matteo renzi giuseppe conte

GIUSEPPE CONTE MEJO DI LORELLA CUCCARINI: “SONO IL PIÙ AMATO DAGLI ITALIANI” – L’AVVOCATO DI CASALINO E TRAVAGLIO ROSICA DURO E MINACCIA: “NON SI LIBERERANNO DI ME MOLTO FACILMENTE” - SARÀ, MA MATTARELLA HA PARLATO CHIARO: NON CI SARANNO LE ELEZIONI - NELL'ATTESA DI "STUPIRE" GLI ITALIANI CON IL SUO PARTITO GONFIATO DAI SONDAGGI, "GIUSEPPI" PUO' DEDICARSI AL CIUFFO... 

Mario Ajello per "il Messaggero"

 

GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI BY DE MARCO

Ce l' ha con Renzi («Ora si divertiranno con un tipo così») ma Conte dovrebbe avercela soprattutto con se stesso. Con la propria smisurata ambizione da premier per caso due volte che ha pensato di poter essere indispensabile e inaffondabile galleggiando sui problemi e rinviando le decisioni.

 

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME LUKAKU E IBRA

In una continua auto-rappresentazione dell' Io non farcita di soluzioni e di riforme ma di un Recovery Plan da 16 striminzite paginette nella prima stesura, di rinvii dopo rinvii, di una concezione della normalità di governo in tempi che di normale non hanno nulla (90mila morti per Covid) e che meriterebbero ben altro piglio, ben altra consapevolezza, ben altra determinazione a rompere il sistema di potere consolidato di marca Pd in condominio con gli ascari 5 stelle e che viceversa ha avuto in Conte un conservatore dello status quo degli equilibri più statici e meno produttivi.

conte casalino

 

E nonostante tutto questo, il Conte bis voleva riproporsi nel Conte ter senza considerare ciò che molto saggiamente diceva Albert Einstein: «La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi».

INCARICO ESPLORATIVO BY ALTAN

 

Ma adesso che Giuseppi scende dal trono trovato per caso, che cosa ha intenzione di fare? In queste ore nel bunker ormai espugnato di Palazzo Chigi mastica rabbia e si chiude nel «massimo riserbo» ma in questi giorni vedendo la fine si è sfogato con alcuni amici: «Non si libereranno di me molto facilmente».

 

Questo significa che, come minimo, aspira ad essere ripescato nel governo che sarà come ministero degli Esteri e crede di avere i numeri per la Farnesina: «Sono apprezzato in tutte le cancellerie, ho ridato all' Italia l' onore internazionale che merita, ho fatto arrivare i soldi del Recovery in un negoziato difficilissimo e mi hanno fatto tutti i complimenti. Come si fa a non riconoscere tutto questo?».

 

IL SUO MOTTO

luigi di maio giuseppe conte by osho

La Ue ha più volte riconosciuto che sul piano di rinascita nazionale l' Italia annaspa e divaga, mentre altri Paesi hanno programmi e cronoprogrammi seri e dettagliati. E comunque. Se si volesse sintetizzare in un motto lo stile di governo dell' Avvocato del popolo, prima in gialloverde e poi in giallorosso con capriola e senza soluzione di continuità (ma va bene tutto in cambio di risultati, e questi mancano), di potrebbe usare questo: «Loquor ergo sum».

 

MATTEO RENZI ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO – AMICI MIEI

Molte parole, retorica torrenziale e divagante e così il pensiero si riduce in coriandoli e si disperde e l' uditorio - ossia i cittadini - ne risultano storditi di primo acchito ma poi quando la nebbia espressiva si dirada e si cercano di vedere i risultati pratici questi non si trovano lungo una stagione politica durata 32 mesi a Palazzo Chigi. Fino al capolavoro a rovescio del contismo: quell' operazione responsabili - l' ultimo tentativo di autoconservazione - è stata qualcosa di grottesco e improvvisato.

 

IL CREPUSCOLO

GIUSEPPE CONTE E ROCCO CASALINO - MEME

E ora? Ricomincio da Io. Ma Conte deve decidere chi è. E' il prossimo capo del Movimento 5 stelle? Improbabile. E' Cincinnato e riserva della Repubblica? Difficile che qualcuno vada a chiamarlo nella capanna dello studio forense o nell' aula dell' università, anche se lui per un po' - ma poi in Italia ci si dimentica di tutti - continuerà a sbandierare i sondaggi che gli danno un favore personale di oltre il 50 per cento e queste cifre sono in queste ore l' unico balsamo che spalma sulla propria sconfitta: «Resto l' uomo più popolare del Paese.

LE DIMISSIONI DI GIUSEPPE CONTE - MEME

 

Gli italiani amano me», ha ripetuto spesso in questo periodo, nel crepuscolo di Palazzo Chigi. Ma dopo il crepuscolo viene la notte. Quella da cui Conte non vuole essere avvolto e allora il suo programma è quello forse di fare il partito personale - in Puglia, sua terra natale, si starebbero già raccogliendo intorno al governatore Michele Emiliano suo primo fan spezzoni di notabilato trasversale e voglioso di essere l' avanguardia del contismo di lotta - ma soprattutto di proporsi, come Zingaretti gli ha sempre promesso ma in politica il prima non è mai uguale al dopo, in veste di capo della coalizione Pd-M5S-Leu alle prossime elezioni. Naturalmente dissimula Conte: «Vorrei tornare a fare l' avvocato». Il rischio per lui c' è.

meme sulla crisi di governo mattarella e conte

 

Il problema, che ha determinato la sua caduta, è che non s' è accorto in tempo che non può esserci un uomo per tutte le stagioni. Specie se la doppia stagione di Giuseppi è stata un mix di inesperienza e supponenza. E la convinzione di essere il migliore, in assenza di riscontri fattuali, in politica spesso spalanca le porte del dimenticatoio.

meme sulla crisi di governo conte non schiodameme sulla crisi di governo conte versione di caprio

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…