conte camaleconte

LE HA PROVATE TUTTE IL CAMALECONTE! - NONOSTANTE L'APPELLO DI MATTARELLA, CONTE AVREBBE FATTO DI TUTTO PER SABOTARE DRAGHI E IN UNA TELEFONATA AL SENATORE CAUSIN (RESPONSABILI) INVITAVA A “TENERE DURO” DICENDO: “HO IL CONTROLLO DEL MOVIMENTO, NON VOTERANNO LA FIDUCIA A DRAGHI E IO TORNERÒ AL GOVERNO” (CAUSIN NON HA SMENTITO) - GRILLO HA RESPINTO LA RICHIESTA DI "GIUSEPPI" DI VEDERSI A TU PER TU PRIMA DEL VERTICE CON IL GOTHA PENTASTELLATO: "NON SERVE INCONTRARSI, HO LE IDEE CHIARE, SE VUOI MI RAGGIUNGI CON GLI ALTRI" - 

 

Il 6 febbraio, Corsera, Causin (uno dei responsabili per Conte) ha dichiarato che Conte lo chiamò la sera dell’incarico a Draghi, dicendogli che il M5S non avrebbe votato Draghi e che lui, Conte, aveva il controllo del M5S.

Conte stava sabotando Draghi?

 

Causin non ha smentito pic.twitter.com/ugUyl4ujrE

— jacopo iacoboni (@jacopo_iacoboni) February 8, 2021

 

Tommaso Labate per il Corriere della Sera

 

«Giuseppe, non ha senso che ci vediamo io e te da soli. Vieni ché ho molte cose da dirvi, ho parlato con Draghi». Durante il viaggio che l'ha portato a Roma, venerdì sera, Beppe Grillo ha ricevuto una telefonata di Giuseppe Conte.

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

 

L'«elevato», come il garante del M5S aveva ribattezzato l'ex premier all'epoca in cui aveva dovuto lanciare secchiate d'acqua per spegnere le fiamme del fuoco amico, chiede se è possibile anticipare l'incontro del gotha pentastellato con un faccia a faccia per chiarirsi bene prima le idee e dare una regia a una situazione che poteva sfuggire di mano.

 

Se Grillo ha lasciato cadere la cosa, invitando Conte a sedersi direttamente al tavolo assieme a Di Maio e compagnia, è perché le idee, al garante, non sono mai state così chiare come adesso. E così, quando si è trovato di fronte tutti i pezzi da novanta del M5S più Conte, Grillo ha spiegato come Draghi «sarà la nostra salvezza» perché «non esiste in questo momento una soluzione migliore per il Paese».

 

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

La telefonata dell'altro giorno col premier incaricato gli ha aperto gli occhi; e l'ha convinto, tanto per fare un esempio, che la maggioranza dei provvedimenti che saranno nel cuore dell'agenda di governo e del Recovery plan sono in realtà figli dello spirito originario del Movimento: sviluppo sostenibile, green, giovani, l'attenzione a un mercato del lavoro che contempli risorse ai non garantiti e altro ancora.

 

Quanto al reddito di cittadinanza - di cui anche Di Maio aveva parlato settimane fa sottolineando la necessità di un «tagliando» soprattutto per quanto riguarda la parte delle politiche attive - non c'è nulla da temere. In fondo, misure di sostegno simili, in Europa, ci sono praticamente ovunque; e non è detto che finisca in quel «debito cattivo» di cui l'ex presidente della Bce aveva parlato a Rimini mesi fa, anzi. Fedele o meno che sia stata la ricostruzione della telefonata col presidente del Consiglio incaricato, Grillo ha spiegato che il M5S, su Draghi, deve puntare tutto.

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio

Con la stessa foga con cui nell'agosto del 2019 aveva respinto al mittente le ipotesi che portavano al voto anticipato («Se si vota, il M5S è fi-ni-to», disse ricevendo Di Maio e Di Battista a Marina di Bibbona), ieri il garante ha delineato un orizzonte in cui l'ex presidente della Bce può essere nel medio periodo «il punto di riferimento» di «un'area moderata», trainata da M5S e Pd, che contempli tutti gli oppositori di Salvini e della Meloni. E che per questo non è possibile, né immaginabile, che l'occasione di questo governo venga lasciata nelle mani di chicchessia, men che meno della Lega. «In questa fase sarò un sarto», si è lasciato sfuggire nella sua trasferta capitolina Grillo, anche davanti a Draghi.

 

Il «sarto» della coalizione Draghi, per essere più precisi. L'uomo che più di ogni altro ha soffiato sul fuoco della politica italiana negli ultimi vent' anni cambia parte in commedia e prende per sé il ruolo - come spiega un ex ministro grillino - «di rammendare e ricucire là dove il tessuto di questa svolta politica sembrerà scucito o strappato». Per ridurre al minimo la scissione nei M5S, certo; ma anche per evitare di muoversi in distonia con «l'alleato», e cioè il Pd.

 

grillo e conte

Quando di buon mattino gli ambasciatori del Nazareno lo contattano per avvertirlo dei problemi legati all'ingresso di ministri leghisti, Grillo ci pensa su e poi tira fuori dal cilindro la citazione di Platone, che userà qualche ora dopo. «Non conosco una via infallibile per il successo ma una per l'insuccesso sicuro: voler accontentare tutti». Al Pd la leggono come un messaggio a Draghi riferito alla smania dei salviniani di entrare nell'esecutivo; tra i M5S dell'ala anti-governista arriva invece il segnale che stavolta non ci sarà margine per tenere tutti dentro, chi non si allinea all'ortodossia è fuori, anche se riuscisse a portarsi via nome e simbolo (Casaleggio?).

 

andrea causin

Certo, da qui a mercoledì - ultimo giorno di consultazioni - il «sarto» dovrà ricucire ancora. Ma la strada è segnata. «Le fragole sono mature», scrive sul blog segnalando una serie di proposte che, in un modo o nell'altro, sono già state concertate con Draghi. E poi sale in macchina e va via, evitando lo show del post-consultazione. Il sarto cuce e rammenda. Con l'obiettivo che buchi e strappi, se ci saranno, non debbano vedersi.

 

 

 

CONTE

Francesco Storace per corrieredellumbria.it

 

Eppure una parola Giuseppe Conte la deve spendere per smentire (seriamente) le manovre contro Mario Draghi. Non basta la bancarella di fronte a Palazzo Chigi per testimoniare lealtà (tra l’altro in una maniera davvero ridicola).

Il tema c’è tutto, perché comunque fa parlare i giornali che non si possono sempre accusare di inventare notizie. Si citano anche le fonti e Conte deve semplicemente dire se è vero o no quel che va affermando in giro uno dei suoi cari “responsabili” o querelarlo. Perché ne va dell’onore della parola e della persona che la dà.

GIUSEPPE CONTE INCONTRA BEPPE GRILLO

 

 

 

Sul Corriere della Sera, Francesco Verderami, ha messo nero su bianco quel che è venuto a sapere. La sera dell’incarico a Draghi, proprio nelle ore del durissimo e drammatico appello lanciato dal Capo dello Stato Mattarella, il presidente del Consiglio uscente Conte stava “facendo di tutto” per sabotare l’ex presidente della Bce e in una telefonata al senatore Causin invitava a “tenere duro” dicendo: “Ho il controllo del Movimento, non voteranno la fiducia a Draghi e io tornerò al governo”.

 

Il senatore Causin conferma o smentisce quella telefonata? Oppure lo fa Conte? Perché non stanno le due parti in commedia: il tentativo di mandare a sbattere Mario Draghi e la promessa di volerlo aiutare al governo.

 

 

 

grillo conte casaleggio

Su quel retroscena è un parlamentare di Italia Viva, Michele Anzaldi, a pretendere verità dal presidente del consiglio di una maggioranza che si è sbriciolata. Dice il deputato di Renzi: “Frasi molto circostanziate e difficili da smentire, che gettano una luce sinistra sul senso delle istituzioni di Conte e che contribuiscono a dare un’ulteriore spiegazione sul perché siamo arrivati alla crisi del suo governo, a maggior ragione dopo lo spettacolo imbarazzante visto con la dichiarazione in piazza Colonna che addirittura provava a dettare a Draghi condizioni in palese contrasto con le parole del Quirinale”.

Se le pressioni di Conte contro Draghi sono vere, siamo in presenza di una evidente incompatibilità tra lui e il suo successore. Perché non si può partire col sospetto di slealtà in un momento difficile per l’Italia.

grillo conte casaleggioBEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIOMario DraghiMario DraghiMario Draghi

 

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...