matteo renzi giuseppe conte

GOVERNO IN PRESCRIZIONE – CHE FARÀ RENZI SULLA RIFORMA BONAFEDE? NESSUNO CREDE CHE ‘ITALIA VIVA’ DECIDERÀ DI NON VOTARE LA FIDUCIA E METTERSI FUORI DAL GOVERNO (E DALLE NOMINE) - LA TENSIONE SI SPOSTERÀ IN COMMISSIONE E IN AULA, E ANCHE SE I RENZIANI FACESSERO MANCARE IL LORO APPOGGIO “GIUSEPPI” POTREBBE AGGRAPPARSI A UNA VENTINA DI ‘RESPONSABILI’ LETTA-CARFAGNA…

 

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

giuseppe conte alfonso bonafede

Montecitorio, domenica sera. I corridoi del Transatlantico sono deserti, ma nel chiuso degli uffici i tecnici della maggioranza sono chini sul dossier che da settimane agita il governo. Il testo ha ancora bisogno di limature, ma salvo altri colpi di scena il destino della prescrizione è deciso.

 

giuseppe conte e roberto fico

Niente decreto legge. Lo strumento parlamentare individuato è un emendamento al Milleproroghe, per quanto i renziani ritengano «uno scandalo» modificare con queste procedure il diritto penale. Il via libera sull' ammissibilità della materia dovrà darlo Roberto Fico e il Movimento Cinque Stelle si aspetta che il presidente non ponga ostacoli. Per rendere accettabile l' escamotage occorrerà una proroga.

MATTEO RENZI 2

 

Si parla di «un paio di mesi al massimo», che scatterebbero retroattivamente dall' inizio dell' anno. Il che vuol dire che ai primi di marzo l' efficacia della riforma Bonafede cesserà ed entrerà in vigore il lodo «Conte bis»: l' intesa di merito raggiunta dalla maggioranza (senza i renziani), che prevede il blocco della prescrizione in via definitiva solo per i condannati in primo e secondo grado. Su questa delicatissima e complessa materia, la tensione non sembra destinata al allentarsi. Renzi darà battaglia in commissione e in Aula, cercando con tutte le possibili tecniche parlamentari di «tornare allo Stato di diritto».

 

ettore rosato (2)

E anche se Ettore Rosato parla di «battaglia civile, trasparente e senza trappole», Pd, M5S e Leu si stanno attrezzando per parare i colpi del fuoco amico. «Conoscendo Matteo - prevede un esponente dem del governo - cercherà in Parlamento ogni occasione di scontro sul tema della giustizia, che gli è congeniale».

 

bonafede di maio conte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se l' iter sarà confermato, il Consiglio dei ministri che era in agenda oggi si terrà domani. E mentre ai piani alti di Palazzo Chigi il ministro Bonafede illustrerà ai colleghi la riforma del processo penale, nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera si voteranno gli emendamenti al Milleproroghe. E qui il primo iceberg da superare per la maggioranza di Conte sono i subemendamenti dell' opposizione, per quanto i voti di Italia viva non siano determinanti e la possibilità che il governo vada sotto è assai remota.

 

matteo renzi a l'aria che tira 5

Se non ci saranno slittamenti, mercoledì il decreto arriverà nell' aula di Montecitorio, dove l' approvazione con il voto di fiducia può dirsi scontata. Dopodiché, sarà corsa contro il tempo. Il decreto Milleproroghe deve essere convertito entro il 28 febbraio e al Senato arriverà blindato, anche qui con la fiducia.

 

enrico costa

I renziani hanno indossato l' elmetto. «Ogni soluzione che non sia il prudente rinvio previsto dal lodo Annibali ci vedrà votare contro», ha promesso il coordinatore di Italia viva, Ettore Rosato. E se Renzi decidesse di fare sua la proposta dell' azzurro Enrico Costa? L' antidoto del governo è un emendamento che riproponga il lodo «Conte bis».

La tensione della vigilia è altissima, anche se alla Camera in Commissione i numeri sono favorevoli all' alleanza giallorossa. I tecnici governativi stanno limando anche le virgole.

 

L' obiettivo è fare in modo che l' emendamento del governo precluda quello dell' azzurro Enrico Costa e l' insidioso «lodo Annibali», con cui l' avvocatessa di Iv chiede la sospensione di un anno della riforma Bonafede. Ma Renzi ha pronta la contromossa: ripresentarlo al Senato, dove senza i suoi voti il governo non ha i numeri.

 

giuseppe conte alfonso bonafede 1

Nel Pd nessuno scommette un euro sull' ipotesi che Italia viva voglia strappare, non votando la fiducia e mettendosi fuori dal governo. Eppure i capigruppo fanno di conto: al Senato la maggioranza senza i 17 di Renzi ha 158 voti, tre sotto la soglia. Cifre da brivido.

 

I parlamentari di Italia viva sospettano che Conte stia tramando per sostituirli con un drappello di venti «responsabili», pescati dentro al gruppo Misto e tra le file di Forza Italia ed ex 5 Stelle. E per quanto sembri difficile che possano muoversi verso Conte in chiave anti renziana senatori come Romani, Causin e Mallegni, nel grande caos di questi giorni i loro nomi hanno ripreso a girare, assieme a quelli di De Falco, Nugnes, Fattori e altri ex 5 Stelle.

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."