue ambizioni. 

 

 

gianni alemanno e giorgia meloni

Il "fuoco amico" di un ex compagno di partito dei tempi di An è una spia di instabilità che inizia a montare anche all'interno della coalizione di Destra-centro, dove i tre partiti (Fdi, Lega e Forza Italia) sono in disaccordo su molti temi e ciascuno ha, al suo interno, spinte centrifughe in grado di destabilizzare il governo (altro che maggioranza coesa, come amano ripetere i ministri e i menestrelli di Giorgia). 

FINI STORACE ALEMANNO

 

Liquidato il viaggio di nozze diella Meloni a Washington come "un successo non solo personale, ma di tutto il governo”, la Lega porta avanti la battaglia sull'Autonomia regionale. Da Zaia a Calderoli, non sono mancati "pizzini" al governo: la riforma s'ha da fare, pena la fine dell'alleanza e tanti saluti al governo.

 

I leghisti riescono a litigare con i Fratelli d'Italia perfino sulle vicende marginali, come la decisione del Consiglio regionale del Veneto di invitare il filo-Putin Alessandro Orsini a tenere una "lectio magistralis". I meloniani hanno disertato l'incontro in polemica con una scelta considerata inopportuna, se non proprio filo-putiniana. Reciprosco scambio di accuse e via svelenando.

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI NEL 2015 - FRONTE ANTI RENZI

 

In Forza Italia l'apparente stabilità, con Tajani in versione Re Travicello, è solo un effetto ottico. Non solo perché la minoranza di Ronzulli, Mule' e Cattaneo spinge per ribalatare i rapporti di forza, ma perché dopo il Congresso di aprile 2024 e le europee di giugno, i figli di primo letto del Cav dovranno capire cosa farsene di un partito costoso, indebitato e non funzionale agli interessi della Real Casa.

 

Se Forza Italia deflagra, con conseguente diaspora di deputati e senatori, il governo puo' andare in affanno. Persino finire gambe all'aria: al Senato la maggioranza non un vantaggio così rassicurante...

Andrea Giambruno Giorgia Meloni

 

 

E poi ci sono le tensioni internazionali con la Francia, la sconfitta in Spagna di Vox, le polemiche interne per le esternazioni fuori luogo del "first boyfriend" Andrea Giambruno, le tensioni con i magistrati per la riforma della Giustizia, l'insofferenza di Pechino per la decisione di smollare "la Via della Seta" (con elevato rischio di contraccolpi economici per l'Italia).

lotta continua meme su giorgia meloni e matteo salvini by edoardo baraldi

 

Il Quirinale è indispettito per alcune scelte del governo, dalla Giustizia alle concessioni balneari fino ai rapporti internazionali (il Colle non vuole problemi con l'amico Macron). Se aggiungiamo i continui botta e risposta con l'Europa per i ritardi sul Pnrr, le tensioni di piazza per il taglio al reddito di cittadinanza e il movimentismo di Matteo Salvini, che un cantiere e l'altro vuole riprendersi la scena, si inizia ad annusare un autunno caldo per donna Giorgia. E sono passati solo pochi mesi dall'inizio del suo governo. Auguri!

ALEMANNO CASAMONICA DAL SITO ROMA FA SCHIFO jpeg

 

Estratto dell’articolo di Serena Riformato per “la Stampa”

 

Mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni celebra «l'ottimo bilancio della missione negli Usa», il suo ex compagno di partito Gianni Alemanno, a Orvieto, avvia il cantiere di una nuova destra sociale sotto il titolo "Forum dell'indipendenza italiana". L'ultimo panel della due giorni, questa mattina, ruota intorno al tema: "Per non morire americani".

 

Forum dell'Indipendenza, ma indipendenza da cosa?

gianni alemanno giorgia meloni gianfranco fini nel 2009

«Indipendenza dall'eccessivo vincolo economico europeo e dall'atlantismo. L'Italia non è mai stata così allineata con gli Usa come accade in questo periodo. Questo è il governo più atlantista della storia repubblicana».

 

 

Il più atlantista, dice?

«Persino i vecchi leader Dc riuscivano a stare nella Nato senza avere posizioni così nette com'è quella della premier sul conflitto in Ucraina»

 

Non le è piaciuta la visita della presidente del Consiglio negli Stati Uniti?

joe biden giorgia meloni

«[…] Non mi piace l'idea che dobbiamo essere allineati in tutto e per tutto con gli Usa, che ci hanno trascinato in una serie di guerre – fra cui il conflitto in Ucraina – contrarie al nostro interesse nazionale».

 

L'atlantismo è una linea di politica estera consolidata per il Paese, a prescindere dal governo.

«Oggi presenteremo un sondaggio di Noto. Risulta che il 51 per cento degli italiani vuole che l'Europa abbia una posizione differenziata dagli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina per farsi promotrice di pace».

 

L'Italia non dovrebbe abbandonare la "Via della seta"?

«Dopo esserci fatti coinvolgere in una guerra contro la Russia, dare uno schiaffo in faccia ai cinesi significa dichiarare guerra ai Brics. Uscire così dagli accordi, per fare un favore agli americani, mi sembra un errore».

GIORGIA MELONI ALL HOTEL VILLA DELLE PALME A SANTA MARINELLA

 

 

Crede che ci siano perplessità anche all'interno di FdI non espresse all'esterno?

«[…] Nell'Msi e in An hanno sempre convissuto due destre: una destra sociale e una destra conservatrice-liberista. Meloni ha […] cancellato la destra sociale, togliendole diritto di parola e di cittadinanza e ha imposto con forza questa destra liberista».

 

[…] A Orvieto sono presenti anche esponenti leghisti. Il partito di Matteo Salvini è un interlocutore più ricettivo per lei?

«La Lega, sulla guerra e sul rapporto con l'Europa, ha posizioni molto più aperte e sfumate di quelle di Giorgia Meloni, quindi sicuramente può essere un interlocutore. […] Avevo invitato qui anche FdI, non è venuto nessuno».

 

GIORGIA MELONI E PIERLUIGI DIACO A RAGIO GIOVENTU

Fra gli ospiti ci sono intellettuali no vax e no green pass. Non teme l'accostamento a un pensiero complottista?

«Parliamo ai cosiddetti mondi del dissenso, mondi che hanno anche criticato la campagna vaccinale. Non ci vergogniamo di criticare l'impostazione di chi mette sull'altare la scienza e non accetta critiche, spesso per difendere gli interessi delle grandi multinazionali, che ci condizionano attraverso l'egemonia culturale». […]

 

La sua critica al governo Meloni non si limita alla politica estera.

«Il lavoro povero è una realtà e non si può regalare la battaglia per un salario minimo alle opposizioni. In più, cancellare il reddito di cittadinanza senza creare un'alternativa non è la strada giusta. Infine l'autonomia differenziata rischia dividere il Paese». […]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO