giuseppe conte luigi di maio movimento 5 stelle m5s

“NON POSSONO ESSERCI AGENDE PERSONALI, DOPPIE O TRIPLE” - GIUSEPPE CONTE NON DEPONE L’ASCIA DI GUERRA CONTRO DI MAIO: “NON SO COSA ABBIA FATTO CONCRETAMENTE SULLA BOCCIATURA DELLA BELLONI. NESSUNO DEVE SENTIRSI INDISPENSABILE, NEMMENO IO” - “LE MINORANZE INTERNE? ANDARE IN DIREZIONI OPPOSTE SIGNIFICA CREARE CONFUSIONE E DANNEGGIARE IL MOVIMENTO. NON POSSONO ESSERCI AGENDE PERSONALI, DOPPIE O TRIPLE”

Estratto dell’articolo di Annalisa Cuzzocrea per “La Stampa"

 

luigi di maio giuseppe conte meme by carli

«Nel Movimento nessuno deve sentirsi indispensabile, nemmeno io». Giuseppe Conte dice di aver preso in mano i 5 stelle «per costruire, non per favorire scissioni». Ma anche che «le correnti non possono esistere, si decide la linea insieme, poi la si rispetta». Presidente, il caso Belloni è diventato una sorta di giallo.

 

Davvero pensava, quando ha chiamato Beppe Grillo, che su di lei ci fosse un accordo pronto e già avallato dalle altre forze politiche? E non, come ha detto il Pd, un'intesa di massima su una rosa che andava ancora vagliata?

«Ho già chiarito che su quel nominativo non si è arrivati all'ultimo. Quando l'abbiamo proposto a Salvini con Letta eravamo consapevoli che era un nome solido e super partes, lo stavamo vagliando da giorni, fermi restando i passaggi finali interni che ciascun partito si riservava di fare. Il sì di Salvini è stata una svolta importante, insieme a quello della Meloni, eravamo a un passo. Poi è intervenuto il partito trasversale che non vuole il cambiamento nel Paese».

 

LUIGI DI MAIO E ELISABETTA BELLONI A PRANZO

Si è molto arrabbiato per la dichiarazione arrivata dal ministro degli Esteri a trattativa in corso. È stata però proprio Belloni a definire Di Maio sempre leale. Questo smentisce i vostri sospetti?

«Tanto Elisabetta Belloni quanto Paola Severino rispondevano all'identikit che ci eravamo dati: personalità di alto profilo, super partes. In aggiunta, entrambe offrivano l'occasione storica di introdurre un elemento di forte innovazione nel sistema politico italiano eleggendo al Colle una donna per la prima volta».

GIUSEPPE CONTE

 

Ma Di Maio già il giorno prima del fatidico venerdì aveva detto: «Elisabetta è mia sorella, si stia attenti a non usare il suo nome per spaccare la maggioranza». Lei sapeva che quel nome avrebbe creato problemi.

«Quelle dichiarazioni mi hanno sorpreso, visto che Di Maio stesso ha sempre sostenuto che i nomi non vanno bruciati. Infatti io in pubblico ho sempre evitato di farli. E non mi sono mai arrivate, all'interno del Movimento e della cabina di regia, obiezioni di sorta. Anzi».

 

Non teme che quest' insistenza sulla necessità che al Colle andasse una donna sia irrispettosa nei confronti di Sergio Mattarella?

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

«Il nostro gruppo parlamentare ha sempre apprezzato Mattarella ma all'inizio non c'era la disponibilità del capo dello Stato e non c'era una sufficiente maggioranza numerica. Siamo un movimento che osa, prova a cambiare le cose.

 

Abbiamo tentato la strada di una donna autorevole al Colle, ce l'hanno sbarrata. Non è mai stata una linea irriguardosa nei confronti del presidente, un'opzione di garanzia che come Movimento abbiamo fatto crescere costantemente nelle votazioni».

conte di maio

 

Non è stato Di Maio?

«Non so cosa abbia fatto concretamente Di Maio. So solo che con i capigruppo abbiamo sempre vigilato perché quest' opzione crescesse giorno dopo giorno e rimanesse valida sino alla fine. E aggiungo che la mia più forte premura è che ci fosse un'ampia maggioranza numerica. Condizione che si è realizzata solo la mattina del voto finale, con l'apertura della Lega».

 

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

Quando ha preso in mano il Movimento ha promesso meno verticismo rispetto al passato. Ma il conflitto nato sembra dimostrare il contrario. Non è che il padre padrone lo sta facendo lei?

«Mi dicono che nella storia del Movimento non ci siano mai stati tanti incontri e cabine di regia come in questi mesi. Questo sforzo serve a mettere a punto in maniera collegiale una linea politica che spetta a me riassumere e portare avanti. Seguire un diverso indirizzo, andare in direzioni opposte, non significa tanto indebolire una leadership quanto creare confusione e danneggiare il Movimento».

giuseppe conte matteo salvini meme

 

Quindi non può esserci un'idea di minoranza?

«Quando una linea passa in assemblea congiunta e viene costantemente aggiornata in cabina di regia va rispettata. Non possono esserci agende personali, doppie o triple».

 

È consapevole che dire no alle correnti possa significare anche vietare il pluralismo delle idee?

 «La forza del Movimento è sempre stata quella di non cedere al correntismo della vecchia politica. I nostri iscritti si possono esprimere online sui passaggi più salienti. La possibilità di discutere progetti e idee e di elaborare proposte anche nella varietà di opinioni è per noi fondamentale.

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

 

Preannuncio anzi che con la nuova piattaforma della Scuola di formazione, che inaugureremo tra breve, moltiplicheremo i luoghi di discussione. Ma certo non potrò permettere che mentre prima si andava in piazza a fare battaglie civili e politiche, oggi si vada in piazza a palesare correnti.

 

Quella mossa ha creato dolore e malumori nella nostra comunità. Anche per questo ho valutato come doverose le dimissioni di Di Maio dal comitato di garanzia».

 

ELISABETTA BELLONI LUIGI DI MAIO

Vincenzo Spadafora ha chiesto un congresso, non un processo pubblico. Che cosa ha in mente?

«Ci saranno dei momenti di confronto dove potremo analizzare quanto successo anche al fine di evitare che questi errori si ripetano. Né possiamo tollerare per il futuro guerre di logoramento interno: la nostra comunità è sana e si opporrà in modo compatto a queste degenerazioni della "mala politica" da chiunque provengano».

 

Preferirebbe che Di Maio uscisse dal M5S?

«Io sono qui per costruire e rilanciare il Movimento, non ho mai lavorato per distruggere o provocare divisioni».

 

vincenzo spadafora e luigi di maio

Dovrebbe dimettersi anche da ministro degli Esteri? Possono esserci conseguenze sul governo?

«Ho chiarito anche al presidente Draghi che il Movimento vuole contribuire a realizzare un patto per i cittadini per rafforzare l'azione di governo: nel nostro orizzonte non ci sono rimpasti o discussioni sulle caselle di governo».

 

L'ex capo politico M5S l'ha chiamata nella sua squadra. Ha rinunciato a fare il premier per non accettare un accordo con Berlusconi e ha proposto lei al suo posto. Non è che la vera battaglia riguarda le liste delle prossime politiche e la necessità di superare il vincolo del doppio mandato?

BELLONI SORRIDE A DI MAIO

«Lavorerò perché tutti nel Movimento possano sentirsi parte di una medesima comunità, possano condividere principi e valori, siano generosi e non si lascino distrarre dai propri destini personali. Tutti devono sentirsi importanti ma nessuno, a partire da me, deve mai sentirsi indispensabile».

 

Non ha ancora preso una decisione sul terzo mandato?

«Non è ancora all'ordine del giorno, ma comunque nella decisione saranno coinvolti gli iscritti».

 

(…)

 

di maio conte

La pensa come Salvini, che preme per nuove misure. Dopo il gelo seguito alla caduta del suo primo governo, avete trovato una nuova intesa nella trattativa sul Quirinale?

«Si è molto fantasticato su questo dialogo che ho intrattenuto con il centrodestra e Salvini in particolare anche a nome del Pd e di Leu. Ma dialogo non significa sotterfugi né accordi inconfessabili. Le trattative si sono svolte con costante coinvolgimento di Enrico Letta e Roberto Speranza e nella consapevolezza che non essendoci numeri sufficienti, come abbiamo sempre detto, sarebbe stato necessario puntare a personalità super partes e cercare un'ampia condivisione a garanzia di tutti».

 

enrico letta giuseppe conte matteo salvini matteo renzi meme by carlo

Di Battista, che si è riavvicinato a lei, dice che perché rientri deve togliere l'appoggio a Draghi. Che non si fida di Letta e che l'alleanza con il Pd è la morte nera. Che farà?

 «Rispetto le opinioni di Alessandro Di Battista, ma il Movimento è entrato in questo governo consapevole di assumersi una responsabilità che va portata avanti sino a quando non verranno raggiunti gli obiettivi che ci siamo prefissati. Quanto al Pd il dialogo andrà coltivato nel rispetto reciproco».

 

LETTA DRAGHI

(…)  L'inchiesta sul traffico di influenze che ha coinvolto Grillo dimostra che il Movimento è permeabile a interessi privati?

«Sono fiducioso che le verifiche in corso dimostreranno la piena correttezza dell'operato di Beppe Grillo». (…)

Articoli correlati

I FEDELISSIMI DI DI MAIO SONO SICURI CHE BEPPEMAO, MESSO ALLE STRETTE, FARA' FUORI CONTE

I \'PULCINI\' DI CONTE TIRANO FUORI GLI ARTIGLI CONTRO LUIGINO - GLI AFFONDI DI TURCO E RICCIARDI

CON LE DIMISSIONI DAL COMITATO DI GARANZIA, DI MAIO INIZIA IL SUO SABOTAGGIO \'SOTTERRANEO\' A CONTE

TRAVAGLIO FA LA DIAGNOSI (PRO-PEPPINIELLO) SULLA FAIDA NEL M5S TRA CONTE E DI MAIO

draghi lettaspadafora di maio

Ultimi Dagoreport

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...