giorgia meloni sestino giacomoni maria spena antonio tajani

IL GOVERNO MELONI? UN OTTIMO CENTRO PER L'IMPIEGO! – GIORGIA MELONI NON BADA A SPESE: GLI ESBORSI PER I CONSULENTI AMMONTANO A 3 MILIONI DI EURO. SOLO PER LA COMUNICAZIONE SPENDE 500MILA EURO (MA CI SONO DEI MALUMORI SUI RISULTATI) – TAJANI HA RICICLATO I PARLAMENTARI FORZISTI TROMBATI ALLE ELEZIONI: SESTINO GIACOMONI E MARIA SPENA (DEPUTATI NON RIELETTI) SONO ASSUNTI COME SUOI CONSULENTI E GUADAGNANO RISPETTIVAMENTE 50 E 40MILA EURO ANNUI...

Estratto dell’articolo di Stefano Iannoccone per “il Domani”

 

giorgia meloni gli appunti di giorgia 9

Palazzo Chigi non bada a spese per le consulenze sotto la gestione Meloni. Le voci degli esborsi ammontano a una cifra di circa 3 milioni e mezzo di euro. Soldi impiegati per retribuire lo staff chiamato alla presidenza del Consiglio dalla premier, dai due vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani, e dalla schiera di ministri senza portafoglio e sottosegretari.

 

Una somma che potrebbe lievitare, come insegnano le esperienze passate, a causa dell’ampliamento degli uffici. Di sicuro il leader della Lega e il coordinatore nazionale di Forza Italia, rispettivamente ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e ministro degli Esteri, hanno scaricato sostanziosi costi su Palazzo Chigi.

 

GIOVANNA IANNIELLO

Un capitolo che drena molte risorse è quello della comunicazione: oltre 500mila euro vengono investiti per avere a disposizione vari professionisti, tra cui spicca la storica portavoce di Giorgia Meloni, Giovanna Ianniello, a cui è stata conferito l’incarico di coordinatrice degli eventi di comunicazione. Nel team di comunicatori, tra gli altri, figurano Fabrizio Alfano, già portavoce di Gianfranco Fini e volto noto nella sala stampa di Montecitorio nelle vesti di caporedattore del politico all’Agi, e il giovane guru (appena 31enne) dei social, Tommaso Longobardi.

 

E, nonostante il mezzo milione messo a bilancio, le indiscrezioni raccontano di malumori sui risultati in materia di comunicazione. Sempre nello stesso ambito, Salvini ha voluto con sé a Palazzo Chigi Matteo Pandini, che ricopre le medesime mansioni al Mit. Il giornalista e scrittore ha pubblicato in passato il libro agiografico del leader leghista Secondo Matteo. Follia e coraggio per cambiare il Paese.

matteo salvini e matteo pandini foto di bacco

 

Tra la schiera di consulenti non mancano ex parlamentari o dirigenti di partito non eletti nella nuova veste di collaboratore a Palazzo Chigi, insieme a nomi spesso estranei alla politica. Il caso singolare è quello del regista Pupi Avati, che ha accettato di collaborare a titolo gratuito con Tajani come «consigliere per le tematiche afferenti al settore della cultura». Ma altri non si sono limitati alla consulenza pro bono. Il coordinatore degli azzurri ha voluto al suo fianco Sestino Giacomoni, deputato nella scorsa legislatura e da sempre fedelissimo di Silvio Berlusconi.

sestino giacomoni foto di bacco

 

Alle ultime elezioni è stato candidato in una posizione pressoché ineleggibile e infatti non è riuscito a tornare in parlamento. Per lui è arrivata la consolazione della nomina a «consigliere per la politica economica e imprenditoriale» di Tajani per 50mila euro annui.

 

Una situazione affine a quella di Maria Spena, che fino allo scorso mese di ottobre sedeva tra i banchi di Montecitorio nel gruppo di Forza Italia. Anche lei si è presentata alle Politiche con poche chance di essere eletta. Il risultato, infatti, non è stato centrato: adesso è a Palazzo Chigi per una remunerazione di 40mila euro all’anno con lo scopo di coadiuvare il vicepremier sulle «tematiche afferenti alle filiere produttive, alle politiche della formazione e sociali». […]

antonio tajani foto di bacco (2)MARIA SPENA

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."