giorgio dell'arti giorgia meloni

“CONTRO GIORGIA MELONI LEI VEDO IL RISCHIO CHE PREPARINO LA PASTETTA DEMOCRATICA CHE CI PROPINANO DA TRENT’ANNI: L’EROICA DIFESA DELLO STATUS QUO” – GIORGIO DELL’ARTI: “E’ IL FRONTE DELLA DEMONIZZAZIONE PERSONALE. VORREI TANTO CHE NON MI COSTRINGESSERO A VOTARLA. MA, SE SARÀ INEVITABILE, FORSE, LO FARÒ. DOPO DRAGHI, MI SEMBRA LA PERSONA DOTATA DI MAGGIORI QUALITÀ PERSONALI – E NON MI CONVINCE LA CHIAMATA ALLE ARMI ANTIFASCISTA, IL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE PREVENTIVO. I DIRITTI DELLE MINORANZE SONO SACROSANTI. MA ESISTONO ANCHE I DIRITTI DELLA MAGGIORANZE…”

Nicola Mirenzi per https://www.huffingtonpost.it

 

giorgio dell arti (1)

“Io sono in crisi. E non credo di essere il solo. Non c’entro niente con Giorgia Meloni e la sua storia, ma in termini di qualità personale – coerenza, intelligenza, abilità politica – è innegabile che, Draghi escluso, li batta tutti. Contro di lei vedo il rischio che preparino la pastetta democratica che ci propinano da trent’anni: il cacciavite, l’eroica difesa dello status quo, il fronte della demonizzazione personale. Vorrei tanto che non mi costringessero a votarla. Ma, se sarà inevitabile, forse, lo farò”.

 

Venerdì, nella rubrica delle lettere di Repubblica, sono apparse poche

GIORGIA MELONI ALLA DIREZIONE NAZIONALE DI FRATELLI D ITALIA

righe scritte da Giorgio Dell’Arti, giornalista e scrittore, fondatore del Venerdì, curatore della deliziosa rassegna stampa Anteprima, uomo insospettabile di nostalgie nere: “Ho fatto il 68”, dice. “Contro i fascisti mi sono battuto. Quando occupammo lettere alla Sapienza di Roma e Almirante venne lì con i suoi picchiatori a cacciarci. Ma sono passati più di cinquant’anni da allora. È tutta un’altra Italia, questa”.

 

Nella lettera, rivolta a Francesco Merlo, Dell’Arti scrive: “1) Voterò per la cosiddetta Area Draghi se sarà formata da una coalizione abbastanza ampia per vincere e se si proporrà di riportare Draghi a Palazzo Chigi e di realizzare il programma del suo discorso al Senato. 2) Ma se il centrosinistra (da Calenda fino a chi vuoi tu) si presenterà in ordine sparso, allora meglio votare Meloni, tolto Draghi la migliore intelligenza in circolazione”.

raffaele fitto giorgia meloni gianfranco rotondi foto di bacco (2)

 

Merlo le ha risposto che lo preoccupa questo “innamoramento contagioso”. Io, invece, sono più interessato a comprendere perché l’Italia abbia ciclicamente questi

innamoramenti improvvisi. Prima Renzi, poi i 5 stelle, poi Salvini, ora Meloni.

Come li spiega?

Sono onde che assumono ogni volta forme diverse, ma che nascono tutte – mi sembra – da uno stesso moto: il desiderio di demolire le incrostazioni del Paese, i blocchi che lo tengono fermo, e lo soffocano.

 

giorgio dell arti (2)

La proposta di Meloni è quella giusta?

Giudico le qualità personali, prima che i programmi. Mi dica un programma che oltre a essere enunciato è stato anche realizzato. La realtà cambia continuamente. Qualcuno, per caso, aveva pensato all’invasione dell'Ucraina? Le cose accadono. E sono le persone quelle che affrontano i problemi, non i programmi.

 

E Meloni le sembra la più adeguata?

Dopo Draghi, mi sembra la persona dotata di maggiori qualità personali, oltretutto è donna, giovane e – se guardo alla storia del dopoguerra e degli ultimi anni – davvero ‘nuova’.

paola taverna giorgia meloni foto di bacco (1)

 

Carlo De Benedetti, invece, pensa sia fascista.

Non mi convince la chiamata alle armi antifascista, il Comitato di liberazione nazionale

preventivo. Non vedo il rischio del razzismo, nemmeno nella sua forma gentile, come lo chiama  Francesco Merlo. De Benedetti, però, ha ragione su un altro punto.

 

Quale?

Sul fatto che queste saranno elezioni in cui bisognerà scegliere, non rifugiarsi nella

giorgio dell arti

testimonianza, nascondersi dietro la scelta del partito del 5 per cento.

 

Cosa prova quando sente dire a Meloni “sì, alla famiglia naturale, no alla lobby LGBT”?

Non mi vengono i brividi, se è questo quello che vuole sapere.

 

No, volevo sapere cosa le fa pensare.

Che esistono i diritti delle minoranze, e sono sacrosanti. Ma esistono anche i diritti della

maggioranze, e sono altrettanto sacrosanti.

 

Per esempio?

Credo che la maggioranza abbia tutto il diritto di voler chiamare “madre” la madre e “padre” il padre. Genitore 1, genitore 2: sono, oltretutto, parole orrende. Io mi sento il padre dei miei figli, non il genitore numerato. Impormi di esprimermi in maniera diversa sarebbe un sopruso.

VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI

 

Nell’Ungheria di Orbàn, però, alcune minoranze, tra cui quelle sessuali, non si sentono garantite.

E questo è un problema.

 

Meloni però è sua alleata.

E questo è un altro problema.

 

Altri problemi?

La classe dirigente di Fratelli d’Italia, un partito che a Roma ha candidato Michetti…

 

Non sono questioni insormontabili per il suo voto?

Non ho ancora dichiarato il mio voto per Meloni: ho posto un problema, anzi sarei grato a

chiunque demolisca con i fatti le mie obiezioni. Ma se, anziché la prospettiva di Draghi di nuovo a Palazzo Chigi, il centrosinistra offre la sua ordinaria amministrazione, allora no, preferisco il rovesciamento.

GIORGIO DELL'ARTI

 

La rivoluzione è Meloni?

È vero che il suo partito appartiene al gruppo dei conservatori europei, ma, in Italia, il vero partito conservatore è il Pd.

 

Dell’influenza di Putin ha paura?

Meloni sarebbe una garanzia contro le influenze russe anche per i suoi orrendi alleati, Salvini e Berlusconi. Non credo si convertirà al putinismo appena vinte le elezioni.

 

Un’alternativa però c’è, nel suo ragionamento.

giorgia meloni e viktor orban

L’alternativa è Draghi.

 

Anche se lui non vuole?

Credo si possa convincere.

 

Perché lui?

Perché è l’uomo che può modernizzare questo Paese. Non coalizzando un fronte “anti”, ma un fronte “per”.

 

Ma i 5 stelle dovrebbero esserci nell’Area Draghi?

Penso che Letta dovrebbe fare un discorso sincero: noi vogliamo riportare a Palazzo Chigi Mario Draghi. Non per fermare la destra, ma per realizzare il programma enunciato nel suo discorso d’addio. Chi ci sta? Se i 5 stelle rispondono sì, bene. Altrimenti, vadano per la propria strada.

 

sergio mattarella mario draghi

E se non fanno questo discorso?

Significa che la Meloni se la saranno meritata. Non ho ancora deciso se con, o senza il mio voto.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO