renzi berlusconi

UN GRANDE PANTANO A FORMA DI STIVALE – DESTRA E SINISTRA IN ITALIA SI SONO SBRICIOLATE – FELTRI: ''ORMAI SI NAVIGA A VISTA E LA GENTE VUOLE SOLTANTO UNA MAGGIORE DIFESA DEGLI INTERESSI E DELL’IDENTITÀ NAZIONALI. SI STA GRECIZZANDO...''

Vittorio Feltri per “il Giornale

 

silvio berlusconi con licia ronzulli al compleannosilvio berlusconi con licia ronzulli al compleanno

Cos' è la destra? Cos' è la sinistra? Giorgio Gaber provò a rispondere in modo divertente e con qualche arguzia, limitandosi però al costume. Oggi, a un mucchietto di anni di distanza, tutto si è complicato. Si dice che le ideologie non esistano più, ma non ne sarei sicuro. Ho una sola certezza: in politica c' è una grande confusione. Difficile distinguere i progressisti dai conservatori. Forse si sono mischiati. Probabilmente, non riescono più a capire da che parte stare e perché starci. Qualcuno va di qua e qualcuno va di là e si ignora ciò che li induca a scegliere uno schieramento o l' altro.


La destra (o centrodestra) si è sbriciolata. Pier Ferdinando Casini è stato il primo a mettersi in proprio. È sopravvissuto una legislatura, stando aggrappato alla ciambella dell' Udc, poi si è disperso in mare. Il secondo è stato Gianfranco Fini: inghiottito dai flutti. Quindi, è stata la volta di Angelino Alfano, il quale, per quanto delfino di Silvio Berlusconi, forse per mancanza di quid ha fatto perdere le sue tracce: nuota nelle acque inquinate di Matteo Renzi, che non è stato stabilito se sia di sinistra o di destra; si sussurra che non abbia ancora scelto.

PIER FERDINANDO CASINI SORRIDENTE FOTO ANDREA ARRIGA PIER FERDINANDO CASINI SORRIDENTE FOTO ANDREA ARRIGA


Sorvoliamo su Fitto: se n' è andato chissà dove.
E veniamo all' ultimo transfuga: Denis Verdini.


Era lo chef dei berlusconiani, il più fedele al Cavaliere: pure lui si è stufato ed è passato alla maggioranza. Perché? Affari personali. Non è una novità che il presunto vincitore sia più attraente del presunto sconfitto.


Se diamo un' occhiata a quel che accade sull' altra sponda non troviamo chiarezza. Gli oppositori di Renzi, all' interno del Pd sono numerosi.

GIANFRANCO FINI AL MAREGIANFRANCO FINI AL MARE


Non osano fargli la guerra più di tanto. Gli danno addosso fino a un certo punto. Quando temono di prenderle battono in ritirata. Negoziano. E si piegano. Hanno il terrore di essere estromessi dalle liste elettorali nel caso di nuove elezioni, che prima o poi si svolgeranno.
Cosicché il premier e segretario democratico, quando sembra sul punto di cadere, ricomincia a correre e non molla il bastone del comando.

denis verdinidenis verdini

 

Alcuni big del Pd se la sono svignata per disperazione: Civati e Fassina, per citarne due. Non si hanno più notizie di loro. Cos' è la destra, cos' è la sinistra? Un gran casino. Nel quale non è facile orientarsi. La politica di Renzi è ambigua, ondivaga, il presidente del Consiglio un giorno attacca i sindacati, e piace alla destra, che vede in lui un Berluschino affidabile, giovane e battagliero. Il dì appresso egli si lancia nel buonismo più dolciastro e predica la necessità di soccorrere i migranti a costo di trascurare i poveri italiani morti di fame, e in tal modo irrita milioni di cittadini ex berlusconiani che si erano illusi fosse l' uomo della provvidenza.


L' elettorato renziano sta un po' sul melo e un po' sul pero: non è sicuro se sia un bene o un male dargli fiducia. Il premier d' altronde promette rose e fiori, ma distribuisce soltanto crisantemi. Meglio che niente, però insufficiente per ricevere consensi bastevoli a governare in scioltezza. E allora? Il gradimento di Renzi si è ridotto sensibilmente, ma non è crollato. Il ragazzo vivacchia anche se non è in salute. La domanda rimane sempre la stessa: il governo è di destra o di sinistra? Come se il problema fosse questo e non i guai italiani.

Matteo Renzi  Matteo Renzi


Ecco il punto che divide l' opinione pubblica. Da un canto ci sono i sedicenti intellettuali - e i politicanti - cui sta a cuore accertare di quale colore sia l' esecutivo; dall' altro c' è la gente comune che, essendo schiacciata dal dramma della disoccupazione, dalle preoccupazioni del mutuo e dello stipendio miserrimo, si attende una azione risolutiva delle proprie grane. E se ne frega del rosso, del nero e anche del grigio. Reclama di essere ascoltata e aiutata. Non sopporta che Renzi dia più peso agli immigrati e si arrabatti per assisterli, trascurando le difficoltà degli indigeni affamati e bistrattati.
Situazione nebulosa. Lo sarebbe per chiunque governasse. Il popolo non è paziente e invoca giustizia.


Vede che i profughi alloggiano in alberghi e percepiscono sussidi, e vede che vari connazionali crepano in auto di inedia, privi di un letto e di assistenza. Si irrita con la sinistra che mena il torrone, e si scaglierebbe contro la destra se fosse questa al potere. Non c' è via d' uscita.

RENZI 
CIVATI
RENZI CIVATI


Ciò che manca all' Italia non lo possono recuperare né i progressisti né i conservatori: scarseggiano le risorse e la volontà di trovarle. Il Paese ufficiale tira a campare. Accetta i precetti europei, accetta l' euro, accetta di essere stata mutilata della propria sovranità. Sta agganciata al carro di Bruxelles e non ha il coraggio di distaccarsene. Non è capace di reagire, ha paura di essere autonoma nel mondo globalizzato. Lentamente si sta grecizzando.


Altri Paesi della Ue sono storditi quanto il nostro. L' Inghilterra freme dal desiderio di sganciarsi dal treno europeo. L' Ungheria pure. La Danimarca frigge. In Francia, il partito della Le Pen si arricchisce del sostegno di vari personaggi di spicco, tipo Debray, Sapir e Onfray, uomini un tempo allineati e coperti a sinistra. Costoro sono il sintomo del caos cui abbiamo accennato.

stefano fassinastefano fassina


Monta il desiderio, un po' dappertutto, di voltare pagina: chiudere con le utopie del buonismo e aprire al pragmatismo che consenta di difendere l' identità e gli interessi nazionali. Trattasi di impeto reazionario? Può darsi. Se siamo giunti a tanto, una ragione ci sarà.


Destra o sinistra? Non è un dilemma. L' imperativo è uno solo: difendere se stessi e garantirsi la sopravvivenza. Votare questi o quelli è un dettaglio: i partiti sono allo sbando e il popolo li snobba, pretende di essere di nuovo protagonista e non più gregario della casta. Sulla realtà non conviene scherzare.

 

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…