giuseppe conte con la mascherina

A GRANDI PASSI VERSO IL LOCKDOWN - SE LA CURVA DEI CONTAGI NON SI STABILIZZA A BREVE, L'ENNESIMA STRETTA SCATTEREBBE LUNEDÌ 9 NOVEMBRE E DOVREBBE DURARE FINO A METÀ DICEMBRE, CON L’OBIETTIVO DI “SALVARE” IL NATALE (CIOÈ LO SHOPPING) - NON È ESCLUSO UN ANTICIPO DELLE RESTRIZIONI SE IL NUMERO DEI CONTAGI CONTINUASSE A CRESCERE IN MODO ESPONENZIALE…

Alberto Gentili per “il Messaggero"

 

GIUSEPPE CONTE CON LA MASCHERINA

Nel giorno del nuovo record di contagi (24.991, 2.997 in più di martedì) e di 205 morti a causa del Covid, Giuseppe Conte non vuole pianificare un nuovo giro di vite a breve. Come ha spiegato alla Camera, il governo deciderà altre restrizioni per contenere l' epidemia «dopo aver valutato gli effetti» del nuovo Dpcm, «nell' arco di almeno due settimane». Da qui la smentita delle voci di un lockdown imminente, fatta dal premier durante l' incontro con i sindacati.

 

Ciò significa che se la curva dei contagi non si stabilizza, l' ennesima stretta dovrebbe scattare da lunedì 9 novembre. E durare fino a metà dicembre, se l' epidemia dovesse venire rallentata, in modo da salvare almeno il Natale. Shopping compreso.

Non è però escluso un anticipo del giro di vite nel caso di un peggioramento repentino della situazione.

 

giuseppe conte a bergamo con mascherina

In entrambi i casi, l' ipotesi più accreditata è quella di un lockdown meno duro di quello della scorsa primavera, simile a quello annunciato ieri sera dal presidente francese Emmanuel Macron (in Francia i contagi sono arrivati a quota 36 mila): aziende, fabbriche e uffici aperti, ma tutti a casa, negozi chiusi (tranne gli alimentaristi), si esce solo per andare a lavoro o per portare i bambini ai nidi o alle elementari, per fare la spesa e per ragioni mediche. Quasi certo anche lo stop agli spostamenti oltre i confini comunali e regionali e lockdown territoriali (questa volta ferrei) nelle città più colpite dal virus. Milano e Napoli in primis. Un epilogo così probabile che il ministro Gualtieri ha già individuato le risorse economiche di copertura.

 

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

«È presto per dire che finirà così», dice un ministro che segue il dossier, «prima vediamo che effetti avranno le ultime misure». Quelle che hanno portato alla chiusura di bar e ristoranti alle 18, di cinema e teatri, palestre etc. E spinto il governo a varare il decreto ristori di oltre 5 miliardi.

 

Conte alla Camera è tornato a spiegare le ragioni dell' ultimo Dpcm: «Queste restrizioni servono per gestire la pandemia senza rimanere sopraffatti» e «scongiurare un nuovo lockdown, che danneggerebbe ancora di più l' economia». «Siamo consapevoli che sono misure severe», ha aggiunto, «ma sono necessarie, altrimenti la curva epidemiologica ci sfuggirà completamente di mano». Già ora il tracciamento dei positivi è praticamente impossibile.

 

giuseppe conte roberto gualtieri 14

IL PERCHÉ DELLA STRETTA Il premier ha poi spiegato le basi tecnico-scientifiche del Dpcm varato dal governo, illustrando le linee guida dell' Istituto superiore della Sanità e del ministero della Salute che indicano le misure da adottare in base al grado di diffusione del virus: «L' epidemia è in rapido peggioramento e risulta compatibile, a livello nazionale, con lo scenario di tipo 3» che prevede «l' interruzione di alcune attività sociali-culturali maggiormente a rischio».

 

Ebbene, se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente portando al limite la tenuta del sistema sanitario, (l' altra sera alla riunione di maggioranza sarebbe stata fissata la soglia di 35-40mila contagi in più al giorno), all' Istituto superiore della Sanità, al ministero della Salute e nel Comitato tecnico scientifico hanno individuato le misure compatibili con lo scenario 4. Che sarebbe un lockdown simile a quello adottato tra marzo e inizio maggio, ma per non «uccidere l' economia» il governo dovrebbe renderlo più morbido.

 

GIUSEPPE CONTE CON MASCHERINA

L' obiettivo: ridurre al minimo i contatti tra familiari non conviventi e amici, che generano il 75% dei contagi e fermare gli affollamenti su bus e metro. Da qui l' obbligo di restare a casa, se non per esigenze di lavoro, di salute e per portare i bimbi al nido o alle elementari: soluzione indispensabile per permettere ai genitori lo smart working. Una stretta che, se fosse per il ministro della Salute Roberto Speranza e per Dario Franceschini, esponenti dell' ala rigorista del governo, dovrebbe essere introdotta ben prima del 9 novembre.

 

Vista la situazione, il governo nel frattempo blocca chi allarga le maglie del Dpcm sul territorio. Il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha deciso di impugnare le ordinanze più permissive della provincia autonoma di Trento. E presto potrebbe toccare alle misure di Bolzano e, se confermate, quelle della Sicilia.

 

BEPPE SALA

Il lockdown però fa paura. I sindaci di Milano e Napoli, Beppe Sala e Luigi De Magistris, hanno scritto a Speranza per sapere se il blocco paventato per le due città da Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, è «un' opinione condivisa» dal ministro che risposto: «A breve forniremo un focus specifico» per le due città. «Ora chiudere Milano è una scelta sbagliata», ha affermato Sala. De Magistris si è detto d' accordo, ma ha aggiunto: «Se non c' è un immediato rallentamento dell' epidemia il lockdown è questione di giorni». Enzo De Luca invece ha scritto a Conte per protestare: «Avevamo chiesto 600 medici e 800 infermieri, ma la nostra richiesta è rimasta senza risposta...».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…