haftar

HAFTAR, ORA CHE FAI? - IL GENERALE NON PUO’ PIU’ TORNARE INDIETRO: METTERE FINE ALLA GUERRA SIGNIFICA RISCHIARE LA SUA STESSA VITA -  A 76 ANNI E CON I PROBLEMI DI SALUTE, DEVE GIOCARE IL TUTTO PER TUTTO. ANCHE PERCHE’ DIETRO DI LUI CI SONO IL FIGLIO E DUE LUOGOTENENTI CHE ASPIRANO AL COMANDO - LE VECCHIE ACCUSE DI AVER TRADITO GHEDDAFI, DI ESSERSI VENDUTO ALLA CIA E DI NON AVER MAI VINTO UNA GUERRA…

EMMANUEL MACRON KHALIFA HAFTAR

Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

Può essere estremamente duro, ma anche accomodante, desideroso di farsi ben volere. Alterna i modi alteri del soldato di carriera tutto di un pezzo a quelli dell' aspirante statista deciso a dominare la grande politica, ma in fondo consapevole che quello non è il suo mondo. Sicurissimo di sé quando parla di armi, soldati, avanzate e frontiere. È però scostante se deve spiegare le sue strategie di lungo periodo, o che cosa vorrà fare quando finalmente arriverà a Tripoli per insediare il suo governo.

 

GIUSEPPE CONTE E KHALIFA HAFTAR A PALAZZO CHIGI

«Questo non è il momento della democrazia. Non cerco il dialogo. Prima devo combattere i miei nemici, le milizie, i terroristi. Più avanti, quando la Libia sarà stabile, allora riparleremo di elezioni e libertà di stampa», ha sempre sostenuto dilungandosi nelle tre interviste al Corriere negli ultimi anni. La prima volta nel suo ufficio a Bengasi nel 2017 impiegò oltre un' ora per spiegare che all' inizio lui aveva tutti i numeri per diventare il ministro della Difesa del governo nato dalla rivoluzione contro Gheddafi nel 2011.

 

KHALIFA HAFTAR

«Ma gli estremisti islamici e i Fratelli Musulmani che dominano a Tripoli non mi hanno voluto. È stato allora che ho capito che con loro non c'era altro sistema, se non il pugno di ferro. Le loro milizie sono preda di Al Qaeda e Isis», disse senza riuscire a nascondere la rabbia per l'umiliazione di essere stato rifiutato in modo offensivo. Fu nel 2014 che lanciò la sua «operazione dignità» per «ricostruire» la Libia con un solo centro di potere: il suo.

Però lui non ha mai neppure nascosto di avere fretta.

 

KHALIFA HAFTAR

Una fretta maledetta, perché a 76 anni la sua salute è incerta, specie il cuore; perché, nonostante si proclami comandante dell'Esercito nazionale libico, in realtà deve fare i conti con i vecchi comandanti dell'esercito di Gheddafi; perché le tribù di Cirenaica e Fezzan che lo seguono condizionano la loro scelta ai suoi successi. Ma soprattutto per il fatto che questa campagna militare è durata già troppo tempo. E ciò spiega il suo rifiuto di piegarsi a Mosca nelle ultime ore. Ha scelto la via della forza. Se si ferma è perduto. Rientrare nel gioco diplomatico lo indebolisce.

 

KHALIFA HAFTAR

Ogni giorno che passa rappresenta una vittoria per Tripoli e Misurata. Era partito con l'offensiva militare il 4 aprile scorso convinto di far fuori il fronte di Fayez al Sarraj in pochi giorni. Se torna indietro rischia tutto, persino la vita. C'è suo figlio Saddam, che aspira a crescere di ruolo, scontrandosi violentemente sia con Mahmoud Warfalli, il suo uomo per i «lavori sporchi» accusato di avere ucciso a sangue freddo decine di prigionieri, e sia con Unis Abuchamada, un altro ambizioso capo militare col pelo sullo stomaco.

 

KHALIFA HAFTAR

A farne le spese sono stati decine di attivisti per i diritti civili uccisi o desaparecidos in Cirenaica, tra cui la donna politica Sehan Sergewa, rapita in casa lo scorso luglio (pare dalla brigata di Saddam) e mai più vista o sentita.

 

Questa fase di grave incertezza lo rende ancora più furioso. Tornano le vecchie accuse. Per esempio quella di avere tradito Gheddafi durante la guerra in Ciad nel 1987. Allora lui comandava il contingente libico e venne fatto prigioniero, ponendosi quindi a capo di una congiura per defenestrare il Colonnello. Ma soprattutto quella ancora più grave rilanciata adesso con veemenza di essere passato al soldo della Cia nel 1990 quando gli Stati Uniti gli dettero la cittadinanza permettendo il suo insediamento in Virginia.

haftar

 

«Haftar non ha mai veramente vinto una guerra», dicono i suoi nemici. E tuttavia ha avuto l' indubbia capacità di ricostruire un corpo combattente quasi dal nulla giocando sul desiderio di stabilità a qualsiasi prezzo che cresce nel Paese, oltreché lavorando sugli antichi rapporti con i militari egiziani e i principi degli Emirati. Ora la sua fuga sotto pressione da Mosca più che mai gli impone il dilemma centrale: saprà lo Haftar politico dominare quello militare?

haftar serrajHAFTAR HAFTAR E GIUSEPPE CONTE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…